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Sfida al Pd corral: Bonaccini contro Schlein

Il Pd si avvicina al momento della verità sulla nuova leadership: l'editoriale del direttore Nico Perrone

Pubblicato:20-02-2023 19:41
Ultimo aggiornamento:20-02-2023 19:41

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ROMA – Tocca a Stefano Bonaccini ed Elly Schlein; fuori Gianni Cuperlo e Paola De Micheli. Domenica prossima sapremo chi sarà il nuovo-nuova leader del Pd mentre stasera alle 20.30 ci sarà il faccia a faccia tra i due, in stile americano, organizzato e trasmesso su Sky. Sono 151.530 gli iscritti che in questi giorni hanno votato nei rispettivi circoli e deciso che toccherà a loro due contendersi la leadership del partito.

Stefano Bonaccini si è piazzato al 52,87% con 79.787 voti, Elly Schlein al 34,88% con 52.637 voti, Gianni Cuperlo al 7,96% con 12.008 voti e Paola De Micheli al 4,29% con 6.475 voti. Domenica 26 settembre la partita definitiva con tutto gli elettori del Centrosinistra che potranno esprimere la preferenza nei gazebo montati in tutta Italia. “Comincia la settimana decisiva per le primarie del Pd. Saremo tanti domenica 26 a partecipare” scrive su Twitter Enrico Letta, segretario uscente. “Spero ci sia tanta gente per una grande festa democratica, perché siamo l’unica forza politica che fa decidere a tantissimi chi deve guidare il partito- ha detto Bonaccini-  credo di avere l’esperienza, la storia, le qualità per poter guidare questo partito, soprattutto per poterlo unire il giorno dopo e provare a costruire un nuovo centrosinistra. Perché il primo obiettivo sarà tornare tra qualche anno al governo per aver battuto la destra nelle urne”.

Elly Schlein si è piazzata prima a Milano e Roma: “È un risultato straordinario – hanno commentato dal suo comitato- i prossimi giorni saranno fondamentali per convincere le persone ancora indecise ad andare a votare per Elly Schlein e crediamo sia possibile vincere, che sia il tempo, finalmente, di una giovane donna femminista alla guida di un Partito di centrosinistra”. Da segnalare, mentre i due contendenti si preparano a girare il Paese in lungo e in largo, il ‘fantasma’ di Matteo Renzi che da tempo aleggia sulla competizione, e che viene utilizzato per attaccare Bonaccini. È stato Francesco Boccia ad accendere le polveri: “Ci sono due linee politiche alternative e quella di Elly Schlein è molto chiara: pone al centro la lotta alla disuguaglianze” e questo “passa attraverso il superamento del Jobs Act. E’ stato un errore, io fui tra quelli che non lo votarono. Elly era in piazza con la Cgil quando gran parte del gruppo dirigente votò il Jobs Act e oggi gran parte di quel gruppo dirigente è legittimamente attorno a Bonaccini”.


Boccia se ne lava le mani ma dall’altra parte gli sparano a palle incatenate: “Faccio appello a Elly Schlein – afferma Pina Picierno che coordina la campagna di Bonaccini- si eviti di rendere ridicolo il dibattito intorno alle primarie. La nostra è una festa di democrazia ed è un segnale di un partito vivo che si confronta per crescere. I tentativi di attaccare strumentalmente la mozione Bonaccini sono sbagliati: l’ultima sortita di Francesco Boccia sul jobs act e il tentativo di affermare che coloro che votarono a favore sono tutti da una sola parte, per esempio, é davvero maldestra. Tutti sanno che da Andrea Orlando, a Chiara Gribaudo, fino a Chiara Braga, Roberto Morassut e al responsabile del programma della mozione Schlein, Antonio Misiani, passando per Nico Stumpo fino al segretario di Articolo Uno, Roberto Speranza, tutti, compattamente, votarono a favore del provvedimento. Possiamo e dobbiamo riflettere su cosa non ha funzionato di quella riforma, sulle cose da cambiare, ma non è accettabile questa caricatura per cui il mondo dem sarebbe diviso in buoni e cattivi perché offusca un dibattito che dovrebbe indicare strade nuove. Faccio appello ad Elly Schlein che dimostra più equilibrio di alcuni dei suoi sostenitori, riporti la discussione nei toni corretti. L’avversario è sempre la destra, non i compagni di partito” conclude Pina Picierno.

Da parte sua Boccia fa spallucce e rilancia: “Non credo che rappresentare il PD come il partito degli amministratori equivalga a una linea politica con un’anima. Il Pd è sempre stato guidato da amministratori: Veltroni, Renzi, Zingaretti, Bersani. Io non penso che la stella polare del partito debba essere quella di definirsi partito degli amministratori” sottolinea. Gli risponde e liquida a muso duro Sandra Zampa: “Mi spiace molto leggere le dichiarazioni di Francesco Boccia oggi, perché più che manifestare un legittimo sostegno a Elly Schlein sono una intemerata pregiudiziale contro Stefano Bonaccini. Sono parole, quelle sul jobs act, che tradiscono solo ostilità: Bonaccini non era in parlamento quando fu votato il jobs act che, per altro, ebbe il voto favorevole – con rarissime eccezioni – della grandissima parte dei parlamentari dem, compresi quelli che oggi sono schierati con Schlein. Ho un rapporto di stima con Boccia, anche per avere condiviso con lui il peso dei giorni drammatici della pandemia. Proprio per questo mi permetto di rivolgergli un invito: più rispetto, meno astio;
più politica, meno retorica” conclude Zampa.    

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