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Afghanistan, oggi l’Ue decide su nuovi aiuti economici

Al centro dei colloqui c'è anche la crisi migratoria e l'eventuale capacità che l'Afghanistan riaccolga i profughi che arrivano in Europa

Pubblicato:05-10-2016 12:57
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 09:08

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fondi europei ueROMA – A Bruxelles riunione oggi tra i principali donors internazionali – 70 paesi e 20 organizzazioni – per stabilire se erogare nuovi crediti d’aiuto per l’Afghanistan nei prossimi quattro anni. Questo appuntamento segue quello di due anni fa a Londra e, così come riferisce la ‘Bbc’, al centro dei colloqui anche la crisi migratoria: lunedì la Commissione ha annunciato di aver raggiunto un accordo col governo afghano affinchè riaccolga le migliaia di migranti che giungono in Europa e presentano richiesta di asilo. Tuttavia Amnesty international ha già fatto appello all’Ue affinchè non subordini l’erogazione di tali aiuti al rimpatrio dei migranti. Non va sottovalutato inoltre che oggi come allora, tale appuntamento rappresenta un importante banco di prova per il Presidente Ashraf Ghani: nel 2014 era appena stato eletto, quindi doveva dimostrarsi all’altezza delle aspettative. Oggi, deve dimostrare di riuscire a fare breccia nei donatori, che contano di confermare 3 miliardi di dollari entro il 2020.

Ma come ‘Radio France internationale’ osserva, Ghani non è credibile sul piano della politica interna. Proseguono infatti le tensioni col capo dell’esecutivo Abdullah Abdullah, suo principale avversario per la corsa alla poltrona presidenziale. Inoltre, è dal 2014 che il governo non riesce a indire nuove elezioni legislative, e domani sembra sia atteso l’annuncio di una legge di riforma elettorale, che certamente sarebbe percepito come un gesto di buona volontà da parte della comunità internazionale.

afghanistanCritica anche la situazione economica: la partenza dei corpi militari internazionali ha causato lo scoppio di una bolla speculativa, perchè ne è derivata corruzione diffusa. Al contempo il Paese non ha ancora raggiunto la stabilità sul piano della sicurezza interna: l’esercito – rimasto solo – fa ciò che può, ma molte zone sono ormai quasi sotto il controllo dei talebani – soprattutto quelle più remote, prossime ai confini – e non riesce a evitare i ripetuti assalti che il gruppo terroristico compie contro obiettivi tanto militari quanto civili. E la lunga mano dello Stato islamico avanza. Di fronte a uno scenario così disastroso, Ghani dovrà mostrarsi ottimista e propositivo, dimostrando di aver attuato valide misure, ma soprattutto di averne ‘hel cassetto’ altrettante ancora da implementare. A Bruxelles infatti si valuterà l’efficacia degli aiuti promessi: il rapporto presentato ieri dall’Ong Transparency International ha infatti dimostrato che degli 8 miliardi di aiuti già ricevuto da Kabul, uno è svanito tra le maglie della corruzione.


di Alessandra Fabbretti, giornalista

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