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Peste suina, in Sardegna abbattuti 60 maiali allo stato brado

L'operazione dell'Unità di progetto è scattata nelle campagne di Urzulei, in Ogliastra. La Regione: "Animali denutriti e sofferenti".

Pubblicato:14-09-2022 17:45
Ultimo aggiornamento:14-09-2022 17:45
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CAGLIARI- Prosegue nei territori della Sardegna l’attività dell’Unità di progetto per l’eradicazione della Peste suina africana. Ieri a Urzulei, in Ogliastra, durante le operazioni di ricerca e depopolamento di suini bradi illegali, le squadre composte da personale del Corpo forestale, di Forestas, Asl e Istituto zooprofilattico- in collaborazione con la questura di Nuoro- hanno catturato e abbattuto 60 capi non registrati all’anagrafe zootecnica e per i quali non è stato possibile risalire al proprietario.

Solinas: “Sardegna esempio virtuoso rispetto ad altre Regioni”

L’accelerazione impressa negli ultimi anni nelle attività di contrasto alla peste suina- il commento del presidente della Regione, Christian Solinas– è sotto gli occhi di tutti e ha ottenuto un pieno riconoscimento da parte delle istituzioni europee”. Il coordinamento dell’Unità di progetto, “e il lavoro di tutti gli operatori impegnati quotidianamente sul campo, è stato ed è decisivo e ci consente di guardare al futuro con ottimismo dopo tanti sacrifici- spiega Solinas- siamo stati capaci di modernizzare la campagna di eradicazione apportando tutti quei correttivi che si sono resi necessari per arrivare a definire un percorso certo verso la fine dell’embargo alle carni suine, un risultato mai raggiunto in precedenza”. La Sardegna, conclude, “è diventata un esempio virtuoso per altre regioni che oggi devono fare i conti con la diffusione del virus”.

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Gli animali abbattuti a Urzulei, privi di tracciabilità e di controlli sanitari, erano destinati al mercato illegale di prosciutti e prodotti di salumeria, “e avrebbero potuto costituire un rischio alto per la sicurezza alimentare dei consumatori- si legge in una nota della Regione- specie quelli più fragili quali anziani e bambini”. Inoltre si tratta di suini che vivevano in contesti marginali in condizioni davvero critiche, “denutriti e sofferenti anche per la scarsa presenza di acqua senza alcun rispetto per il benessere animale, alcuni sottoposti a interventi cruenti come la castrazione e con probabile utilizzo incontrollato di farmaci”.
Da qui l’appello della Regione e dell’Unità di progetto, “rivolto ai quei pochi ancora che resistono”, a mettersi in regola soprattutto in zone dove l’eradicazione del virus “potrebbe costituire un volano straordinario per il rilancio del comparto in particolare della salumeria di qualità”.


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