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Siria, le opposizioni frenano sui negoziati del 25 gennaio a Ginevra

L'opposizione siriana appoggiata dall'Arabia saudita ha fatto sapere che esclude

Pubblicato:22-01-2016 17:41
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 21:50

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siriaL’opposizione siriana appoggiata dall’Arabia saudita ha fatto sapere che esclude la possibilita’ di negoziareanche indirettamente – con il regime di Damasco, fintanto che non verranno cessate tutte le ostitilita’, compresi i raid aerei della Russia. A riferirlo sono fonti di stampa araba.

Questa posizione ora rischia di mettere in serie difficolta’ il processo di pace, con buona pace del Segretario di stato John Kerry che preme affinche’ i colloqui di Ginevra inizino la prossima settimana. Inoltre anche la disputa sulla composizione dei delegati dell’opposizione siriana fa temere uno slittamento della data del 25 gennaio. A pesare ci sono anche il futuro del presidente Bashar Al-Assad, e le tensioni Riad-Teheran. Il governo di Damasco ha confermato da tempo la sua disponibilita’ a partecipare al tavolo di pace di Ginevra, e Mosca ha proposto una proroga affinche’ le opposizioni riescano a maturare un accordo comune. La nuova data non deve superare pero’ il 27 o il 28 gennaio.

Intanto uno dei vertici dell’opposizione – nominato nel corso di questa settimana come delegato per Ginevra – ripete che il via libera sara’ dato quando Bashar accettera’ di deporre le armi: “deve essere interrotto il bombardamento di civili da parte del’aviazione russa, e l’assedio di varie zone”, in cui l’accesso di beni di prima neccessita’ e’ impossibile, situazione che strema la popolazione residente. “Le condizioni per avviare i negoziati devono essere quelle appropriate” ha sottolineato. Il gruppo di opposizione di Sabra, l’Alto comitato per i negoziati (‘High Negotiations Committee’, Hnc) ha visto la luce in Arabia Saudita il mese scorso, e al suo interno ci sono sia politci che combattenti accomunati dall’avversione per il regime di Damasco.


Tra di loro, anche le fazioni impegnate negli scontri con l’esercito siriano nelle regioni occidentali: qui si sta giocando la vera partita tra questi due schieramenti. L’intervento della Russia a settembre ha modificato profondamente gli equilibri di forza, aiutando Bashar a strappare al controllo dei suoi nemici numerosi territori, soprattutto nella provincia di Latakia, come denuncia l’Osservatorio siriano per i diitti umani.

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