“L’epifisiolisi dell’anca è una malattia relativamente rara (riguarda lo 0,1% di tutti i ricoveri nei reparti di Ortopedia) ma, al contempo, è probabilmente la patologia più frequente fra quelle che colpiscono l’anca in età adolescenziale”. Lo spiega Renato Maria Toniolo, vicepresidente della Sitop, riunita il 30 settembre e l’1 ottobre a Napoli per il 23esimo congresso nazionale.
In passato, constatato che chi aveva un’anca con epifisiolisi spesso, a distanza di tempo, poteva avere colpita l’anca controlaterale, si dava per scontato che in questo caso il paziente fosse esposto al rischio di un nuovo intervento o di avere una forma più severa anche dal lato inizialmente sano. Per questo, si tendeva ad allungare i tempi operatori facendo un intervento profilattico sull’anca che in quel momento era sicuramente sana, così da preservarla dal rischio di sviluppare la patologia. Oggi la tendenza della maggior parte degli autori è di stabilizzare solo l’anca malata, informando i genitori sul rischio che si sviluppi controlateralmente”. A spiegarlo è Antonio Andreacchio, presidente della Epos, intervenuto alla prima giornata del XXIII congresso della Sitop.
“Un dato ormai acquisito è che l’alimentazione complementare non deve iniziare prima dei quattro e dopo i sette mesi, perché dopo quell’età il solo latte diventa insufficiente per il bambino e perché andando oltre diventa più difficile abituarlo a un’alimentazione diversa”. Lo spiega Maria Carmen Verga, segretario della Sipps, intervenuta al XXXIII congresso della società scientifica.
“Ci sono tante inesattezze sul vaccino, frutto di informazioni e comunicazioni improprie. È importante che i genitori, per la vaccinazione dei propri figli, si affidino a fonti autorevoli e ufficiali”. A dirlo è Rocco Russo, coordinatore del tavolo tecnico per le Vaccinazioni della Sip.
“A partire da settembre 2020 c’è stato un aggravamento del quadro generale tra le fasce giovanili. In particolare, a soffrire maggiormente e ad essere quindi più esposte a problemi di tipo emotivo e psicologico sono state le ragazze tra i 16 e i 22 anni, figlie uniche che hanno vissuto la pandemia con i genitori”. Lo spiega Umberto Nizzoli, presidente della Sisdca, che si riunirà per il suo XIV congresso nazionale il 7 e 8 ottobre in modalità virtuale.
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