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Nel M5S ‘anticorpi’ contro Di Battista e Casaleggio, Conte si prepara

L'editoriale del direttore Nico Perrone per Dire Oggi

Pubblicato:16-11-2020 15:43
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 20:15

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ROM – Vero che l’attenzione di tutti gli italiani è concentrata sui numeri del contagio, cosa fare per non ammalarsi e sul come tirare a campare, ma nel fine settimana si sono svolti gli Stati generali del M5S sotto la regia di Vito Crimi, il capo politico reggente. Doveva essere un momento di confronto per chiarire la linea politica; decidere come strutturare al meglio il Movimento, da troppo tempo allo sbando e in calo di consensi; a chi affidare la guida per gestire non solo la nuova fase politica ma anche le prossime elezioni in arrivo da qui al 2023: comunali in primavera, nuovo Capo dello Stato e politiche. Alla fine dei 30 interventi, 5 minuti a testa, si è capito poco. Si è capito che Alessandro Di Battista, che non vede l’ora di tornare in prima linea, è stato salutato da un fuoco di sbarramento che o lo costringerà ad inchinarsi al nuovo corso (l’alleanza di governo Pd-M5S con Conte premier) oppure probabilmente lo spingerà altrove con il fido Davide Casaleggio e la piattaforma Rousseau. Si è capito che Luigi Di Maio, ex capo politico ora ministro degli Esteri, si riprenderà, di fatto, la guida del Movimento anche se nel prossimo direttorio non ci sarà, e che continuerà a far ballare l’accordo di Governo per non far rafforzare il premier Conte. L’unico ad aver indicato una linea politica, quella dell’accordo nell’area di centrosinistra, certamente da consolidare, è stato Roberto Fico, presidente della Camera che diventa l’altro punto di riferimento dentro il M5S. Con buona pace di Vito Crimi che non ha perso l’occasione di mettersi di traverso, entrando in rotta di collisione con tutti, compreso il Capo dello Stato. Il presidente Mattarella, da tempo, si sta spendendo per richiamare tutte le forze politiche, maggioranza e opposizione, a trovare punti d’intesa e collaborare per superar questo drammatico momento. Appello raccolto subito dal leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, che ha teso la mano alla maggioranza. Da parte del Pd, sia il segretario Nicola Zingaretti, che Goffredo Bettini, ascoltato consigliere politico, sono scesi in campo per aprire la porta, con Bettini favorevole anche a cambiare la squadra di Governo. Ma Crimi ha detto no, per lui l’opposizione deve restare fuori. Bisognerà vedere quanto peserà il veto di Crimi. Sotto traccia si continua a parlare del prossimo ruolo politico del premier Giuseppe Conte, intervenuto agli Stati generali, che secondo alcuni si prepara a raccogliere la guida del M5S quando ci si avvicinerà alle elezioni politiche. Ma lavorando da fuori, stando ai margini e senza intervenire. Lasciando che i tanti leader in campo si annullino a vicenda nelle mille guerre quotidiane, rimanendo lui a quel punto l’unica proposta concreta in campo.

LEGGI DIREOGGI | EDIZIONE DEL 16 NOVEMBRE 2020


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