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VIDEO | Prodigio di San Gennaro, Sepe: “In Cattedrale solo 200 posti e niente bacio della teca”

L'Arcivescovo di Napoli presenta le celebrazioni di San Gennaro in programma il 19 settembre, le prime aperte al pubblico dopo quelle dello scorso maggio

Pubblicato:10-09-2020 15:26
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 19:51
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di Flavio Russo
NAPOLI – “Nonostante le difficoltà legate al coronavirus, abbiamo pensato di continuare la tradizionale cerimonia in cattedrale con la gente“. Il Cardinale Crescenzio Sepe, Arcivescovo di Napoli, presenta così le celebrazioni del prodigio di San Gennaro in programma per il prossimo 19 settembre, le prime aperte al pubblico dopo quelle a porte chiuse dello scorso maggio, in piena emergenza sanitaria. Il Duomo di Napoli non potrà, però, essere accessibile a tutti, perché come lo stesso Sepe ricorda: “Dobbiamo rispettare le leggi, non possiamo dare cattivi esempi, il primo a dispiacersene sarebbe San Gennaro”. Le porte della cattedrale saranno aperte soltanto a 200 persone, tra fedeli, ecclesiastici, giornalisti e operatori, per far sì che vengano onorate tutte le norme sul distanziamento sociale.
“Abbiamo cercato di fare tutto il possibile – ha aggiunto l’Arcivescovo, che annuncia l’allargamento della platea – con 100 posti nella cappella di Santa Restituta e 300 in più sul sagrato della cattedrale”. Per l’occasione le sedute, dentro e fuori dalla chiesa, sono state ristrutturate e rese adatte alle necessità imposte dalle restrizioni. All’esterno del Duomo verranno installati tre maxi schermi, due sul sagrato e uno in Santa Restituta.

IL PROGRAMMA DELLE CELEBRAZIONI DEDICATE A SAN GENNARO

Si comincia alle 9 del mattino ma si farà a meno della tradizionale messa delle 8, che avrebbe costretto a una sanificazione ulteriore degli spazi sacri. La Solenne Concelebrazione Eucaristica comincerà alle 9:45 e sarà visibile, in diretta televisiva su Canale 21 e TV2000, e via web sul portale dell’Arcidiocesi www.chiesadinapoli.it. Se ci sarà la liquefazione del sangue lo stesso Cardinale uscirà sul sagrato della cattedrale per mostrare alla città il prodigio, ma niente tradizionale bacio della teca: “L’ho proibito a tutti – ha avvertito Sepe – capite che baciare la teca è l’atto più pericoloso di trasmissione di questo virus, quindi io stesso non la bacerò, la mostrerò da lontano a tutti”. Per l’Arcivescovo di Napoli si tratterà probabilmente dell’ultima celebrazione del prodigio, in veste di metropolita del capoluogo campano: “La vivo bene – ha raccontato – vado avanti fin quando il Papa mi telefonerà e mi dirà che c’è un nuovo Arcivescovo. Io – ha aggiunto – ho già preparato il mio rifugio, sto nella grazia di Dio, mi devo raccogliere, avrò molto più tempo per pregare per Napoli, per il suo bene e per i napoletani. Spero – ha detto – che con le mie preghiere il Signore mi liberi dalle penitenze e mi accolga più facilmente tra le sue braccia misericordiose”.


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