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Stop a ChatGPT in Italia: il Garante della privacy blocca il chatbot di OpenAI

Lo scorso 20 marzo il software aveva subito una perdita di dati riguardanti le conversazioni degli utenti

Pubblicato:31-03-2023 14:38
Ultimo aggiornamento:31-03-2023 23:34

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ROMA – Stop a ChatGPT finché non rispetterà la disciplina privacy. Il Garante per la protezione dei dati personali ha disposto, con effetto immediato, la limitazione provvisoria del trattamento dei dati degli utenti italiani nei confronti di OpenAI, la società statunitense che ha sviluppato e gestisce la piattaforma. L’Autorità ha contestualmente aperto un’istruttoria.

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STOP A CHATGPT: ECCO COSA È SUCCESSO

ChatGPT, il più noto tra i software di intelligenza artificiale relazionale in grado di simulare ed elaborare le conversazioni umane, lo scorso 20 marzo aveva subito una perdita di dati (data breach) riguardanti le conversazioni degli utenti e le informazioni relative al pagamento degli abbonati al servizio a pagamento.


Nel provvedimento, il Garante privacy rileva la mancanza di una informativa agli utenti e a tutti gli interessati i cui dati vengono raccolti da OpenAI, ma soprattutto l’assenza di una base giuridica che giustifichi la raccolta e la conservazione massiccia di dati personali, allo scopo di “addestrare” gli algoritmi sottesi al funzionamento della piattaforma. Come peraltro testimoniato dalle verifiche effettuate, le informazioni fornite da ChatGPT non sempre corrispondono al dato reale, determinando quindi un trattamento di dati personali inesatto.

Da ultimo, nonostante – secondo i termini pubblicati da OpenAI – il servizio sia rivolto ai maggiori di 13 anni, l’Autorità evidenzia come l’assenza di qualsivoglia filtro per la verifica dell’età degli utenti esponga i minori a risposte assolutamente inidonee rispetto al loro grado di sviluppo e autoconsapevolezza. OpenAI, che non ha una sede nell’Unione ma ha designato un rappresentante nello Spazio economico europeo, deve comunicare entro 20 giorni le misure intraprese in attuazione di quanto richiesto dal Garante, pena una sanzione fino a 20 milioni di euro o fino al 4% del fatturato globale annuo.

ASCANI: AL VIA INDAGINE COMITATO DOCUMENTAZIONE SU INTELLIGENZA ARTIFICIALE

Le conseguenze sociali e culturali di uno sviluppo non controllato di sistemi di AI, come l’ormai famoso ChatGPT, sono ormai al centro del dibattito mondiale e hanno assunto un’urgenza di intervento nel dibattito politico anche a seguito dell’appello firmato nei giorni scorsi da centinaia di prestigiosi scienziati, accademici e imprenditori, nel quale si propone una moratoria di almeno sei mesi allo sviluppo delle tecnologie di Intelligenza Artificiale e della recente decisione del Garante nazionale della privacy. Anna Ascani, Vicepresidente della Camera dei deputati e Presidente del Comitato di Vigilanza sull’attività di Documentazione di Montecitorio, ha proposto l’avvio nel suddetto Comitato di un ciclo di audizioni di esperti e operatori, nazionali internazionali, per conoscere l’avanzamento dell’intelligenza artificiale e degli algoritmi e per studiare la loro possibile applicazione all’interno della documentazione parlamentare, a supporto dell’attività del Parlamento.

L’obiettivo dell’indagine del Comitato è quello di individuare potenzialità e limiti di queste tecnologie, analizzarne i possibili campi di applicazione, studiando le esperienze di altri Parlamenti e altre istituzioni, che già hanno fatto ricorso a sistemi avanzati per l’analisi dei testi, la ricerca e classificazione delle informazioni.

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