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I farmaci fuori brevetto Sandoz fanno risparmiare 600 milioni di euro al servizio sanitario nazionale

L'azienda raggiunge i 13 milioni di pazienti e semplifica le terapie riducendo le pillole

Pubblicato:30-11-2023 18:21
Ultimo aggiornamento:01-12-2023 16:29
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sandoz farmaci biosimilari
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MILANO – Oltre 600 milioni di euro è la stima di quanto ha risparmiato il servizio sanitario italiano nel 2022 grazie all’impiego dei farmaci biosimilari Sandoz. Un risultato che evidenzia l’impegno dell’azienda nell’assicurare un accesso equo e soprattutto sostenibile ai farmaci, sottolineando contemporaneamente la posizione di leadership della realtà nel mercato degli equivalenti e biosimilari: in Italia Sandoz figura infatti nella top ten dei maggiori player del mercato farmaceutico e al primo posto nel mercato biosimilari, con ben 8 molecole commercializzate. Adesso si è aperto un nuovo capitolo, con la società diventata indipendente dallo scorso ottobre e inclusa nei principali indici di borsa Six. “Questo nuovo capitolo della nostra storia continua a vederci al fianco delle oltre 13.3 milioni di pazienti che raggiungiamo in Italia, certi che sostenibilità e innovazione nel sistema salute debbano ormai andare di pari passo per garantire una migliore qualità della vita attraverso un più ampio accesso alle terapie”, dichiara Marco Forestiere, country head di Sandoz in Italia, durante la conferenza stampa organizzata nella sede del gruppo, in zona Garibaldi, a Milano.

La fotografia del contributo alla sostenibilità al sistema sanitario nazionale italiano dell’uso dei biosimilari- medicinali “simili” per qualità, efficacia e sicurezza ai farmaci biologici di riferimento non più legati a copertura brevettuale- è stata scattata da Iqvia che ha calcolato i risparmi diretti e indiretti anche a livello regionale. Fra le regioni, Toscana, Liguria e Puglia sono quelle che hanno fatto registrare un risparmio pro-capite maggiore, perché maggiore è la penetrazione dei biosimilari in questi territori. Ad esempio, i biosimilari Sandoz hanno generato minori spese per oltre 20.000 euro a cittadino in Liguria e Toscana. I risparmi diretti sono stimati dalla combinazione di due fattori: il prezzo più basso rispetto a quello del farmaco originatore e la concorrenza fra diversi farmaci simili che spinge a una maggiore competitività.

Ma c’è di più: “le risorse liberate dall’impiego di farmaci equivalenti e biosimilari- afferma Paolo Fedeli, country medical director di Sandoz spa- possono essere reinvestite dal sistema sanitario nazionale, rappresentando una leva essenziale per sostenere la spesa e garantire un maggior accesso alle terapie più adeguate. Sandoz Italia guarda al futuro con l’obiettivo di ampliare ulteriormente il proprio portfolio, contribuendo al benessere sociale attraverso soluzioni terapeutiche efficaci e sostenibili”. Nel 2022, con un fatturato di circa 350 milioni di euro e con circa 250 dipendenti impiegati, Sandoz in Italia ha raggiunto, come sottolineato da Forestiere, circa 13.3 milioni di pazienti. Coperte molteplici aree terapeutiche, tra cui reumatologia, dermatologia, gastroenterologia, oncologia, nefrologia, cardiologia, neurologia, terapia del dolore, con oltre 600 formulazioni in commercio e 77 milioni di confezioni prodotto distribuite in un anno. “Il nostro stabilimento di Kundl fornisce più del 60% di penicillina a livello mondiale- spiega forestiere- e nei prossimi 10 anni avremo più di 25 biosimilari che lanceremo sul mercato”.


Quest’anno Sandoz è inoltre ufficialmente entrata nell’area neurologia con il lancio di un generico per la sclerosi multipla e si prepara al lancio del primo biosimilare in Italia per questa patologia. Anche il portfolio di farmaci equivalenti andrà a rafforzarsi con ulteriori referenze, soprattutto nelle aree terapia del dolore e cardiologia. Insomma, si parla di un gruppo che produce vero e proprio valore per la comunità. La valutazione dell’impatto sociale dei farmaci Sandoz in italia, stimato in 6,3 miliardi di dollari(circa 5,8 miliardi di euro), va oltre il mero risparmio economico perché prende in considerazione diversi parametri epidemiologici, sociali ed economici. Tra i farmaci con maggiore impatto sociale vi sono quelli afferenti all’area del trattamento del dolore con un impatto calcolato in 2,23 miliardi di euro; seguono i prodotti prescritti nell’area cardio con un impatto sociale di 1,5 miliardi di euro e, al terzo posto, i farmaci usati in immunologia con un impatto sociale di circa 690 milioni di euro. Si tratta di risparmi diretti e indiretti sul costo delle medicine, a cui si aggiungono i benefici raggiunti dal miglioramento di qualità della vita e dalla minore perdita di produttività anche in relazione al numero dei pazienti e alla loro età. L’analisi dell’impatto sociale, usata per mostrare il valore aggiunto generato per la società dai farmaci e quantificare questo beneficio in termini economici e sociali, è stata svolta da Wifor institute, istituto di ricerche economiche tedesco.

Un altro aspetto rilevante è la semplificazione delle terapie, con Sandoz che contribuisce a migliorare la gestione di svariate patologie prevalenti, come nel caso delle patologie cardiovascolari, ancora al primo posto in Italia per le morti causate. Il lancio nel 2022 del primo farmaco off-patent in Italia per l’ipercolesterolemia in fixed dose combination (due principi attivi in una compressa) ha dimostrato di ridurre gli eventi cardiovascolari e aumentare l’aderenza terapeutica, generando un risparmio stimato di circa 105 milioni di euro all’anno per il sistema sanitario nazionale. C’è anche un altro vantaggio: una delle opzioni di semplificazione, come sottolinea il country medical director Fedeli, è quello di agire “su questi farmaci che hanno perso l’esclusività brevettuale, metterli insieme e creare co-formulazioni in una compressa, in modo tale da ridurre il numero di compresse giornaliere per il singolo paziente e consentire con una soluzione unica di andare a coprire più situazioni contemporaneamente”.

Di tutto ciò, come sottolinea il direttore medico Sandoz, ne beneficia il paziente, perché “se pensiamo ad esempio alla popolazione anziana che spesso ha una polipatologia e deve trattare più malattie contemporaneamente, la riduzione del ‘pill burden’, cioè del numero di pillole giornaliere che devono essere prese, rappresenta sicuramente un vantaggio- aggiunge Fedeli- tant’è vero che numerosi studi, anche in passato in svariate aree terapeutiche, hanno confermato che l’aderenza alla terapia, cioè la capacità del paziente di seguire la terapia prescritta, tende ad aumentare significativamente”.
Guardando al segmento degli equivalenti, circa il 40% delle attività dell’azienda è diretta al canale ospedaliero, mentre il 60% al canale retail (farmacie). In particolare, tra gli investimenti in ambito retail, Sandoz ha avviato il programma s+by Sandoz, un insieme di iniziative per essere al fianco dei farmacisti territoriali, che rappresentano un punto di riferimento sempre più importante per tutte le tematiche di salute sul territorio. “Facciamo programmi di formazione, ma non solo. Noi offriamo anche servizi ai farmacisti, ad esempio ai servizi di base come l’elettrocardiogramma, ma anche servizi che possono andare incontro all’accessibilità per il cittadino come l’home delivery”, sottolinea Forestiere. Tutto questo ovviamente in modo tale da “lavorare insieme per aiutare il settore ospedaliero, aiutare il settore della medicina di base a essere più efficiente, e a distribuire appunto il supporto alle cure per un servizio migliore al cittadino e al paziente”.

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