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Cannabis, il farmacologo: “Ha tante potenzialità, lavoriamo per ottenere il massimo”

La cannabis in campo medico ha grandi prospettive di sviluppo: se per ora è alla base di due soli farmaci, un domani potrebbe servire a trattare anche l'ansia e il dolore. Il farmacologo Emilio Russo spiega come si stanno muovendo gli esperti

Pubblicato:30-09-2023 15:07
Ultimo aggiornamento:30-09-2023 15:08
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cannabis emilio russo
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FIRENZE – “Parlare di cannabis è estremamente importante, lo facciamo da tanti anni e non dobbiamo smettere. La cannabis è una pianta che tutti conosciamo e che possiede diversi principi attivi, che stiamo imparando a utilizzare sempre di più. Finora abbiamo ottenuto poco in termini di prospettive e possibilità, nel senso che oggi riusciamo ad utilizzare due soli farmaci, uno per la sclerosi multipla e l’altro per l’epilessia, dopo aver condotto studi ben precisi per ottenere l’immissione in commercio e l’autorizzazione per tutti i medici ad utilizzarli con criterio, riducendo al minimo i rischi. Dall’altra parte, però, abbiamo grandi prospettive di sviluppo, perché tutti conosciamo le potenzialità della pianta e i principi attivi presenti. Stiamo studiando e cercando di capire: in questo momento sicuramente non abbiamo evidenze solide, ma evidenze di efficacia, ancora in fase di esplorazione, per esempio nei disturbi di ansia o di trattamento del dolore”. A dirlo Emilio Russo, professore di Farmacologia presso l’Università di Catanzaro, intervistato dalla Dire in occasione del 62esimo Congresso Nazionale SNO (Scienza Neurologiche Ospedaliere), in corso a Firenze.

“Non conosciamo ancora perfettamente il profilo di tossicità e tollerabilità di alcune formulazioni, estratti o principi attivi- ha spiegato l’esperto- e questo implica che, nel momento in cui si vanno ad utilizzare, il medico si sta caricando di una responsabilità medica, esponendo il paziente ad un rischio che non è noto. Per cui bisogna usarli con estrema cautela”. Questo non esclude che, in alcune condizioni particolari, si possa “fare ricorso alla cannabis medica, che è prescrivibile e utilizzabile in Italia”. Un nuovo decreto ministeriale, intanto, di recente ha introdotto il cannabidiolo tra le sostanze stupefacenti, così si è sviluppata una “rete di pazienti che ha iniziato a fare automedicazione- ha fatto sapere il professor Russo- anche attraverso la spinta di false notizie riportate sul web, secondo cui poiché la cannabis è una sostanza di origine naturale non possiede effetti collaterali. E invece va detto che tra i peggiori veleni ci sono proprio quelli che vengono dalla natura. Lo stesso vale per la cannabis, che sicuramente ha degli effetti collaterali certificati, ne conosciamo alcuni ma non ancora tutti, per cui esiste un rischio importante”.
Tornando all’automedicazione, al momento “non può essere considerata un gesto medico e vale la pena consultare qualche specialista prima di prendere decisioni in autonomia”, ha sottolineato il dottor Russo.

Ma un altro aspetto “solido e importante” legato alla cannabis, che l’esperto ha tenuto a sottolineare, è quello legato ai giovani. “Oggi sappiamo che l’utilizzo di cannabis, soprattutto nella fascia adolescenziale, aumenta enormemente il rischio di sviluppare patologie psichiatriche come la schizofrenia, le psicosi, le depressioni e i disturbi d’ansia. Per cui in questa fascia d’età deve essere assolutamente sconsigliato, così come durante la gravidanza e se ci si deve mettere al volante: la cannabis, come è noto, rallenta i riflessi e altera la capacità di ognuno ovviamente alla guida”. L’invito dell’esperto, dunque, è di “non utilizzare la cannabis e di tenere presenti i rischi, facendo molta attenzione”. Infine, sulle prospettive future, il dottor Russo ha concluso: “Il futuro esiste e stiamo lavorando tutti per ottenere il meglio possibile da questa pianta e dai suoi principi attivi, ci vorrà del tempo e nel frattempo bisogna seguire sempre i consigli dei medici e la scienza”.


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