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Data Act, l’esperta: “Importanti obblighi di trasparenza e interoperabilità”

L'obiettivo dichiarato del Data Act è introdurre un quadro normativo che favorisca nell'ambito UE lo sviluppo di un'economia dei dati equa

Pubblicato:30-06-2023 16:39
Ultimo aggiornamento:30-06-2023 17:40
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ROMA – Uno dei passaggi più rilevanti del Data Act– il regolamento Ue sul quale la Presidenza del Consiglio europeo e l’europarlamento hanno appena trovato un accordo- riguarda “gli obblighi di trasparenza e interoperabilità sui preziosissimi dati acquisiti per i fornitori di dispositivi digitali e servizi connessi. Tali fornitori potrebbero di fatto essere obbligati, in certi casi, a condividere sia con l’utente (in base al diritto di accesso e portabilità già garantiti dal GDPR), ma anche con altri soggetti, tra cui soggetti pubblici o altri operatori economici privati, l’ingente volume di dati generati dai prodotti connessi“. E’ quanto spiega alla Dire Sarah Ungaro, vice presidente di Anorc Professioni.

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IL NUOVO DATA ACT

“Il nuovo Data Act- continua l’esperta in diritto dell’informatica e privacy- costringerà a rileggere in tale prospettiva anche alcuni aspetti che finora sono stati disciplinati dalla Direttiva 96/9/CE, relativa alla tutela giuridica delle banche di dati e l’applicazione del c.d. diritto ‘sui generis’. In effetti, l’obiettivo dichiarato del Data Act è introdurre un quadro normativo che favorisca nell’ambito UE lo sviluppo di un’economia dei dati equa, garantendo l’accesso e l’uso dei dati, anche nei rapporti B2B tra le imprese e B2G tra imprese e amministrazioni pubbliche (basti pensare che molti prodotti e dispositivi connessi, ad esempio nei settori delle infrastrutture civili, della produzione di energia o dei trasporti, registrano dati sull’ambiente circostante o sull’interazione con altri elementi dell’infrastruttura, senza alcuna azione da parte dell’utente o di terzi).


Tali obiettivi sono perseguiti attraverso l’introduzione nel Data Act di specifici obblighi di trasparenza per i fornitori di dispositivi e servizi connessi, imponendo a tali operatori di fornire agli utenti – commerciali e non solo – una descrizione dei dati generati dalla fornitura del servizio. In sintesi- continua Ungaro- il Data Act introdurrà una nuova regolamentazione per un trattamento economicamente più equo e trasparente – e, dunque, maggiormente responsabile – dei dati, anche nei casi in cui i set di dati comprendano una combinazione di dati personali e non personali”.

Tra l’altro il regolamento è in linea con gli obiettivi perseguiti dal Sottosegretario di Stato con delega all’innovazione tecnologica, Alessio Butti, il cui lavoro viene costantemente affiancato da un Comitato di esperti composto da alcuni esponenti di spicco di ANORC, specialisti dei settori privacy, digitalizzazione ed archivistica. Lo stesso senatore Butti, ad oggi, si ritiene soddisfatto dei lavori portati avanti e dei risultati raggiunti che stanno contribuendo a sviluppare un mercato sempre più competitivo e attento al valore strategico dei dati.

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