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Anorc: “Senza conservazione e adeguate competenze l’innovazione è una illusione, si usino i fondi del Pnrr”

Il 7 dicembre il forum dell'associazione a Roma alla Camera dei deputati

Pubblicato:05-12-2023 09:55
Ultimo aggiornamento:05-12-2023 09:55
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cybersicurezza
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ROMA – A Roma giovedì 7 dicembre la Camera dei deputati ospiterà un confronto dedicato al futuro del patrimonio informativo alla luce delle novità europee in materia di innovazione digitale. Si tratta del nuovo appuntamento con i Forum dell’Associazione Nazionale degli Operatori e Responsabili della Conservazione dei dati informatici (ANORC), patrocinato dal Dipartimento per la Trasformazione digitale, del Garante della Privacy e da AgID.

Si tratta di un evento riservato, che offrirà agli Associati la possibilità di confrontarsi direttamente con esponenti provenienti dal mondo istituzionale e accademico e alcuni componenti delle rispettive task force di esperti – quella per la digital transformation e l’intelligenza artificiale – che affiancano il lavoro del sottosegretario all’Innovazione, il senatore Alessio Butti.

Il confronto toccherà da vicino le tematiche più urgenti del mercato, come gli aspetti connessi all’ utilizzo delle risorse che il Pnrr destina all’innovazione anche per rafforzare il comparto manageriale a cui spetta la guida della transizione digitale nelle migliaia di Pubbliche amministrazioni italiane.


Perché non sarà la tecnologia da sola a far transitare l’Italia verso l’era digitale, servirà “qualificare i dati pubblici e razionalizzare i processi organizzativi affidandosi a professionisti esperti di digitalizzazione”.
“Una parte delle risorse del Pnrr- dichiara il professor Donato Limone, presidente del Comitato tecnico-scientifico di Anorc Professioni e presidente del Comitato di esperti in materia di innovazione tecnologica e transizione digitale della Pa istituito dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio per l’Innovazione Alessio Butti – dovrebbero servire a offrire un sistema di dati di qualità per la programmazione, da direzione, la gestione e il controllo delle Pa.

Perché più aumentiamo la qualità dei dati, più aumentiamo la qualità dell’azione amministrativa e dei servizi pubblici. Se continuiamo a pensare, come è successo per 50 anni nella storia dell’informatica pubblica, che le sole applicazioni innovative possono risolvere il problema della semplificazione amministrativa, è pura illusione”.

Investire sulla qualità dei dati, secondo l’Associazione, significa puntare sia sulla sicurezza delle infrastrutture che sulla formazione di professionisti come “data protection officer, digital protection officer e prima di loro sui manager della transizione digitale, che dovrebbero attivare progetti innovativi conoscendo bene tutti i presupposti”, spiega il presidente di Anorc Professioni, l’avvocato Andrea Lisi, attualmente componente dello stesso Comitato di esperti in materia di innovazione tecnologica e transizione digitale della Pa istituito dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio per l’Innovazione. “Perché un dato di qualità- continua Lisi- è un dato informatico completo e verificabile alla fonte, che sia ben protetto e rimanga integro nel database in cui viene conservato. Oggi soprattutto queste proprietà sono fondamentali.

Si parla di intelligenza artificiale e di come cambierà in meglio le nostre vite ma troppo spesso si dimentica che l’Ia si nutre di dati e se questi non sono affidabili si crea un meccanismo distorto, quel fenomeno del ‘pappagallo stocastico’ che ripete all’infinito ciò che sa senza domandarsi se sia vero o meno. Per questo nel digitale servono professionisti che garantiscano il corretto trattamento delle informazioni”.

Eppure l’impiego di queste figure professionali è ancora carente. Nel corso dell’evento, che sarà di natura tecnico-istituzionale e verrà diviso in due parti, sarà presentata l’indagine relativa agli obblighi normativi in materia di conservazione documentale da parte delle Pa, “da cui emerge- commenta Lisi- un quadro disarmante”.

A pagarne il prezzo sono i progetti innovativi e naturalmente i cittadini. “Solo per quanto riguarda i comuni- dichiara il professor Limone- secondo i dati Cgia Mestre del 2022 per la mancata semplificazione dei processi amministrativi ci sono 16 miliardi di costi aggiuntivi a quelli ordinari della burocrazia.
E’ evidente dunque quanto sia necessario partire da una razionalizzazione dei processi soprattutto nelle troppe realtà che ancora oggi fanno riferimento a modelli organizzativi vecchi di 30 o 40 anni”.

In occasione del Forum le istanze di Anorc saranno materia di confronto fra gli associati e i prestigiosi ospiti chiamati ad intervenire, tra cui spiccano i nomi di Agostino Ghiglia, componente del garante per la protezione dei dati personali e Mario Nobile, Direttore di Agenzia per l’Italia digitale (AgID).
L’evento ha ricevuto inoltre il patrocinio di Fondazione AIDR, AISIS, ANAI, ANDIP, APSP, AssoSoftware, Protech Cattedra Jean Monnet, CDTI, ReCEPL, Circolo dei Giuristi Telematici, Clusit, CNA Professioni, IIP, Procedamus, SIT, IAMCP Italia, ITKAM, IWA, POLIMI, Sos Archivi, Centro Ricerche Themis.

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