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De Niro loda Sorrentino: “‘È stata la mano di Dio’ intenso e personale, fantastico”

La star di Hollywood a Deadline recensisce l'ultimo film del regista partenopeo tessendone le lodi

Pubblicato:30-01-2022 14:29
Ultimo aggiornamento:30-01-2022 14:30

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Roma – A poche settimane dall’annuncio delle nomination per gli Oscar 2022 arrivano parole d’elogio perÈ stata la mano di Dio di Paolo Sorrentino, nella shortlist dei 15 migliori film internazionali. A tessere le lodi del film, non un attore qualunque, ma nientemeno che Robert De Niro. La star di Hollywood a Deadline ha dichiarato: “Ci sono così tante cose fantastiche in ‘È stata la mano di Dio’, la ricca storia di formazione di Paolo Sorrentino. È un film intensamente personale. Sorrentino, che ha scritto oltre che diretto, ha creato il suo surrogato Fabietto dal proprio DNA e dalle proprie esperienze e ambienta il film nella sua città natale Napoli”.

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Il film, vincitore alla scorsa edizione della Mostra del Cinema di Venezia del Leone d’Argento – Gran Premio della Giuria e del premio Marcello Mastroianni per il miglior attore emergente, è l’opera più intima e personale di Sorrentino. Carica di riferimenti autobiografici, la pellicola è la storia dell’adolescente Fabietto (Filippo Scotti), alter ego del regista, in bilico tra un doloroso presente e un futuro nebuloso, ma carico di speranze. Sullo sfondo la Napoli degli Anni 80, in fermento per l’arrivo di Maradona, colui che a suo modo salverà la vita del regista. Sorrentino infatti è sopravvissuto alla morte dei genitori, avvenuta per avvelenamento da monossido di carbonio a causa di una fuga di gas durante un soggiorno a Roccaraso, perché aveva deciso di restare a Napoli per andare a vedere il suo idolo calcistico allo stadio.

“Il co-protagonista più importante di Fabietto- spiega De Niro- non è uno degli attori del cast meraviglioso, ma piuttosto la città stessa. Si può condividere l’amore di Sorrentino per Napoli nelle prime bellissime inquadrature in avvicinamento aereo al Golfo di Napoli. Si vede nel suo affetto per la varietà dei personaggi presenti: eccentrici, spesso molto divertenti, più grande della vita, appassionati (con questo intendo forti), pieni di gioia e speranza”, dichiara il due volte premio Oscar. “Sono stato a Napoli solo poche volte- prosegue De Niro-, ma per me questo film è decisamente napoletano, nel modo in cui molti dei film di Marty Scorsese (Wolf of Wall Street, Bringing Out the Dead, Mean Streets, Taxi Driver, ecc.) e molti altri dei film di Woody Allen (Annie Hall, Broadway Danny Rose, Manhattan, ecc.) sembra essenzialmente New York City. Napoli per molti versi mi ricorda la New York italo-americana che amo”.

“La posizione dell’Italia meridionale serve bene la narrazione di Sorrentino- prosegue la recensione del film firmata dalla star americana-. Dice: ‘La realtà è solo il punto di partenza per una storia. Deve essere reinventata. Qui a Napoli abbiamo un modo divertente di reinventare i ricordi’. Nonostante la tragedia che è letteralmente al centro del film, ‘La mano di Dio’ trabocca di divertimento. Scene come il pranzo all’aperto della famiglia allargata e la successiva gita in barca sono così affascinanti e divertenti. E mentre la storia centrale è Fabietto strappato alla sua precaria giovinezza e trascinato a un’età adulta prematura e sgradita, le storie raccontate lungo la strada non hanno prezzo. Ad esempio, c’è Armà, il contrabbandiere di sigarette/cappuccio di poco conto/teppista violento/amico solidale e infine galoppino; stravagante, sì, ma completamente credibile per me viste le esperienze che ho avuto New York da bambino”.

“E c’è Capuano (il vero Antonio Capuano, famoso regista napoletano, che fu mentore del giovane Sorrentino). In una scena meravigliosa verso la fine del film, Fabietto supplica Capuano di dargli una direzione. Capuano lo interroga alternativamente e lo rimprovera, le loro voci si alzano, quasi musicalmente. Sembra la scena di una grande rappresentazione d’Opera- dichiara l’indimenticabile interprete di ‘Taxi Driver’, ‘Casinò’ e ‘Toro scatenato’-. Fabietto gli dice: ‘Non mi piace più la realtà. La realtà è pessima. Ecco perché voglio fare film”. Vuole andare a Roma per sfondare nel cinema. Capuano gli urla: “A Roma vanno solo gli stronzi! Sai quante storie ci sono in questa città… Guarda! … Possibile che questa città non ti ispiri per niente? … Hai una storia da raccontare? Trova il coraggio di dirlo! … Sputalo fuori!”. Fabietto va comunque a Roma. Alla fine del film, sta arrivando. E ora – 35 anni dopo – Sorrentino è tornato a Napoli per ‘È stata la mano di Dio’. Va bene. Mille Grazie, Paolo!”, conclude De Niro omaggiando Sorrentino.

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