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Locatelli: “Chi rifiuta il vaccino anti-Covid non vuole bene a se stesso e agli altri”

Il coordinatore del Cts si dice soddisfatto della campagna vaccinale, ma non della comunicazione: "Qualcuno è diventato preda di incontinenza mediatica"

Pubblicato:29-09-2021 10:31
Ultimo aggiornamento:29-09-2021 12:53

FRANCO LOCATELLI
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GENOVA – “Chi rifiuta la vaccinazione non si vuole bene e non vuole bene a chi è vicino, nel senso che non si protegge ed espone i conviventi e i contatti a un rischio, oltre ad esporre i familiari alla possibilità di entrare in una situazione difficile perché chi non è vaccinato è esposto al rischio di patologia grave anche fatale. Il messaggio forte è: se vi volete bene, vaccinatevi“. Così il coordinatore del Cts, Franco Locatelli, stamattina a margine del convegno “Meet in Italy for life sciences” a Genova.

“In particolare- prosegue Locatelli- l’appello è che si vaccinino gli oltre tre milioni di nostri connazionali oltre i 50 anni di età che per ragioni anagrafiche sono esposti al rischio di sviluppare patologie gravi“. Il presidente del Consiglio superiore di sanità, per contro, sottolinea che “l’adesione alla campagna vaccinale nella fascia 20-29 anni è superiore a quella osservata nelle due decadi successive: i giovani hanno dato una grande lezione di sensibilità rispetto a quanto può offrire il vaccino a tutto il Paese”.

“QUALCUNO È DIVENTATO PREDA DI INCONTINENZA MEDIATICA”

La comunicazione in situazione emergenziale pandemica è qualcosa su cui andrà aperta una riflessione. Si è parlato di infodemia: io dico che qualcuno è diventato preda di incontinenza mediatica – spiega Locatelli -. Uso un termine volutamente provocatorio perché va evitato di utilizzare situazioni come queste per visibilità personale, dovendosi, invece, privilegiare sia la responsabilità nella comunicazione, sia tutto quello che pertiene a strategie di interesse globale e nazionale”.


“LA CAMPAGNA VACCINALE ITALIANA È STATA CHIARAMENTE UN SUCCESSO”

La campagna vaccinale del Paese, e lo scandisco, è stata chiaramente un successo. Abbiamo più dell’82% della popolazione vaccinabile che ha ricevuto almeno una dose e non è un caso che la nostra curva epidemica del covid sia la migliore di tutti i Paesi europei” ha aggiunto il coordinatore del Cts.

“IL COVID È LA QUARTA CAUSA DI MORTE IN ITALIA, LA TERZA IN USA”

Il Covid è diventata la quarta causa di morte in Italia. Negli Stati uniti è addirittura la terza nel 2020″ ha spiegato il coordinatore del Cts, Franco Locatelli, nel suo intervento al convegno “Meet in Italy for life sciences” a Genova. “Oltre a questo carico di dolore per le vite umane perse c’è anche la chiara evidenza che la pandemia ha portato a un’alterazione o a un’interruzione nei servizi nelle prestazioni sanitarie offerte. Il 94% dei Paesi che ha risposto a un sondaggio dell’Oms ha riportato un’alterazione e più di un terzo dei Paesi ha riportato una riduzione superiore al 50%”.

“LA TERZA DOSE A CHI HA AVUTO IL COVID? DIPENDE DAL RISCHIO”

Chi ha avuto il Covid e ha ricevuto una sola dose di vaccino dovrà aderire alla campagna per la dose vaccinale aggiuntiva? “Non è tanto una questione di chi ha ricevuto una dose perché prima avuto un’infezione da Covid, ma il discorso sulla terza dose o sulla dose aggiuntiva è stato improntato di più sul profilo di rischio dell’individuo” chiarisce Locatelli.

“LA TERZA DOSE NON È SCONTATA PER GIOVANI E SANI”

“Dico con estrema chiarezza che per quello che riguarda i soggetti sani e giovani è tutto fuorché scontato che si debba andare verso una terza dose. Questo è stato detto chiaramente anche dall’Agenzia europea del farmaco piuttosto che dalla stessa Oms” spiega il coordinatore del Ct a Genova. Il presidente del Consiglio superiore di sanità aggiunge che non va dimenticato “che abbiamo una situazione mondiale globale per cui è importante riuscire a dare copertura a quei Paesi a basso e medio reddito, dove la campagna vaccinale è imparagonabilmente più bassa della nostra”.

“La platea della terza dose è già stata estesa- ricorda Locatelli- perché, dopo i soggetti immunodepressi per i quali parlerei di dose addizionale più che di dose ‘booster’ o terza dose, c’è già stata l’indicazione molto precisa per i soggetti sopra gli ottant’anni e residenti nelle Rsa. E anche per il personale sanitario, dando privilegio agli ultra sessantenni e a chi ha condizioni di fragilità. Per il personale sanitario l’obiettivo è fornire il massimo della garanzia a chi si rivolge agli operatori sanitari e anche per dare continuità e recuperare tutte le prestazioni che sono state inevitabilmente ritardate o interrotte durante il periodo pandemico”.

Poi, conclude il coordinatore del Cts, “è chiaro che si potranno considerare anche altre categorie, altri soggetti connotati da fragilità come i cirrotici o i soggetti che hanno grande obesità o coloro che hanno fibrosi polmonare”.

“INSIEME A QUELLO ANTI-COVID VA PROPOSTO ANCHE IL VACCINO CONTRO INFLUENZA E PNEUMOCOCCO”

Non solo vaccino contro anti Covid e influenza: è consigliato fare anche quella contro lo pneumococco. Lo spiega il coordinatore del Cts, Franco Locatelli, stamattina a Genova a margine del convegno “Meet in Italy for life sciences”.

Quella anti covid e quella antinfluenzale “sono due vaccinazioni largamente raccomandate nelle popolazioni esposte a maggior rischio di sviluppare patologia grave, quindi mi riferisco agli anziani e a coloro che si connotano per condizioni di fragilità“.

Il presidente del Consiglio superiore di sanità aggiunge che “già l’anno scorso abbiamo avuto anche un 50% di dosi antinfluenzali in più: va continuata questa strada anche integrandola con una terza vaccinazione che è la vaccinazione anti pneumococco per i soggetti oltre i sessant’anni, perché le polmoniti da pneumococco possono avere dei tassi di fatalità tutt’altro che trascurabili”. 

“LA RIAPERTURA DELLE DISCOTECHE? VALUTEREMO QUANDO CI VERRÀ CHIESTO”

Il principio che ha guidato tutte le riaperture è stato quello della gradualità, privilegiando tutte quelle situazioni sociali, di divertimento e di intrattenimento anche culturale connotate da un minor profilo di rischio. Questa è anche la ragione per cui negli stadi si è andati al 75% invece che al 100%. La questione delle discoteche la valuteremo quando verrà posta“. Così il coordinatore del Cts, Franco Locatelli, stamattina a Genova a margine del convegno “Meet in Italy for life sciences”.

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