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Omicidio 21enne a Taranto, probabile movente passionale ma non era il vero bersaglio del killer

Il vero bersaglio del 33enne fermato era il fratellastro della vittima che avrebbe una relazione con la ex del presunto killer

Pubblicato:29-06-2021 11:56
Ultimo aggiornamento:29-06-2021 17:33
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BARI – Non era il 21enne l’obiettivo di Antonio Bleve, l’uomo di 33 anni fermato dagli agenti di polizia a Taranto perché considerato l’autore dell’omicidio di Alessio Serra, assassinato la scorsa notte a Taranto. Con ogni probabilità, il vero bersaglio del 33enne era il fratellastro della vittima che avrebbe una relazione con la ex del presunto killer. Secondo quanto emerso finora, Bleve avrebbe raggiunto via Capocelatro per affrontare il suo rivale che vedendolo armato di pistola, si sarebbe nascosto dietro un’auto. Il 21enne invece, avrebbe provato a disarmarlo quando il 33enne ha premuto il grilletto. Uno il colpo di beretta mortale che ha raggiunto la vittima al petto non lasciandogli scapo. Il 33enne è accusato di omicidio volontario, di tentato omicidio e di possesso e porto abusivo di pistola clandestina.

Un 21enne, Alessio Serra, è stato ucciso la scorsa notte a Taranto. Secondo quanto emerso finora, Serra intorno all’una e trenta si trovava in via Capecelatro quando è stato raggiunto da uno dei cinque colpi di arma da fuoco esplosi che lo hanno ferito in modo grave. Soccorso dal personale 118 e trasportato all’ospedale SS. Annunziata, il 21enne è morto poco dopo il suo arrivo in pronto soccorso. Sull’accaduto indagano gli agenti di polizia. La vittima era stata arrestata nell’aprile scorso. Al momento non è esclusa alcuna ipotesi alla base dell’agguato.

Gli agenti della squadra mobile di Taranto hanno fermato un 33enne con diversi precedenti penali in quanto considerato l’autore materiale dell’omicidio. Il presunto killer è stato rintracciato in una abitazione del rione Tamburi mentre nelle campagne del quartiere Paolo VI sotto un grosso masso è stata trovata una Beretta calibro 9 short, con matricola abrasa, completa di caricatore con quattro proiettili dello stesso calibro che potrebbe essere l’arma del delitto. Il 33enne risponde di omicidio volontario, di tentato omicidio e di possesso e di porto abusivo di pistola clandestina. Le indagini proseguono per “meglio definire la dinamica dell’accaduto”.


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