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Report del Consiglio Grande e Generale, seduta del 28 aprile – pomeriggio

Pubblicato:29-04-2021 08:35
Ultimo aggiornamento:29-04-2021 08:35
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Tutela della maternità, in particolare per le ‘ragazze madri’, e della famiglia al centro di due progetti di legge in prima lettura proposti 1) uno dal gruppo consiliare Pdcs e 2) l’altro dal gruppo di Libera, discussi nel corso dei lavori consiliari di oggi pomeriggio.


La seduta pomeridiana è ripartita quindi con il dibattito sulla programmazione dell’Ateneo concluso con l’approvazione del relativo Documento. In seguito è stato presentato, al Comma 32, da parte del consigliere Pdcs Francesca Civerchia il Progetto di legge“Forme di sostegno nei confronti delle donne sole in stato di gravidanza e dei nuclei famigliari monogenitoriali in situazioni socio-economiche di particolare gravità”, a firma del gruppo Dc. Nel corso del dibattito sono emerse posizioni trasversali sul tema da parte dei consiglieri dei gruppi consiliari sia di maggioranza che di opposizione: per esempio, assolutamente a favore del provvedimento si dichiara Miriam Farinelli di Rf, mentre in maggioranza tra i consiglieri di Rete, Paolo Rondelli sostiene piuttosto la necessità di affrontare il provvedimento insieme al progetto di legge di iniziativa popolare relativo all’interruzione di gravidanza, mentre Gian Matteo Zeppa suggerisce maggior attenzione perché la norma non si intersechi e ‘cozzi’ con altre leggi già esistenti. E sempre tra le file della maggioranza, Denise Bronzetti, Npr, esprime contrarietà sul mancato confronto in maggioranza sul testo ed evidenzia alcuni punti su cui intervenire con correttivi. Pdl bocciato come ‘assistenzialista’ dal consigliere di Libera Guerrino Zanotti: “Leggo fra le righe di questo Pdl- chiosa- un tentativo di mettere qualche mattoncino in vista della tornata referendaria sull’aborto”.

L’Aula passa poi al comma 33, alla presentazione del Pdl presentato da Libera “Modifica della Legge n.137 del 29 ottobre 2003 (Interventi a sostegno della famiglia) e del Decreto Delegato 4 agosto 2008 n.116 (Tutela delle lavoratrici gestanti, puerpere e in periodo di allattamento)” su cui segue un dibattito in cui i consiglieri manifestano a livello bipartisan attenzione per le proposte. Quindi il Comma 34 con la presentazione in prima lettura del Progetto di legge “Disposizione per la prevenzione ed il contrasto del fenomeno del cyberbullismo”, a firma di Domani Motus Liberi che incassa il favore dei gruppi di opposizione e qualche tirata d’orecchie invece da qualche collega di maggioranza. Gian Nicola Berti, Npr, lamenta infatti la mancanza di condivisione del progetto tra gli alleati: “Non è che non siamo a favore di un intervento sul cyber bullismo- puntualizza- ma per come è stato portato avanti, il pdl non ci trova pienamente d’accordo, si confondono aspetti penali con aspetti più sanzionatori ed educativi”. Anche Reffi di Rete, osserva la necessità di “revisionare e semplificare”il testo, anche se conferma l’intenzione di accoglierlo. A fine dibattio, Michela Pelliccioni di Dml, si toglie qualche sassolino dalla scarpa: “Ci si augura- manda a dire ai consiglieri alleati- non si debba fare anche un pdl sul political-bullismo”.


Terminati i comma relativi ai progetti di legge in prima lettura , l’Aula passa a un confronto vloce sulla “Relazione annuale del Segretario di Stato con delega per le Politiche Giovanili sull’attività svolta dalla Commissione per le Politiche Giovanili, sullo stato di attuazione della legge quadro per l’attivazione di politiche a favore dei giovani e sullo stato di attuazione del piano biennale ai sensi dell’articolo 11 della Legge 30 luglio 2007 n.91”.

La seduta si conclude con la votazione degli Ordini del giorno presentati nelle precedenti sessioni consiliari. 1) Respinto il primo Odg presentato da Libera per invitare il Governo ad elaborare un piano strategico di rilancio dell’economia ed a presentare un progetto di legge per l’istituzione dell’anagrafe dei crediti in sofferenza; 2) Approvato all’unanimità l’Odg promosso da Dml e sottoscritto da tutti i gruppi consiliari ‘per l’accesso da remoto al servizio “punto di ascolto” attivato dalla Segreteria di Stato per l’Istruzione, per la predisposizione di servizi/attività extrascolastici da remoto da concordare con la I Commissione Consiliare Permanente e per l’implementazione di attività da remoto anche da parte di istituti scolastici, associazioni, federazioni ed organizzazioni private’.

La sessione consiliare di Aprile infine si conclude in anticipo rispetto all’ordine del giorno dei lavori.

Di seguito un estratto degli interventi al comma 32 e le relazioni dei progetti di legge presentati in prima lettura.

Comma 32. Progetto di legge “Forme di sostegno nei confronti delle donne sole in stato di gravidanza e dei nuclei famigliari monogenitoriali in situazioni socio-economiche di particolare gravità” (presentato dal Gruppo Consiliare del Partito Democratico Cristiano Sammarinese) (I lettura)

Francesca Civerchia, Pdcs dà lettura della relazione

‘Il presente progetto di legge presentato a questa onorevole aula nasce da una profonda e sentita esigenza di integrare la legge n. 137 del 29 ottobre 2003 relativa ad interventi a sostegno della famiglia. Esso si propone di definire un quadro normativo tale da garantire la tutela e il supporto alla donna la quale, per cause a volte indipendenti dalla propria volontà, si trovi a vivere la gestazione e il puerperio in condizioni di disagio psicologico, economico e sociale. L’art. 12 della Dichiarazione dei diritti dei cittadini e dei principi fondamentali dellOrdinamento Sammarinese dichiara che: La Repubblica tutela l’istituto familiare fondato sul! ‘uguaglianza morale e giuridica dei coniugi. Ogni madre ha diritto ali ‘assistenza ed alla protezione della comunità. La legge garantirà ai figli nati fuori dal matrimonio ogni tutela spirituale, giuridica e sociale”.
Onorevoli Consiglieri, non si può consentire che, ancora oggi, sussistano situazioni nelle quali la donna, che si trova sola ad affrontare la meravigliosa esperienza della maternità, non abbia la certezza di essere accolta, tutelata e sostenuta, in un tessuto normativo e sociale idoneo a garantirle sicurezze ed un futuro dignitoso. Questi ultimi anni sono stati caratteri
zzati da profondi mutamenti in ambito economico, sociale, ideologico e culturale. Mutamenti che si sono riverberati sulla forma e sul significato di famiglia. Considerate, inoltre, come la nostra Repubblica non sia immune dal rischio di una decrescita demografica. Anche per questa ragione, pertanto, ritengo necessario rivolgere un’attenzione particolare alla famiglia, nucleo fondante della nostra società. Sia essa intesa nel senso tradizionale del termine, sia essa composta da un solo genitore. La ragazza madre è spesso una giovane donna priva del sostegno affettivo ed economico di un compagno. Ella compie una scelta d’amore consapevole di affrontarla in condizioni di solitudine spirituale e difficoltà materiali. Queste nuove famiglie sono composte da figli piccoli o adolescenti ed un unico genitore. La madre è costretta a sopperire all’assenza del padre. Non possiamo sottacere le difficoltà che la madre incontra in queste condizioni: mancanza di un lavoro, di una casa propria, del dovuto sostegno durante la gravidanza e nel tempo successIvo al parto. E non possano fare affidamento su di un servizio preposto alla loro accoglienza, su assistenti sociali e psicologi che le accompagnino, infondendo fiducia, in un percorso di autonomia ed inserimento sociale. Sottolineo che, in buona parte dei casi, considerata anche la giovane età, queste ragazze si trovano costrette a sospendere o addirittura abbandonare gli studi. Esse rinunciano, per necessità non libera scelta, a formare e realizzare la propria persona. Questo condiziona e può pregiudicare l’accesso al mondo del lavoro.
È dovere delle Istituzioni sostenere la madre. La legge deve garantire una vita dignitosa coerente alla dignità e al coraggio della scelta di portare avanti una gravidanza in solitudine e in solitudine crescere il figlio. Per queste ragioni, propongo di approvare una legge preposta alla tutela dello status di ragazza madre sia grazie al sostegno materiale sia attraverso la formazione culturale e professionale. Riteniamo fondamentale l’istituzione, all’interno dell’UOC Servizio Minori dell’area dedicata al sostegno alla famiglia, di figure specifiche OSS ed educatori sociali che supportino le ragazze durante la gravidanza ed il puerperio.
Confidiamo o in un positivo accoglimento del progetto di legge pensato ed articolato per garantire alle ragazze madri quello status che non deve essere diverso da quello di qualunque altra donna. La presente legge si sviluppa in nove articoli, punti salienti del progetto possono così riassumersi:
L’Art. l (Finalità) disciplina gli ambiti di applicazione della presente legge, ne stabilisce le finalità ed in conformità con a quanto previsto dalla Dichiarazione dei diritti dei cittadini e dei principi fondamentali dell’ordinamento sammarinese garantendo il sostegno alla famiglia e tutela la gravidanza, riconoscendo a tutte le persone il diritto di godere del più ampio standard conseguibile di salute, prevedendo misure appropriate per assicurare tutte le forme di sostegno.
L’Art. 2 (Ambito di applicazione e definizioni) definisce gli abiti di applicazione e definisce dal punto di vista giuridico lo status dei nuclei monogenitoriali, si definisce inoltre con l’espressione “donna sola in stato di gravidanza” la donna gestante che forma un nucleo famigliare autonomo.
L’Art.3 (Divieti di discriminazione) vieta ogni forma di discriminazione della donna in qualsiasi ambito in particolare in abito lavorativo e di progressione di carriera.
L’Art. 4 (Accesso a specifici servizi socio-sanitari) stabilisce il ruolo e i servizi erogati dal D.O.C. Servizio Minori in particolare nel presente articolo viene definita per legge assegnazione del personale qualificato al D.O.C. per il supporto psicologico delle donne sole in stato di gravidanza e dei nuclei famigliari monogenitoriali. Inoltre, si stabilisce il servizio di sostegno alla genitorialità in favore dei nuclei famigliari monogenitoriali con figli di età inferiore a tre anni. Apposito regolamento interno adottato dalla U.O.C. Servizio Minori dovrà disciplinare la corretta e omogenea applicazione delle funzioni attribuitegli dalla presente legge.
L’Art. 5 (Forme di sostegno economico) disciplina le misure di sostegno per l’accesso dei soggetti invidiati ali’articolo 2, indica la modalità di richiesta e stabilisce tutte le forme di sostentamento economico. Elemento di assoluta novità è il punto 2 (garanzia del reddito minimo) prevedendo ai nuclei famigliari monogenitoriali un reddito minimo di euro 700,00 mensili maggiorato di euro 150,00 per ogni figlio e alle donne sole in stato di gravidanza l’importo di euro 580,00 mensili
.
L’Art.6 (Inserimento lavorativo e supporto per la prosecuzione degli studi), ha lo scopo disciplinare l’inserimento dei soggetti in ambito lavorativo e di supportarIi nel percorso di formazione scolastica.
L’iscrizione nelle pubbliche graduatorie sia per il settore privato che per il settore pubblico sarà accompagnata da apposito certificato di punteggio rilasciato dagli organi competenti. I soggetti in possesso dell’attestazione di iscrizione ad un corso di studi presso l’Università degli Studi di San Marino sono esentati dal pagamento delle tasse universitarie per un periodo di tempo pari ad un anno decorrente dalla data di rilascio dell’attestazione.
L’Art. 7 (Assegnazione a titolo gratuito di alloggi di proprietà dell ‘Ecc. ma Camera) questo articolo disciplina le modalità di sostegno relativo all’accesso ad alloggi di proprietà dello Stato qualora la ragazza madre (o padre) necessiti di un’abitazione.
L’art. 8 (Patrocinio legale) regolamenta gli aspetti di assistenza legale dei soggetti, dei nuclei familiari e mono genitoriali e disciplina l’ottenimento del patrocinio gratuito.
L’Art. 9 (Diritto all
‘anonimato e alla privacy) Con questo specifico articolo si chiarisce che la donna che per qualsiasi ragione scelga di partorire nell’anonimato, non riconosca iI figlio nato e lo affidi al personale ospedaliero immediatamente dopo il parto, non ricade nei casi previsti dall’articolo 161 del Codice penale (abbandono di minore). Inoltre, per il bambino nato, che non sia stato riconosciuto da nessuno dei due genitori, è dichiarato lo stato di adottabilità ai sensi delle leggi in vigore.
L’Art. 10 (Entrata in vigore) il presente articolo indica l’entrata in vigore della legge.

Eccellenze,
Onorevoli colleghi consiglieri,
Il presente progetto di legge come detto in premessa vuole essere un contributo, aperto al confronto, al dialogo e ovviamente al miglioramento, di atti normativi a sostegno della famiglia con proposte ed azioni volte a fornire tutela e supporto alla donna che, a volte, per cause indipendenti dalla propria volontà, si trova a vivere la propria gestazione e conseguente puerperio in acclamate condizioni di disagio psicologico, economico e sociale.
Faccio un’apertura a tutti i consiglieri in aula per giungere all’approvazione della legge e agevolare la sua applicabilità. La legge è stata limitata alla sua applicabilità, a donne sole, la casistica è limitata e ci consente di avere il controllo di queste situazione, ma proprio perché limitata, le norme spesso non vanno a sostenere casi così poco numerosi. Invece il sostegno alla genitorialità consente la scelta di tenere il bambino, perché le madri si sentono supportate dalle istituzioni. Ringrazio il Pdcs per la grande convizione a questo Pdl e in particolare le donne che mi hanno sostenuto. Rimango a disposizione di tutte le forze in aula perché tengo all’applicabilità della norma per sostenere donne in grande solitudine
Massimo Andrea Ugolini, Sds con delega alla Famiglia
Nel nostro ordinamento non esiste una specifica legislazione che tutela le donne in difficoltà economiche che si trovano in difficoltà a sostenere la nascita di figli e i loro primi anni di vita, per donne abbandonate dal compagno o che restano incinta senza avere una relazione stabile e senza occupazione. Tale situazione può indurre a prendere decisioni non ponderate sul nascituro e che potrebbero portare poi a ripercussioni psicologiche per tutta la loro vita. I proponenti portano in aula un primo tentativo di sensibilizzazione verso questo tema che riguarda sì casistiche limitate, ma attraverso questa proposta interventi in ambito sociale ed economico sono formulate per sostenere donne in forte precarietà, per superare questo momento. Anche se riguarderà pincipalmente donne, credo sia giusto l’aver inserite la formula utilizzata a tutela della ‘famiglia monogenitoriale’. L’assistenza prevista da questo Pdl interviene in tutti gli ambiti. Ritengo l’iniziativa in esame un importante tassello per supportare situazioni critiche e che si andrà a inserire in un contesto più ampio nel momento che si andranno a valutare tutte le esigenze della famiglia.
Guerrino Zanotti, Libera
E’ sempre apprezzabile quando consiglieri affrontano tematiche in prima persona che poi ci troviamo a discutere in aula, significa rappresentare a pieno l’organo legislativo. Detto questo, non posso far altro che osservare come questo pdl metta in luce due visioni diametralmente opposte su genitorialità e maternità e tutto ciò che affrontano le neomadri o neofamiglie. Il pdl infatti intende relegare un aspetto di sostegno ai monogenitori, con questo spirito puralmente assistenzialista e paternalista che non fornisce strumenti, come al contrario vorrebbe la nostra visione, affinché neomamme sole devono avere piuttosto una rete di sostegno che non le rileghi o ghettizzi semplicemente garantendogli il reddito e relegandola comunque al ruolo che nella legge si definisce di ‘recupero sociale’. Non siamo assolutamente convergenti a questa visione, abbiamo tutt’altra visione del ruolo delle donne e delle madri nella società. Leggo fra le righe di questo Pdl un tentativo di mettere qualche mattoncino in vista della tornata referendaria sull’aborto che vedrà protagonista la nostra cittadinanza. E credo che, nel momento che andremo all’esame dell’articolato, non ci sia spazio per convergere. Abbiamo trovato diversi passaggi critici nell’articolato che non possono neanche essere emendati. Per esempio, si lega la possibilità di sostenere economicamente i monogenitori attraverso l’inserimento in un decreto a scadenza alla fine dell’emergenza sanitaria. E’ un punto da correggere.
Alessandro Mancini, Npr
Fa specie sentire un intervento come quello precedente da un uomo di sinistra. Il pdl vuole dare sostegno a, per fortuna, pochi casi che però ci sono nel nostro Paese. Ci si pone il problema di intervenire con una misura mirata per madri sole che si trovano senza casa propria e occupazione nel periodo della nascita e del post-parto. E allora ci si pone il problema di dare loro sostegno e inserimento sociale. Va considerata anche la loro giovane età, spesso si trovano costrette anche ad abbandonare studi. Il Pdl definisce lo status giuridico di gruppo monogenitoriale e individua tre tipi di intervento: servizi sociali e sanitari, misure economiche di sostentamento e, questa la novità, la garanzia di un reddito minimo mensile. Importante è poi l’articolo sull’inserimento lavorativo e il supporto allo studio e importante è il diritto all’anonimato e alla privacy per chi non voglia riconoscere il figlio nato, dopo il parto. L’auspicio è che ci possa essere davvero un confronto propositivo che accompagni questo pdl in sede referente.
Miriam Farinelli, Rf
Non sempre la famiglia è costituita da mamma e papà, sempre più troviamo mamme sole, perché senza partner e senza famiglie alle spalle, sole perchè hanno subito dei lutti. Giusto quindi prevedere un pdl che dia sostegno a una mamma, ogni mamma aiutata è un investimento per la comunità. L’investimento su famiglie monogenitoriali sarà sicuramente ad alto rendimento per la collettività, ben venga un pdl di auto a mamme sole e a famiglie monogenitoriali in difficoltà.
Maria Cristina Albertini, Pdcs
Il pdl presentato oggi nasce dalla nostra piccola ambizione di offrire un piccolo strumento di supporto a donne che vivono la gestazione e il perpuerio in condizione di disagio economico e sociale, nemmeno San Marino è infatti esente da queste casistiche, seppure circoscritte. Queste mamme richiedono attenzioni particolari che devono coinvolgere servizi sociali ed educativi, i quali devono operare in rete per dare un sano percorso di crescita a mamma e bambino. La possibilità di ricevere sussidi dallo Stato, la possibilità di accedere a una casa di edilizia popolare e di proseguire la carriera scolastica o lavorativa, senza discriminazione, sono una serie di supporti fondamentali per dare condizioni dignitose di vita a donne che dignitosamente hanno scelto di accogliere una nuova vita.
Paolo Rondelli, Rete
Mi trovo in linea con quanto detto in parte dal collega Zanotti e mi discosto da alcune considerazioni fatte da colleghi di maggioranza. Questa norma, lodevole nella sua indole, secondo me andrebbe affrontata e fusa con un’altra serie di norme giacenti. Mi risulta sia giacente dopo la prima lettura da parecchi mesi una legge che parla di educazione alla genitorialità e che anche considera la possibilità di interruzione di gravidanza. Perché non prendere e fondere i due contesti, dove andiamo a parlare di supporto alla maternità? Secondo me, affrontare solo questo disegno di legge, senza aver affrontato quelli precedentemente depositati, tra l’altro con centinaia di firme di cittadini, è irrispettoso nei loro confronti. Quanto meno vanno portati di pari passo a compimento in quest’aula. Ci sono poi una serie di questioni legate all’ambito di definizione: non mi piace quella di ‘gestante che forma un nucleo familiare autonomo’. E se fosse ancora residente con il proprio nucleo familiare e proprio per quella gravidanza venisse messa da parte? Finalmente parliamo invece anche di padre con nucleo monogenitoriale, capita. E’ una discriminazone che una donna single e ricorre alla fecondazione in vitro all’estero non sia riconosciuta a San Marino, mi pongo il problema leggendo l’articolo 3.

Matteo Rossi, Npr
Mi sento destabilizzato a livello politico nel sentire il parere favorevole di Miriam Farinelli, quello contrario e di un compagno di sinistra come Zanotti e come quello di Rondelli. Credo che i principi di questa iniziativa vadano salvaguardati. Il punto è che si inizia a parlare anche di uomo, non è solo la donna che può aver difficoltà, ci sono nuclei familiari di uomini con figli e va assolutamente tenuto in considerazione. Il tema del reddito minimo per una persona di estrazione di sinistra credo debba essere sostenuto, non è reddito di cittaidnanza, è un aiuto concreto per un periodo limitato di tempo. I casi sono pochi ma dobbiamo saperli prevedere e gestire. Credo ci siano punti estramente interessanti, come il poter elargire queste somme dalla Smac è una cosa importante che dà rilevanza ai consumi interni. Poi le persone qui potranno avere aiuto nell’inserimeno al mondo del lavoro, si tiene conto anche di questo, del proseguimento degli studi, con l’esenzione della retta universitaria per un anno. Mi sento di sostenere questo progetto e che con il lavoro di tutti si possa raggiungere un ottimo obiettivo.
Daniela Giannoni, Rete
Dobbiamo dare dignità alle donne oggetto di questo pdl, quindi eviterò il pietismo. Come Rondelli faccio riferimento al fatto che ci sono pdl in attesa di esame che prevedono l’interruzione di gravidanza. Qui parliamo di donne sole che hanno bisogno di tutele, sostegno e professionalità che il nostro Paese può dare, parliamo di casi limitati ma ci sono. Sottolineo l’importanza della tutela della donna, oltre che dela madre: va bene lo Stato assistenzialista, ma dobbiamo fare in modo che questa madri e prima ancora le donne possano vivere una vita dignitosa. Bene il reddito minimo, ma va poi garantito l’inserimento al lavoro o il proseguimento degli studi. Credo ci siano basi per svolgere un lavoro legislativo e con il contributo di tutti i gruppi in commisisone, andremo ad arricchire il quadro normativo sul ruolo della donna e sulla parità di genere, in ogni caso ritengo sia solo una piccola parte di un discorso più ampio da affrontare e già affrontato da proposte ancora ferme nel cassetto.
Vladimiro Selva, Libera
Non dubito delle buone intenzioni di chi ha formulato questo pdl e condivido la preoccupazione che la politica deve avere in merito a una difficoltà che si regitra nel nostro paese e che le famiglie hanno nel sostenere la genitorialità. E’ evidente il calo delle nascite che in qualche caso può essere legato a situazioni di difficoltà estrema e che possono portare a scelte difficili e non legate al momento. E’ il tema portato all’ordine del giorno sia da iniziative legislative popolari e sia dalla campagna sulla depenalizzaizone per l’interruzione di gravidanza volontaria. Se c’è un’osservazione da fare al pdl è che rischia di cadere nell’assistenzialismo e di aprire altre questioni, con interventi spot si rischia di creare discriminazioni, servirebbe una visione più complessiva.
Gian Matteo Zeppa, Rete
Condivido le motivazioni anche di chi mi ha preceduto. E’ ovvio che un pdl del genere deve intersecarsi all’interno di progetti che ancora aspettano un passaggio in commissine o con normative effettive che devono essere riviste, ancor più in virtù dello stato pandemico che lascerà strascichi. Il pdl proposto credo debba interagire con tutte le segreterie di Stato toccate dai provvedimenti, non può essere una normativa che vive di vita propria, serve coordinamento.
Oggi certe situazioni possono anche non emergere per pudore, si parla di reddito di assistenza, vorrei capire, visto che i pdl devono essere fatti per una casistica certa, se si può definire oggi di quanti numeri parliamo, per capire di che dinamiche stiamo parlando. Se facciamo un pdl peculiare per una certa situazione bisogna considerare che è comunque un progetto di legge e che esistono altre normative in cui va intersecarsi ed è bene non cozzino tra di loro. Credo la base sia buona, ma spero si possa integrare poi con altri pdl e tenga conto delle peculiarità di tutte le Segreterie chiamate in causa.
Iro Belluzzi, Npr
C
redo nessuno possa schierarsi contro la vita, anche solo in funzione della crisi demografica interna alla Repubblica. In attesa di costruire una norma che vada a recepire il quesito referendario sull’interruzione di gravidanza, ricordo che nella scorsa legislatura era stato presentato un pdl per la valorizzazione e il sostengo alla vita. Si parlava di consultori familiari, di gravidanza consapevole e di educazione affettiva per portare a una scelta precisa, valorizzare la vita. Il pdl presentato non mi sembra debba mettere in interconnessine mille esperti e miòle segreterie di Stato. Siamo ben lontani dalla semplificazione normativa. Se si vuole aiutare ch ha difficoltà economica o abitativa, credo basterebbe un regolamento. Se la volontà è di aiutare a far sì che ‘la vita trionfi’, o più semplicamente sostenere famiglie monogenitoriali, bastano pochi interventi già delineati. All’interno della Commissione referente faremo osservazioni per far sì che si possa in breve tempo portare una norma per dare intanto sostegno a chi ne ha bisogno.
Michela Pelliccioni, Dml
Vorrei in primis rivolgere il mio apprezzamento a questa legge rivolta a soggetti fragili della società, alle figure femminili.
Nicola Renzi, Rf
Si possono avere due approcci nell’affrontare questo pdl: agganciarlo ad altri provvedimenti e alla discussione sull’aborto, che credo si dovrà comunque fare, oppore un altro approccio è verificare se i casi previsti dalla legge possano esistere o meno nel paese. Se anche un solo aborto fosse motivato da aspetti sociali ed economici, credo sarebbe una sconfitta per tutti noi. Credo un dialogo franco sia possibile. Io vedo due problematiche sul testo e lo dico per migliorarlo: forse è un po’ farraginoso, implica il coinvolgimento di molte realtà che potrebbero inceppare il meccanismo. Poi è il caso che non si cada nell’assistenzialismo e porti ‘escamotage’ che portino ad abusi. Vi prego sull’articolo 7 comma 3, dove c’è il congresxo di Stato che decide di dare o non dare una casa a ua persona interessata dalla legge: non si può vedere, non credo spetti al congresso di Stato una decisione come questa.
Denise Bronzetti, Npr
Si è presentato un pdl senza confronto con le forze politiche presenti in Consiglio, questi temi non possono essere a pannaggio di qualche consigliere. Condividendo finalità e il principo che pone la legge, ci sono nell’articolo diverse questioni, non solo tecniche, che rendono vano l’intervento proposto. Per esempio l’articolo 3 sul divieto di discriminazione è un contenuto presente nella Carta dei diritti, una legge di rango superiore. Altre situazioni da sistemare sono tante e diverse. L’articolo 2, comma 3, prevede che la composizione del nucleo familiare per accedere a benefici è quella dei registri anagrafici, ma bisogna fare attenzione: non sempre nello stato di fsmiglia compaiono coniugi non residenti. Farei una valutazione più attenta sui soggetti che intervengono sulle deliberazioni previste dalla norme, altre questioni che non girano ci sono all’articolo 6, con l’attribuzione di un punteggio che non si specifica, è già previsto per una donna sola con figli a carico.
Marica Montemaggi, Libera
Questo pdl sulla genitorialità si unisce ad altri pdl sul tema depositato da anni, citato più volte, sull’interruzione di gravidanza di iniziativa popolare e ad un altro pdl del Pdcs. Inoltre questo progetto di legge viene presentato nel corso del dibattito sul referendum per l’interruzione di gravidanza. Le iniziative legislative possono essere presentate da tutti i gruppi, ma c’è proprio un Segretario con delega alla Famiglia che può considerare questo progetto e farne uno più organico e centrato e che non rischi di vedere determinate casistiche rispetto altre trattte diversamente. Si aggiunge un altro pdl ad altri in giacenza e mi auguro si possano affrontare insieme.
Francesca Civerchia, Pdcs
Ringrazio tutti i consiglieri che sono intervenuti per rendere la norma applicabile, le considerazioni sono sicuramente elementi di ricchezza, spiace il fatto che alcuni consiglieri non abbiano letto approfonditamente il pdl e alcuni punti sono stati travisati. La casistica relativa a questa categoria sono poche, unità potrebbero essere circa 10 persone in 20-25 anni, perché generalmente la famiglia di origine o una rete sociale gli individui ce l’hanno, si va a tutelare le persone veramente sole senza rete famigliari. La Dc e tutte le persone che vorranno collaborare rimangono a disposizione nel confronto che avverrà nelle sedi istituzionali opportune.

Comma 33. Progetto di Legge “Modifica della Legge n.137 del 29 ottobre 2003 e del Decreto Delegato 4 agosto 2008 n.116”Progetto di legge “Modifica della Legge n.137 del 29 ottobre 2003 (Interventi a sostegno della famiglia) e del Decreto Delegato 4 agosto 2008 n.116 (Tutela delle lavoratrici gestanti, puerpere e in periodo di allattamento)” (presentato dal Gruppo Consiliare Partito Politico Libera) (I lettura)

Guerrino Zanotti, Libera, dà lettura della relazione al pdl:

Eccellentissimi Capitani Reggenti,

Onorevoli membri del Consiglio Grande e Generale,

Negli ultimi anni stiamo assistendo ad un preoccupante calo delle nascite in Repubblica. Fenomeno questo che ci accomuna a tantissimi Paesi dell’area Europea.
L’Ufficio di Statistica certifica che a partire dal 2015 le nascita in Repubblica sono state al di sotto delle 300 unità. In particolare gli ultimi tre anni hanno fatto registrare 235 nascite nel 2018,232 nel 2019 e 224 nel 2020.

Se aggiungiamo a tale dato quello relativo all’aspettativa di vita che vede la nostra Repubblica tra i primi posti al mondo, possiamo sicuramente affermare, a differenza di un noto film diretto dai fratelli Coen, che San Marino è sempre più un paese per vecchi.
Il tema della denatalità viene da anni affrontato in maniera molto approfondita dai principali organismi internazionali che studiano non solo gli andamenti demografici, ma anche quelli sociali ed economici.

Del resto è evidente come l’indice di natalità di un paese ne contrassegni anche lo stato di salute da un punto di vista di fiducia, di coesione sociale, di percezione positiva o negativa verso il futuro.
È altrettanto evidente come la tendenza in diminuzione di questi ultimi anni deve interrogarci anche sui meccanismi che regolano il mondo del lavoro (precarietà e redditi bassi), sugli effetti della perdurante crisi economica, sulla presenza di fragilità sempre più marcate e numerose in termini relazionali e sociali (aumento delle separazioni e divorzi).

La crisi economica che stiamo vivendo, figlia dell’emergenza pandemica da Covid 19, ci rimanda, in tutta la sua gravità, uno degli elementi che caratterizzano la nostra società e cioè la ancor più fragile posizione delle donne lavoratrici, principali vittime di ogni fase storica di difficoltà e di contrazione del mondo del lavoro. I dati relativi ai posti di lavoro persi ci dicono che siano proprio le donne ed anche i giovani a pagare il prezzo più alto della crisi economica in atto.

Ultimo elemento di riflessione, ma sicuramente uno dei più importanti, è quello relativo alla disponibilità di accesso ad alloggi convenienti.
Le politiche di sostegno alla natalità si possono distinguere in tre ambiti di intervento: nel primo, si prevede un trasferimento di soldi al figlio senza distinzioni di reddito; il secondo si prende cura dei figli attraverso gli asili nido e l’uso di congedi parentali, mentre il terzo si concentra sulla tassazione agevolata alla famiglia.

I più efficaci sono modelli che rappresentano un mix, più o meno equilibrato, di questi tre contesti. San Marino fa parte sicuramente dei paesi dove questi ambiti di intervento si sono integrati e sono cresciuti nel tempo, investendo importanti risorse a sostegno delle famiglie con un welfare molto articolato e con interventi normativi e strutturali che comprendono aiuti economici diretti (assegni famigliari), la creazione degli asili nido, la presenza di congedi parentali e di tutele giuslavoristiche, le politiche relative all’edilizia sowenzionata.

Tuttavia oggi, a fronte dei dati, è necessario fare qualcosa di più o almeno di più incisivo.
Il progetto di legge che viene presentato all’iter legislativo, è una prima e sicuramente parziale risposta a questa esigenza. L’augurio è che nei prossimi mesi si possano creare le condizioni per un confronto su questi temi con l’obiettivo di intervenire in maniera più ampia, anche utilizzando il nuovo strumento dell’ICEE e costruendo politiche più efficaci per agevolare le giovani coppie ad accedere ad abitazioni più convenienti di quelle oggi a disposizione sul mercato immobiliare sammarinese. L’analisi dell’articolato è molto semplice. Esso interviene sull’impianto normativo della Legge n. 137 del 2003 “Intervento a sostegno della famiglia” ed in piccolissima parte sul Decreto Delegato n. 116 del 2008 ampliando la portata di alcuni istituti, come quello della indennità a favore della madre che partorisce prematuramente, oppure come quello della misura dell’indennità per i periodi di aspettativa non obbligatoria in casi di parti gemellari.

Innanzitutto, all’articolo l, viene ribadito il principio della non discriminazione fra i generi già sancito dalla Dichiarazione dei Diritti, declinandolo al mondo del lavoro. Accogliendo così la richiesta avanzata con una Istanza d’Arengo che, il Gruppo Libera aveva sostenuto nel 2020.
Con la modifica al comma 4 dell’art.2 si vuole garantire a tutte le neo mamme un adeguato periodo di riposo, coperto da indennità, a cavallo del parto. La ratio dell’intervento parte dal presupposto che si ritiene importante la presenza continuativa della madre con il bambino almeno nei 120 giorni successivi alla data presunta della nascita. L’attuale normativa non permette a tutte le madri di coprire tale periodo, in quanto garantisce 150 giorni di indennità di maternità a prescindere dalla data di partenza, che puD awenire fra i 90 e i 30 giorni precedenti alla data presunta del parto. In questo modo garantisce equità di trattamento per le madri, ma non garantisce il diritto del bambino ad avere una presenza costante della madre nei primi mesi di vita, quando ancora non è abbastanza autonomo da sopportare il distacco per più ore.

È evidente, infatti, come una madre che si vede costretta, a causa di un parto pretermine, a richiedere la partenza del periodo di indennità 90 giorni prima della data di parto presunto, avrà solamente 60 giorni di indennità successivi a quella data e, se non si trova nelle condizioni economiche e famigliari di poter usufruire dell’aspettativa post-partum, dovrà lasciare il neonato per diverse ore quando lo stesso si troverà ad un livello di sviluppo decisamente inferiore rispetto ad una madre con gravidanza fisiologica e un lavoro non a rischio che fa partire l’indennità di maternità al termine dell’ottavo mese.

Sempre all’art. l, con la previsione di un nuovo comma dopo il sesto, viene introdotta la possibilità anche per il padre di usufruire di 20 giorni di indennità retribuita da godere entro i cinque mesi dal parto. Mentre con l’introduzione di un comma 8bis si prevede la possibilità, per il padre. Di potersi assentare dal lavoro per dieci giorni in caso di morte perinatale del figlio.

Con l’art. 5 viene riconosciuto il diritto per la madre di usufruire di due giorni di permesso per visite mediche documentate da utilizzare prima dell’astensione dal lavoro.
Con le modifiche all’art. 3 della Legge n. 137/2003 si vanno ad aumentare le percentuali di rimborso dello stipendio previste dall’aspettativa post-partum ed anche in caso di parto gemellare o plurigemellare. Vengono poi introdotte, cogliendo anche le recenti indicazioni del Parlamento Europeo, diverse importanti modifiche: la prima è quella di riconoscere una perfetta ed equanime importanza nella gestione del figliola da parte di entrambi i genitori nei primi mesi di vita, attraverso la possibilità di prendere una aspettativa disgiunta di 8 mesi ciascuno. Infine si prevede la possibilità di accesso all’aspettativa post partum per il padre lavoratore dipendente in alternativa alla madre lavoratrice autonoma, oggi non prevista.

L’art. 7 stabilisce che l’astensione anticipata dal lavoro può protrarsi fino al settimo mese di gravidanza cioè fino a sessanta giorni prima della data presunta del parto.
Gli oneri derivanti dalle disposizioni introdotte dal presente progetto di legge ricevono copertura finanziaria sulla base ed in analogia con quanto stabilito dall’Articolo 4 della Legge n. 137 del 2003. Consapevoli dell’importanza di dare awio ad un percorso molto più articolato in grado di dare impulso ad una inversione di tendenza rispetto al calo delle nascite, confidiamo che vi sia, da parte di tutti i soggetti politici e sociali, un favorevole accoglimento del presente Progetto di Legge.
Siamo consapevoli della limitatezza dell’intervento normativo, interviene in un piccolo ambito ma riteniamo sia di aiuto alle donne che intendono avviare la maternità, ma allo stesso tempo vogliono mantenere attivo l’ambito lavorativo e gli interventi proposti favoriscono la conciliazione del tempo e del lavoro e della vita, sia per la madre che per il padre.

Massimo Andrea Ugolini, Sds con delega alla famiglia
Ringrazio il gruppo Libera per presentare il pdl, in questo caso sappiamo come è importante intervenire sulla questione della natalità e delle famiglie, credo che anche a fronte dell’emergenza pandemica tutto quello che riguarda il supporto alle famiglie deve essere oggetto di rivisitazione e approfondimento. Alcuni intervento che vedo nel pdl fanno parte del nostro programma di governo, noi come congresso avevamo già avviato tre gruppi di lavoro per ricercare tutti i dati per creare poi sulla loro base strumenti di supporto alla famiglia. E ci siamo impegnati entro settembre a portate in aula l’approfondimento.

Comma 34. Progetto di legge “Disposizione per la prevenzione ed il contrasto del fenomeno del cyberbullismo” (presentato dal Gruppo Consiliare Domani Motus Liberi) (I lettura)

Gaetano Troina, Dml dà lettura della relazione al pdl
“Con l’evolversi e la crescente importanza del digitale e dei dispositivi connessi ad internet, il fenomeno generale del bullismo ha assunto forme nuove, riconducibili all’espressione inglese di ‘cyberbullismo’ che indica l’utilizzo e la trasmissione in rete di dati o informazioni personali con la conesguenze, spesso sottovalutate, di creare disagio e umiliazione per la persona o il gruppo di persone cui si riferiscono. Sono purtroppo noti gli effetti del fenomeno, quotidianamente i media riportano casi come questi, con una crudezza spesso devastanti per risvolti a livello sociale, familiare e scolastico. (..) secondo una ricerca condotta da Save The Chiledren nel 2017, 3 ragazzi su 10 sono testimoni di comportamenti violenti in rete e circa il 72% degli adolescenti vede il cyberbullismo come il fenomeno sociale più pericoloso del momento. Il dato è stato confermato anche da recenti indagini svolte in Italia relative al 2020, anno i cui il fenomeno pare essersi aggravato a causa del maggior uso di strumrnti informatici nrll’abito della pandemia da Covid19. Purtoppo anche San Marino non è immune da situazioni come quelle descritte e il presente pdl viene presente al fine di colmare lacune di sistema che necessitano di un intervento urgente e improcrastinabile. A fronte della diffusione di questo fenomeno dunque, il pdl si pone come obiettivo quello di contrastarlo in tutte le sue manifestazioni, prevedendo azioni a carattere preventivo e ponendo in essere strategie di attenzione e tutela nei confronti dei minori coinvolti, oltre che di specifici soggetti che possono esserne più facilente vittime. Le disposizioni di cui al Pdl introducono una autonoma disciplina cui risulta possibile ricorrere per garantire una migliore tutela e maggiori garanzie in favore dei soggetti più deboli, tra questi rientrano i minori , i genitori, il tutore…”.

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