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‘Il ritorno di Casanova’, Gabriele Salvatores: “I giovani sono come il rock ‘n roll, rivoluzionari!”

Il regista torna in sala con il suo nuovo film: “Ultima generazione? Gesti estremi, ma il nostro pianeta sta morendo”

Pubblicato:29-03-2023 17:03
Ultimo aggiornamento:29-03-2023 17:42

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ROMA – Gabriele Salvatores torna al cinema con ‘Il ritorno di Casanova’, dal 30 marzo nelle sale con 01 Distribution. Presentato in anteprima al Bif&st 2023, il regista premio Oscar porta sul grande schermo un suo personale ‘8 e ½’ (capolavoro di Federico Fellini) tra ironia e malinconia attraverso un gioco di colori: il bianco e nero per raccontare la contemporaneità e a colori per raccontare il ‘700. “Ho scelto di raccontare la nostra realtà in bianco e nero perché a colori sarebbe potuta sembrare più banale. Noi non siamo più abituati al bianco e nero, quindi è più magico, più epico e meno naturalistico”, ha detto Salvatores all’agenzia Dire.

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SALVATORES: I GIOVANI DEVONO LOTTARE PER FARSI ASCOLTARE

Liberamente ispirato all’omonimo racconto di Arthur Schnitzler del 1918, ne ‘Il ritorno di Casanova’ Leo Bernardi (Toni Servillo) è un affermato e acclamato regista alla fine della sua carriera, che non ha alcuna intenzione di accettare il suo lento declino e la nuova generazione di giovani autori.


Il nostro pianeta sta morendo, capisco che possa dar fastidio la polvere colorata sui monumenti storici (attivisti di Ultima Generazione, ndr). Ma tra un po’ non avremo né i monumenti storici, né la polvere colorata e neanche noi stessi. È un gesto estremo che non mi sento di condannare completamente”, ha sottolineato Salvatores. I giovani “devono lottare per farsi ascoltare, è sempre stato così. I giovani sono rivoluzione, sono la resistenza. Loro – ha proseguito – sono come il rock ’n roll. Il problema è che negli ultimi 30 anni abbiamo usato il napalm sulle coscienze e sulle speranze dei giovani. Abbiamo proposto obiettivi stupidi, idee e sogni sbagliati e modelli superficiali. Abbiamo fatto di tutto per farli sentire soli. Quando io ero giovane – ha concluso – c’era questa utopia di cambiare il mondo. Un popolo senza utopia non è un popolo”.

IL RITORNO DI CASANOVA

Per la sua ultima opera, Leo (Toni Servillo) ha scelto di raccontare il Casanova (Fabrizio Bentivoglio) di Arthur Schnitzler, un personaggio incredibilmente simile a lui, più di quanto lui stesso possa immaginare. Quello raccontato da Schnitzler è un Casanova che ha ormai superato la sua gioventù, i tempi di gloria sono andati: non ha più il suo fascino e il suo potere sulle donne, non ha più un soldo in tasca, non ha più voglia di girare l’Europa. Dopo anni di esilio, ha un solo obiettivo: tornare a Venezia, casa sua. Nel suo viaggio verso casa, Casanova conosce una ragazza, Marcolina, che riaccende una fame di conquista che non sentiva da anni. Nel tentativo di sedurla, Casanova arriva alla più tragica delle conclusioni: è diventato vecchio. Non è un caso se Leo Bernardi abbia deciso di raccontare questa storia proprio adesso, in un momento cruciale della sua vita e della sua carriera. Le inquietudini e i dubbi dei due sono incredibilmente simili.

“Quando hai 30 anni non vedi il traguardo, il futuro è aperto. Più passa il tempo e più il futuro si restringe. Non so quando sarà il mio ultimo film, quello che so è che il cinema riesce a mantenermi vivo. La cosa più sbagliata è ripetere sempre le stesse cose, quelle che sai fare”, conclude il regista. “È necessario mettersi in gioco e adattarsi sempre”.

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