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Bologna, un’aula e un fondo bibliotecario per Emma: “Simbolo della lotta alla violenza di genere”

L'Alma Mater di Bologna dedica una sala studio e un fondo bibliotecario a Emma Pezemo, uccisa dall'ex fidanzato nel 2021

Pubblicato:03-05-2024 19:28
Ultimo aggiornamento:03-05-2024 19:28

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BOLOGNA – Emma Pezemo era una giovane donna che frequentava l’Università “con passione e determinazione, entusiasta del suo percorso”. E la sua storia, per l’Alma Mater di Bologna, deve diventare “un simbolo della lotta alla violenza di genere”. E’ questo lo spirito che ha accompagnato oggi il terzo anniversario del femminicidio della 31enne studentessa originaria del Camerun, brutalmente uccisa dall’ex fidanzato nella notte tra il 2 e il 3 maggio 2021 a Bologna. Nel suo nome, il dipartimento di sociologia costituirà un fondo bibliotecario sul tema della violenza di genere. Oggi intanto è stata inaugurata una nuova sala studio dedicata a Emma. Si tratta del secondo spazio a Palazzo Hercolani alla memoria della giovane. Il primo, intitolato due anni fa, è un’aula seminariale al secondo piano. L’Ateneo ha però deciso di dare il nome di Emma anche a una sala studio a piano terra.

“GIOVANI SIANO SEVERI”

“Perchè vogliamo che la memoria di Emma sia viva in una generazione di giovani che deve essere sempre più consapevole, attenta, sensibile e severa nei confronti degli episodi di violenza di genere, che vanno riconosciuti sempre”, spiega la prorettrice vicaria, Simona Tondelli. L’anniversario del femminicidio di Emma, infatti, “è diventato un’occasione per riflettere sul tema della violenza di genere, per la prevenzione e il contrasto al fenomeno“. Proprio gli studenti dell’Alma Mater intanto si stanno sempre più organizzando dal basso per contrastare il fenomeno.

IL GRUPPO AUTORGANIZZATO A VETERINARIA

A Veterinaria, nel polo di Ozzano, è nato ad esempio un gruppo di studenti contro la violenza di genere, che ha preso il via a novembre con un’assemblea aperta dopo il femminicidio di Giulia Cecchettin. Uno dei primi atti del gruppo di Veterinaria è stato realizzare un sondaggio anonimo, per capire che conoscenza e consapevolezza ci sia del fenomeno. “Sono emerse statistiche molto preoccupanti– riferiscono gli studenti- molti hanno subito molestie di ogni tipo: verbale, psicologica, fisica ed economica”. Sono emersi anche casi di molestie anche in ambito universitario, solo verbali, ad opera di docenti nei confronti di studenti, ma anche tra studenti. “Siamo partiti da questo per stimolare una riflessione, sensibilizzare, lavorare sulla consapevolezza e sviluppare solidarietà”, spiegano i giovani. Lo scorso 16 aprile è stata organizzata un’intera giornata sul tema della violenza di genere a Veterinaria e sono “emerse diverse proposte”, tra cui distaccare lo sportello anti-violenza anche a Ozzano, organizzare nuovi workshop, assemblee e giornate sul tema, fino a prevedere anche il termine ‘dottoressa’, e non più solo ‘dottore’, nelle proclamazioni di laurea.


UNO SPETTACOLO A FORLI’

A Forlì invece nell’ambito di un laboratorio alla Residenza Sassi Masini è stato creato uno spettacolo sulla questione di genere andato in scena il 12 aprile, per mostrare “la condizione della donna nella società patriarcale- spiega Adele, tutor del progetto- e per mandare il messaggio che c’è anche un genere maschile che lotta e si arrabbia insieme a noi. Raccontare le storie delle persone che soffrono è il primo passo per sensibilizzare”. Ieri una corona di fiori è stata lasciata alla panchina rossa nella residenza Ergo a Bologna dove Emma viveva. “Frequentava con grande passione e determinazione il corso in sociologia- ricorda Paola Parmiggiani, nuova direttrice di dipartimento ed ex docente della 31enne- era una giovane donna sempre pronta a intervenire ed entusiasta del suo percorso. Vogliamo contrastare l’oblio di Emma e di ciò che le è accaduto, facendo della sua memoria un simbolo della lotta contro la violenza di genere“. Infine, il 21 maggio l’Ateneo aprirà anche un nuovo help desk anti-discriminazione a Ravenna.

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