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Scarti edili smaltiti illecitamente, sei indagati nel Palermitano

L'inchiesta, denominata 'Quattro Assi', è nata da una segnalazione su un continuo abbandono di rifiuti speciali

Pubblicato:29-03-2022 18:43
Ultimo aggiornamento:29-03-2022 18:48
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PALERMO – Avevano messo in piedi un sistema di ricezione, trasporto, raccolta e smaltimento di rifiuti del tutto illecito, con scarti di demolizioni e costruzioni provenienti dai cantieri della provincia di Palermo che venivano incendiati con gravi danni per l’ambiente. I carabinieri del Nucleo operativo ecologico del capoluogo siciliano, però, coadiuvati dai colleghi del Comando provinciale, hanno scoperto tutto e denunciato sei persone, sequestrando beni per 2,5 milioni di euro.

La Procura di Termini Imerese, che indaga su quanto accadeva nell’hinterland palermitano, ha emesso un decreto di sequestro nei confronti degli indagati. Si tratta di palermitani e di bagheresi, gestori di due distinte aree di smaltimento illecito di rifiuti a Bagheria. L’inchiesta, denominata ‘Quattro Assi’, è nata da una segnalazione su un continuo abbandono di rifiuti speciali in un’area rurale del Comune di Santa Flavia. Le indagini dei carabinieri sono andate avanti tra agosto 2021 e marzo 2022.

Individuata dai militari la filiera del ciclo dei rifiuti prodotti dai cantieri edili nei Comuni di Bagheria, Casteldaccia, Altavilla Milicia, Santa Flavia, Palermo e Ventimiglia di Sicilia: le ditte consegnavano gli scarti e gli sfabbricidi a uno dei due imprenditori bagheresi indagati, titolare di un’azienda non autorizzata alla gestione di rifiuti prodotti da terzi. Quest’ultimo smaltiva i rifiuti “in totale spregio – dicono i carabinieri – della normativa ambientale, talvolta reimpiegandoli ‘tal quali’ come materiale da riempimento, altre volte scaricandoli e compattandoli direttamente sul suolo della propria area e di altre aree private in zone rurali o ancora all’interno di una cava a Belmonte Mezzagno”.


Il tutto avveniva con l’utilizzo di autocarri in assenza di autorizzazione al trasporto e con la falsificazione dei formulari identificativi dei rifiuti. Oltre ai reati di gestione illecita e combustione illecita di rifiuti, agli indagati viene contestato anche l’inquinamento ambientale. Nel corso dell’operazione sono state perquisite e sequestrate le due aree a Bagheria, ciascuna di circa 500 metri quadrati, adibite allo stoccaggio e illecito smaltimento di rifiuti speciali pericolosi e non. Sequestrata anche la cava ‘Valle Fonda’ di Belmonte Mezzagno, della superficie di circa 79 mila metri quadrati, dove venivano conferiti illecitamente i rifiuti. Sigilli anche a sei autocarri. Perquisite anche le sedi delle sette ditte che gestivano i cantieri comunali e la cava ‘Valle Fonda’: i militari hanno sequestrato numerosi documenti. 

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