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La semiologa: “Nel suo discorso Meloni è ‘underdog’ e torna la dimensione eroica tipica della destra”

"Ha rinnegato il rischio del fascismo e nel rinnegarlo ha evidenziato che le persone di destra che pure lo avevano rinnegato erano state vittime di pregiudizi"

Pubblicato:27-10-2022 12:54
Ultimo aggiornamento:27-10-2022 20:08

giorgia meloni
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ROMA – Anna Maria Lorusso, docente di Semiotica dell’Università di Bologna, commentando il discorso della Meloni descrive un nuovo atteggiamento “intelligente e pericoloso” della leader diventata premier: “Ha voluto segnare una discontinuità rispetto al passato e lo fa ribaltando il ruolo della vittima e del vincente: si pone come vittima dei pregiudizi che la sinistra ha tradizionalmente nutrito nei confronti della destra. Ha evocato in un pantheon trasversale tutte le donne che hanno osato sfidare i pregiudizi, ma quelli che ha citato lei erano pregiudizi ribaltati, verso le persone di destra. Un ribaltamento significativo e pericoloso soprattutto quando ha parlato del fascismo. Ha rinnegato il rischio del fascismo- spiega la studiosa- e nel rinnegarlo ha evidenziato che le persone di destra che pure lo avevano rinnegato erano state vittime di pregiudizi, condannate a restare fasciste nelle convinzioni degli altri”.

Storicamente il discorso sui pregiudizi è sempre stato appannaggio della sinistra, contro gli stereotipi, ma lei adesso lo ha ribaltato a suo favore. La sinistra si è sempre definita come la paladina dei diritti dell’uguaglianza del trattamento, ma Meloni ora alza l’asticella e dice ‘Attenzione, noi siamo stati oggetto di mille pregiudizi come destra, come conservatori ed io come Giorgia sono un underdog‘. È stato questo il filo rosso di tutto il suo discorso- prosegue Lorusso- un elemento rilevante dal punto di vista del revisionismo storico, del posizionamento politico e del genere femminile”.

Il neo premier ha riattivato infine “tutta la dimensione eroica tipicamente presente nell’immaginario di destra. Una dimensione che ritorna con frasi come ‘il mare in tempesta’, ‘abbiamo un compito difficile ma sapremo condurre la barca’, ‘non siamo qui per fare le cose facili’, ‘la difficilissima traversata’. Ha rimarcato molte volte la difficoltà dell’impresa che lei guiderà quasi in una dimensione eroica. Mi ha colpito- conclude Lorusso- che aldilà dei temi espliciti, e più facili da smontare, nel suo discorso si ripetano spesso questi due temi: sfidare i limiti contro i pregiudizi e l’eroismo di chi compie una grande impresa. Temi molto rischiosi, che possono costruire una grande retorica nazionale”.


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