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Quirinale, tensione nel centrodestra. E la trattativa sbarca in Aula

La rosa dei nomi dei candidati continua a crescere, ma il responso dell'urna è chiaro. Mattarella sale ad ogni votazione

Pubblicato:27-01-2022 18:00
Ultimo aggiornamento:29-01-2022 16:41

camera elezione quirinale
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ROMA – Mentre tra i partiti regna il caos, tra i grandi elettori il consenso per il Mattarella bis cresce ancora. Nel giorno delle 441 astensioni del centrodestra e delle 261 schede bianche del centrosinistra, il Presidente della Repubblica uscente ottiene 166 preferenze, oltre 40 in più rispetto alle 125 di ieri. Sintomo di un parlamento sempre più nervoso, che sta perdendo fiducia negli annunci dei propri leader.

L’umore dei grandi elettori è fotografato dalla plasticità con cui alcuni esponenti del centrodestra annunciano la propria scelta. “Mi astengo!”, urlano passando davanti alla presidenza dell’aula. Meglio non dar adito a dubbi e scandire bene le parole, i voti presi ieri da Crosetto sono un segnale: la coalizione di centrodestra scricchiola. E per evitare spaccature nel segreto dell’urna, i leader scelgono la via dell’astensione. Vedere per credere.

Il nervosismo cresce. Lo testimoniano i concitati capannelli che si formano di continuo tra gli scranni di Montecitorio. Il più grande, e rumoroso, è quello dei parlamentari leghisti. Accerchiano il capogruppo al Senato, Massimiliano Romeo, e ascoltano il suo ragionamento. Poi arriva anche il capogruppo alla Camera, Riccardo Molinari, e il capannello cresce ancora, tanto da richiedere l’intervento dei commessi dell’aula.


L’assembramento si scioglie, ma Romeo e Molinari aspettano. Arriva il ministro Giancarlo Giorgetti, poche parole e via di nuovo in transatlantico a trattare con gli altri partiti. Chi non smette mai di trattare è il segretario dem Enrico Letta. Entra in aula insieme a Maurizio Lupi, presidente di Noi con l’Italia. Il dialogo è fitto, presto si avvicina anche il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini. I parlamentari del Pd gli passano a fianco, evitano di intromettersi, quasi rassegnati ad aspettare un’indicazione di voto che non si sa quando arriverà. E tra gli scranni, ecco le vedette per scoraggiare i franchi tiratori: chi ci mette troppo tempo a passare attraverso la cabina è l’indiziato.

Intanto la rosa dei nomi dei candidati continua a crescere. Da Casini a Cassese, da Belloni a Severino. Ma il responso dell’urna è chiaro. Mattarella cresce ad ogni votazione: 16 alla prima, 39 alla seconda, 125 alla terza, 166 alla quarta. Un segnale chiaro di un Parlamento stanco di aspettare i veti incrociati dei leader di partito.

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