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Covid, Bassetti: “Con la seconda reinfezione malattia mai più grave, continuare a contare i casi non ha senso”

Le reinfezioni sono frequentissime, ma sono sempre forme meno gravi, spiega l'infettivologo Matteo Bassetti. Che dagli Stati Uniti dice: "Qui nessuno parla più di Covid"

Pubblicato:26-07-2022 15:58
Ultimo aggiornamento:26-07-2022 18:40

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ROMA – Con il virus Sars-Cov-2 “ci si reinfetta molto più frequentemente del 12% (dato fornito dall’ultimo report dell’IStituto superiore di sanità, ndr), probabilmente una persona su quattro se non addirittura una su tre penso possa reinfettarsi, ma mai in forma più grave della prima volta. Sono molteplici ormai i lavori, il più recente è svedese, dai quali emerge che grazie alle cellule T, le cellule di memoria, si arriva a una copertura dalle forme gravi di malattia fino a due anni dalla prima infezione. Quindi, non so bene che senso abbia continuare a comunicare le reinfezioni, visto che nella seconda occasione si ha una forma di malattia molto meno grave. Serve solo a generare terrore che ritengo non faccia bene a nessuno”. A fare chiarezza sulle reinfezioni è Matteo Bassetti, direttore della clinica di Malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova, interpellato dalla Dire per commentare i dati dell’ultimo report dell’Iss.

“DATO COMUNQUE NON VERITIERO”

“Credo che il dato fornito dall’Istituto superiore di sanità sulle reinfezioni non serva a nessuno- aggiunge- Lo dico perché intanto è un dato sottostimato, comunque non veritiero, perché buona parte delle infezioni, secondo me fino a 3/4 dei casi, non viene catturata dal sistema di sorveglianza dell’Iss. Inoltre, siamo di fronte a un’infezione che è molto diversa da quella del 2020: oggi, infatti, la malattia è molto più gestibile, trattabile e curabile a casa propria. Quindi, tutti questi report dell’Istituto superiore di sanità non so quanto senso abbiano, siamo rimasti tra i pochi Paesi al mondo a effettuarli”.

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“SECONDA INFEZIONE POSSIBILE ANCHE NEL GIRO DI POCHE SETTIMANE”

Quanto tempo può trascorrere tra la prima e la seconda infezione? “Non c’è un tempo minimo sotto il quale non ci si possa reinfettare- spiega Bassetti- può accadere anche nel giro di poche settimane, un mese“. Quali accorgimenti utilizzare, allora, in queste settimane di vacanze, magari in luoghi all’aperto ma comunque affollati? “A mio parere, gli accorgimenti da utilizzare oggi non riguardano il dove, ma su chi usarli- chiarisce l’infettivologo-. Nei luoghi affollati o all’aperto, se sei un soggetto sano, puoi non utilizzare nulla, come fa tutto il mondo. Se invece sei una persona anziana o fragile, in alcuni contesti devi metterti la mascherina”.

“NEGLI STATI UNITI NON SE NE PARLA PIÙ, NESSUNO HA LA MASCHERINA”

“Al momento- aggiunge il direttore delle Malattie infettive del San Martino di Genova- sono negli Stati Uniti e qui nessuno indossa la mascherina, nessuno parla di Covid o di reinfezioni, sono usciti da un problema che ormai viene considerato come tanti altri. Spero che anche l’Italia voglia maturare su questo e non essere più l’unico Paese al mondo che parla sempre e solo di Covid”.

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LA MASCHERINA IN SPIAGGIA? “CONSIGLIO BEOTA”

Quanto infine alle raccomandazioni di indossare la mascherina anche in spiaggia, Bassetti commenta: “Quelli che raccomandano di indossare la mascherina in spiaggia sono più beoti di quelli che se la mettono. Probabilmente sono medici che non hanno mai fatto i medici e non hanno alcuna praticità con questo mestiere”, dichiara Bassetti.

OBBLIGO MASCHERINA SCUOLA, “IL GOVERNO NON HA FATTO NULLA DI QUEL CHE DOVEVA

“A parte quello che dicono sedicenti esperti, credo non si possa far tornare i nostri ragazzi a scuola con le mascherine. Sarebbe uno scandalo. I nostri ragazzi sono stati in discoteca, al cinema, a teatro, a mangiare la pizza, alla spiaggia, in piscine”, spiega l’infettivologo a Riformista.Tv interpellato sull’obbligo di mascherina per gli studenti a scuola a settembre.

“Il governo- aggiunge- non ha fatto nulla di quello che doveva fare, come i sistemi di aerazione o ridurre il numero di studenti nelle scuole. Perché fanno tutto questo? Perché gli studenti non votano. Quindi che gliene frega dopo averli colpiti con ogni tipo di misura possibile e immaginabile”, conclude Bassetti.

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