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Comune di Bari, la Commissione avvia le verifiche. Cosa può accadere in vista delle Comunali di giugno

Disegna gli scenari possibili l'avvocato Giuliano Di Pardo: "Probabilmente l'iter si concluderà dopo le nuove elezioni"

Pubblicato:26-03-2024 19:22
Ultimo aggiornamento:26-03-2024 19:25

antonio-decaro
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BARI – Cosa accadrà al Comune di Bari in vista del voto dell’8 e 9 giugno? Un quesito che si sono posti in tanti dopo la notizia della nomina, da parte del Viminale, della commissione d’accesso chiamata a verificare se sussistano infiltrazioni mafiose, presupposto che potrebbe condurre a uno scioglimento del Consiglio comunale. La commissione, composta da tre funzionari della Pubblica amministrazione, è arrivata ieri in città e si è messa subito al lavoro sui dossier legati all’inchiesta della Dda da cui tutto è partito, con 130 indagati e un filone dell’indagine inerente un presunto scambio elettorale politico-mafioso nell’ambito delle amministrative del 2019. Ma cosa accadrà prima, durante e dopo le nuove elezioni che decreteranno il nome del successore di Antonio Decaro? Ad affrontare il tema con la Dire è stato l’avvocato Giuliano Di Pardo.

Il nodo centrale riguarda le tempistiche. “La commissione – spiega Di Pardo – ha tre mesi di tempo, rinnovabili una volta, per un totale di sei mesi, per terminare i suoi accertamenti e rassegnare al prefetto le proprie conclusioni. Entro i successivi 45 giorni, il prefetto, sentito il comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, invia una relazione al ministro dell’Interno e, su sua proposta, lo scioglimento viene disposto con decreto del Presidente della Repubblica”. Si tratta della procedura disciplinata dall’articolo 143 del testo unico degli enti locali che evidenzia, tra l’altro, come lo scioglimento di un Consiglio comunale per infiltrazioni possa essere deciso soltanto se emergono “concreti, univoci e rilevanti elementi su collegamenti diretti o indiretti con la criminalità organizzata di tipo mafioso”.

È molto difficile ipotizzare che una decisione in tal senso possa giungere prima delle elezioni comunali, che si terranno tra 74 giorni, quindi prima della scadenza dei tre mesi. Di Pardo afferma: “Non credo che entro l’8 giugno la commissione possa arrivare a concludere i suoi accertamenti. La durata di questi procedimenti è sempre molto lunga e, di solito, anche per Comuni molto più piccoli viene richiesta la proroga di ulteriori tre mesi: parliamo di accertamenti che richiedono un congruo approfondimento, che vanno condotte con serietà e cautela”. Ma di cosa si occuperà la commissione in questi tre (o sei) mesi? “Le funzioni – evidenzia Di Pardo – sono essenzialmente due. Verificare collegamenti o condizionamenti nei confronti dell’organo politico e verificare collegamenti o condizionamenti di dipendenti pubblici del Comune. Bisogna, quindi, distinguere la prima circostanza, che attiene all’organo politico, con la seconda, che ha a che fare con dirigenti, funzionari, dipendenti del Comune. La procura di Bari ha precisato che il sindaco sarebbe estraneo alle indagini, quindi non dovrebbero esserci ripercussioni per l’organo politico. Invece, ammesso il caso che la commissione dovesse rilevare qualcosa che non va, allora non si procederà con lo scioglimento del Consiglio comunale, ma saranno adottati altri provvedimenti nei confronti di funzionari eventualmente coinvolti”. Posto che risulta “molto difficile un rinvio delle elezioni amministrative”, cosa potrebbe accadere, allora, dopo le comunali? “Probabilmente – conclude l’avvocato – l’iter si concluderà dopo le nuove elezioni e, per quanto attiene all’organo politico, non dovrebbe avere effetti e riflessi sul nuovo organo che si insedierà, a meno che non vengano eletti i soggetti per i quali c’è stato l’avvio del procedimento”.


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