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Meloni: “La libertà delle donne non è farsi chiamare capatrena”. Poi schermaglie con Soumahoro

La premier in fase di replica alla Camera: "Le donne non hanno nulla da temere". E rispondendo al deputato di Avs sbaglia il cognome e gli dà del tu, ma poi si scusa

Pubblicato:25-10-2022 18:32
Ultimo aggiornamento:25-10-2022 18:38

giorgia_meloni
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ROMA – “Le donne non hanno nulla da temere e penso che in cuor loro lo sappiano”. La premier Giorgia Meloni, in Aula alla Camera per la replica prima del voto di fiducia, risponde alle opposizioni che adombrano un arretramento sui diritti.

E la leader di FdI torna anche sulla questione del genere linguistico, respingendo le polemiche per la sua decisione di chiamarsi ‘il presidente del Consiglio’ nelle comunicazioni ufficiali. “Credo che le donne si debbano giudicare per il merito, non ho mai pensato che la libertà delle donne fosse quella di farsi chiamare ‘capatrena’ ma si basi su cose più concrete”.

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IL BATTIBECCO CON SOUMAHORO

Nel corso della replica a Montecitorio, c’è anche un piccolo momento di tensione con il deputato dell’Alleanza Verdi e Sinistra Aboubakar Soumahoro, che nel suo intervento aveva ricordato alla premier che “l’Italia non ha bisogno del patriottismo egoistico che fomenta la caccia alle streghe. Lei, presidente Meloni dice di provenire dai bassifondi dell’underdog ma anche io provengo da lì. Le voglio ricordare che italiani si nasce ma anche si diventa”.

Replicando a Soumahoro, prima Meloni sbaglia il cognome del deputato e poi, rivolgendosi direttamente a lui, gli dà del tu suscitando le proteste dell’opposizione. La premier pronuncia quindi il nome in modo corretto e si scusa per avergli dato del tu.

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