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Comitato media e minori: “Social e tv hanno contribuito a degenerazione socioculturale”

Marzetti: "I fatti di Palermo e Caivano sono la punta dell'iceberg di una situazione sociale altamente complessa che abbraccia molti giovani"

Pubblicato:25-08-2023 14:00
Ultimo aggiornamento:25-08-2023 14:00

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ROMA – “I gravi fatti di cronaca avvenuti in questi giorni in Sicilia e Campania, che sono deplorevoli e più che penalmente rilevanti, costituiscono la punta dell’iceberg di una situazione sociale altamente complessa che abbraccia molti giovani. E non bisogna concentrarsi solo sulla cronaca in sè ma sulla causa del perché siano sempre più diffusi questi drammatici fatti. Per molti anni si è tollerato tutto e troppo, anche per il contributo, in parte negativo, dei social e, successivamente, della televisione, che senza il controllo di istituzioni e famiglie, totalmente assenti, hanno contribuito a questa degenerazione socioculturale“. Lo afferma all’agenzia Dire il presidente del Comitato media e minori, Jacopo Marzetti, commentando le violenze ai danni di alcune minorenni avvenute a Palermo e Caivano.
“In rete e sul piccolo schermo- prosegue- hanno così trovato spazio e sono state giustificate azioni talvolta violente, personaggi alla ricerca dello scandalo o di azioni stravaganti, presi addirittura come esempio, e nessuno è intervento per bloccare questo avvio alla degenerazione che è andato ad aumentare di giorno in giorno”.
Jacopo Marzetti tiene poi a precisare che “si tratta di un punto importante ed è per questo che come presidente del Comitato media e minori sto lottando, con grande difficoltà visti gli interessi in gioco, per arrivare a una riforma del Codice di autoregolamentazione che preveda un controllo dei social e della televisione. Una televisione che deve diventare non solo un mezzo di informazione ma anche di formazione. Ecco, dunque, che la televisione deve essere una garanzia, per i giovani e per le famiglie”.
Secondo il presidente del Comitato media e minori si tratta di piccoli passi ma davvero importanti da cui partire. “La televisione e i social hanno avuto un impatto fondamentale nella società- ricorda- ma bisogna totalmente cambiare indirizzo, facendo tornare internet come una risorsa e non come un pericolo, attraverso forme di controllo dirette e indirette”.
Per tutelare le giovani generazioni e per evitare che si ripetano violenze simili a quelle accadute a Palermo e Caivano, Jacopo Marzetti ritiene estremamente utile la realizzazione di campagne di informazione in televisione, sui social e anche in presenza nelle scuole, già a partire dalle elementari. “Sarebbe importantissimo- sottolinea- e come Comitato media e minori diamo la disponibilità a intervenire negli istituti scolastici coinvolgendo la Polizia Postale e la Procura della Repubblica affinchè i giovani possano conoscere quali sono le regole, come affrontare eventuali pericoli e a chi eventualmente rivolgersi per segnalare questioni insidiose, qualora dovessero essere adescati navigando nei social”.
“Le campagne di informazione- conclude- servono, però, anche a garantire la presenza delle istituzioni all’interno delle scuole: è infatti importante che vi siano sempre più progetti di questo tipo all’interno degli istituti scolastici, anche per contrastare il fenomeno dell’Hikikomori e del conseguente isolamento sociale. Progetti che non devono essere rivolti soltanto ai ragazzi ma anche alle famiglie, dato che spesso manca il loro coinvolgimento in una tematica tanto importante e delicata”.

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