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Sudan, appello ong: “L’Egitto garantisca l’ingresso ai profughi del conflitto”

Human Rights Watch denuncia la stretta del Cairo sui visti

Pubblicato:13-07-2023 14:07
Ultimo aggiornamento:19-07-2023 10:07

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ROMA – L’Egitto riveda le norme sui visti permettendo l’ingresso nel suo territorio delle persone in fuga dal conflitto in Sudan: a chiederlo è l’ong americana Human Rights Watch, denunciando una stretta del Cairo, impressa il mese scorso. Secondo Amr Magdi, ricercatore dell’organizzazione per Nord Africa e Medio Oriente, “la necessità di contrastare la falsificazione dei visti non giustifica il fatto che l’Egitto neghi o ritardi l’ingresso di persone in fuga dal devastante conflitto in Sudan”.

LA STRETTA SUL VISTO

Stando a stime diffuse a livello internazionale e rilanciate da Human Rights Watch, dall’inizio dei combattimenti ad aprile le persone costrette a lasciare le proprie case sono state oltre due milioni e 700mila. Circa 500mila coloro che sono stati spinti ad abbandonare il Paese. A giugno l’Egitto ha esteso la necessità di visto dagli uomini di età compresa tra i 16 e i 49 anni a tutte le persone, compresi bambini, anziani e donne. Secondo Human Rights Watch, “l’applicazione delle nuove norme senza che sia garantita la rapidità delle procedure per i visti viola gli standard internazionali creando ritardi irragionevoli e pericolosi per la vita dei richiedenti asilo”. Dal 14 aprile in Sudan si combattono reparti dell’esercito fedeli al generale Abdel Fattah Al-Burhan e paramilitari delle Forze di supporto rapido (Rsf), guidato da un altro generale, Mohamed Hamdan Dagalo, detto Hemeti. Secondo l’Alto commissariato dell’Onu per i rifugiati (Unhcr), finora l’Egitto ha accolto 250mila persone, che si aggiungono ai sudanesi già residenti nel Paese, tra i due e i cinque milioni. Lo status di rifugiati, sempre secondo l’ente delle Nazioni Unite, è stato concesso a circa 77mila nuovi arrivati.

Oggi l’Egitto è al centro delle cronache anche come Paese ospite di un vertice regionale che mira a favorire un’uscita dalla crisi. Una reazione “positiva” all’iniziativa del Cairo è giunta dal ministro degli Esteri del Sudan, Ali Al-Sadiq, legato alla fazione di Al-Burhan. Il suo governo non ha invece partecipato a una precedente iniziativa, promossa dal Kenya e dall’Autorità intergovernativa per lo sviluppo (Igad) a supporto di un cessate il fuoco e dell’invio di un contingente multinazionale in grado di assicurare la consegna di aiuti umanitari alla popolazione.


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