NEWS:

VIDEO | ‘Mover’, robot anti-Covid del S.Anna di Pisa

Grazie a lampade a raggi ultravioletti, il robot dovrà sanificare e disinfettare: potrà essere utilizzato all'interno di sale operatorie, sale di attesa, pronto soccorso

Pubblicato:25-06-2020 16:13
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 18:33

FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

ROMA – La disinfezione di ambienti e superfici è stata indicata come una delle azioni più efficaci per limitare la circolazione e la persistenza del virus, durante questa nuova fase dell’emergenza provocata dal Covid-19. La robotica può dare un contributo significativo, per svolgere questa operazione nella maniera più efficace: da oggi, una nuova possibilità è offerta dal progetto ‘Samaritan’, nell’ambito del quale è stato sviluppato un robot mobile, considerato il primo esempio di una nuova generazione di robot collaborativi.

Sabina Nuti, rettrice della Scuola Superiore Sant’Anna, ha commentato: “Siamo molto orgogliosi della capacità che la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa sta dimostrando nel riuscire a ‘mettere insieme’ le migliori energie filantropiche, l’esame attento della difficile situazione post Covid-19 e il potenziale di ricerca sviluppato nel corso del tempo. I risultati ottenuti con questo progetto costituiscono un nuovo passo avanti di un percorso, ancora lungo, ma che intendiamo percorrere con decisione e con mete sempre più ambiziose”. ‘Samaritan’ è il progetto sostenuto dalla Fondazione Marmo di Carrara, realizzato attraverso la Fondazione filantropica ‘Il Talento all’Opera’, promossa dalla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa.










Previous
Next

A Massa, da oggi, presso l’ospedale del cuore ‘G. Pasquinucci’ della Fondazione Monasterio, inizia il suo utilizzo sperimentale questo nuovo robot mobile, il cui obiettivo è sanificare e disinfettare ambienti e superfici, attraverso l’impiego di lampade a raggi ultravioletti UV-C.

Il robot potrà essere usato per la disinfezione all’interno di sale operatorie, sale di attesa, pronto soccorso e in qualunque altro luogo dove si possono creare assembramenti, con il conseguente aumento del rischio di trasmissione del virus. “In Italia, e in particolare in Toscana, ci sono tutte le prerogative per far emergere l’indotto della robotica – Filippo Cavallo, coordinatore scientifico del progetto ‘Samaritan’-. Sappiamo costruire e programmare robot per diverse applicazioni: bisogna sostenere in modo continuativo e concreto la sinergia tra istituzione regionale, università, aziende e investitori perché è una occasione importante di sviluppo del territorio con un forte impatto sociale”.

Marco Torre, direttore generale della Fondazione Monasterio, ha voluto evidenziare come “con il progetto ‘Samaritan’ la Fondazione Monasterio apre le porte del proprio ‘Ospedale del Cuore’ a un nuovo ambito di sperimentazione, la robotica, con un partner di eccellenza quale la scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e con l’ambizione di continuare ad applicare nella pratica quotidiana le tecnologie più innovative per il benessere dei pazienti e degli operatori. Voglio, in particolare, ringraziare la Fondazione Marmo per la solidarietà manifestata a riprova di quanto questo territorio sia vicino alla nostra attività”.

Il nuovo progetto si affianca a quello condotto presso il laboratorio di robotica percettiva dell’Istituto TeCIP, tecnologie della comunicazione, informazione, percezione, della Scuola Superiore Sant’Anna, sempre grazie alla Fondazione filantropica ‘Il Talento all’Opera’. Anche la sperimentazione presentata oggi a Massa per il progetto ‘Samaritan’, con il coordinamento scientifico di Filippo Cavallo, come Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna, rientra nelle attività di ‘terza missione’.

Paolo Dario, delegato alla Terza Missione del Sant’Anna di Pisa: “Le università sono oggi sempre più impegnate in attività che vanno oltre la ricerca e l’educazione, con l’obiettivo di valorizzare e mettere a disposizione della società e del territorio i migliori risultati ottenuti. Queste attività costituiscono la cosiddetta Terza Missione. Il progetto ‘Samaritan’ è un buon esempio di questo processo: si parte da ricerche di alta qualità sviluppate per anni nel corso di vari progetti europei coordinati dalla Scuola e i cui risultati sono stati pubblicati in importanti riviste internazionali; si prosegue con il contributo di numerosi giovani ricercatori formati in corsi di laurea e di dottorato; si validano e si brevettano le tecnologie più innovative; si valorizzano persone e brevetti mediante imprese spin-off; e infine si applica la conoscenza così accumulata nell’interesse di utenti e iniziative locali, in particolar modo in caso di bisogno (è il caso dell’emergenza dovuta al Covid-19). Sono lieto che questo percorso di sviluppo di un sistema robotico innovativo svolto presso la Scuola possa essere messo rapidamente a frutto grazie alla Fondazione Marmo di Carrara e alla Fondazione filantropica ‘Il Talento all’Opera’, e essere messo a disposizione di un utilizzatore clinico di grande esperienza come l’ospedale del cuore ‘G. Pasquinucci’ della Fondazione Monasterio. Siamo anche fiduciosi che questa esperienza virtuosa possa essere replicata in altri settori”.

Queste attività danno risposte concrete in tempi rapidissimi alle sfide presentate dall’emergenza Covid-19, confermando la possibilità di costruire alleanze virtuose fra la ricerca scientifica, la sua applicazione e i soggetti interessati a sostenere azioni di interesse generale, come la Fondazione Marmo di Carrara. Il robot mobile, ribattezzato ‘Mover-UVC’, alla cui sperimentazione a Massa collabora Co-Robotics, azienda spin off della Scuola Superiore Sant’Anna, è in grado di spostarsi in sicurezza, grazie alle sue quattro ruote, e può essere comandato a distanza da un operatore. Le lampade UV-C garantiscono una sanificazione efficace e, grazie ad algoritmi di intelligenza artificiale, può svolgere le operazioni rispettando un’assoluta sicurezza per operatori e pazienti. Il robot può essere tele-operato, ovvero mosso a distanza da un operatore ed è in grado di muoversi in sicurezza, evitando ostacoli e urti contro persone e oggetti. Il sistema robotico è dotato di una telecamera 3D che, con l’utilizzo di algoritmi intelligenti di visione, è in grado di riconoscere la presenza di persone e di caratterizzare gli ambienti di lavoro, garantendo l’incolumità delle persone e l’ottimizzazione della disinfezione. Il controllo e l’automatizzazione delle operazioni da parte degli operatori sarà reso più facile e intuitivo attraverso una opportuna app che si collega al robot.

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it