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Freddie Mercury, da sportivo mancato e leggenda musicale: 29 anni fa l’addio con ‘Innuendo’

Pugile di buon livello, ha fatto la storia con I Queen

Pubblicato:24-11-2020 14:18
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 20:38
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di Adriano Gasperetti e Gloria Marinelli

ROMA – ‘Somebody to Love’ e ‘We Are the Champions’, ‘Bohemian Rhapsody’ e ‘Crazy Little Thing Called Love’, ‘Don’t Stop Me Now’, ‘It’s a Hard Life’. E via discorrendo, uno dietro l’altro, successi senza tempo, segni di un passaggio di un artista sensibile e dotato di qualità vocali fuori dal comune. Farrokh Bulsara, Freddie Mercury per circa trequarti della popolazione mondiale, oggi avrebbe 74 anni, essendo nato a Zanzibar il 5 settembre 1946. È il 24 novembre del 1991 quando una broncopolmonite aggravata dall’Aids lascia milioni di fan senza questo artista straordinario. In realtà, anche un valido sportivo. Era infatti un abile velocista e pugile e raggiunse buoni risultati anche in altre discipline, come l’hockey su prato e il tennis da tavolo. Ma se lo sport era una passione, la musica era qualcosa di più. Molto giovane, dimostrò anche interesse e predisposizione alla musica: venne notato dal preside del St. Peter College, il quale scrisse una lettera ai suoi genitori suggerendo che, con un aumento della retta mensile, il ragazzo avrebbe potuto prendere lezioni aggiuntive. Fu durante la permanenza al collegio che ebbe anche la sua prima esperienza con un gruppo musicale: formò nel 1959 insieme a Derrick Branche, Bruce Murray, Farang Irani e Victory Rana i The Hectics, una band che si esibiva durante feste ed eventi scolastici e di cui Freddie era il pianista, suonando canzoni di Cliff Richard e Little Richard. Farrokh dovette lasciare il St. Peter College il 25 febbraio 1963, non avendo superato l’esame d’ammissione alla decima classe, e continuò la sua formazione alla St. Mary’s School di Bombay.

Nella primavera del 1966 ottenne il massimo dei voti nell’esame di arte dell’Isleworth Polytechnic, punteggio che gli consentì l’ammissione all’Ealing Art College di Londra; qui si iscrisse al corso di studi in Art and Graphic Design, trasferendosi in un piccolo appartamento condiviso con un amico nei pressi di Kensington Market. Al college conobbe Tim Staffell, suo compagno di corso nonché cantante e bassista degli Smile, band di cui facevano parte anche il chitarrista Brian May e il batterista Roger Meddows-Taylor. Arrivano le prime esperienze live, con altri musicisti, la dimostrazione evidente di saper stare sul palco. La svolta nell’aprile del 1970 quando Freddie, dopo aver convinto Taylor e May a formare una nuova band insieme, propone con successo il nome ‘Queen’. È l’inizio della leggenda, fatta di album, singoli, mode lanciate, di idee innovative, di musiche e testi che hanno lasciato il segno.


L’ADDIO CON ‘INNUENDO’

Quando il 4 febbraio del 1991 i Queen pubblicarono il loro quattordicesimo album, ‘Innuendo’, fu un trionfo di pubblico e critica. Quello che il mondo ignorava, è che sarebbe stato il testamento musicale di Freddie Mercury. Innovatore, sognatore, genio musicale, il frontman dei Queen morì il 24 novembre del 1991 nella sua amata Garden Lodge a Londra a soli 45 anni, a seguito di una broncopolmonite aggravata dall’Aids. Nonostante il corpo fosse provato con evidenza dalla malattia, Freddie Mercury decise di nascondere la sua condizione di salute al pubblico fino al giorno prima della morte, quando con un comunicato ufficiale confermò di essere sieropositivo e di aver contratto l’Aids. “Ho ritenuto opportuno tenere riservata questa informazione fino a questo momento al fine di proteggere la privacy di quanti mi circondano”, dichiarò Mercury. “Tuttavia è arrivato il momento che i miei amici e i miei fan in tutto il mondo conoscano la verità e spero che tutti si uniranno a me, ai dottori che mi seguono e a quelli del mondo intero nella lotta contro questa tremenda malattia”. La condizione di salute di Freddie influì profondamente sulle ultime composizioni dei Queen, sia nei testi che nelle melodie. Un’amara consapevolezza che diede vita a ‘Innuendo’, ultimo album registrato con Freddie Mercury ancora vivo, oggi riconosciuto come uno dei lavori più importanti della rock band britannica. Tra le tracce del disco trovano spazio brani immortali come la titletrack ‘Innuendo’, soprannominata la ‘Bohemian Rhapsody degli Anni 90’ e ‘The Show Must Go On’, malinconica esortazione ad andare avanti nonostante il destino sia già scritto. Infine, da ricordare anche ‘These Are the Days of Our Lives’, il cui video musicale fu l’ultimo in cui apparve Freddie Mercury. Girata nel maggio 1991, ma pubblicata solo dopo la sua morte, la clip mostra il cantante estremamente dimagrito ed emaciato. I Queen raccontarono successivamente quanto gli costò girare quel video e quanto insistette per farlo. A causa dei forti dolori che provava, Mercury dovette restare quasi immobile per tutta la durata delle riprese. Nell’ultima scena, il frontman scompare, sussurrando le parole ‘I still love you’ (Vi amo ancora). Per questo, ‘These Are the Days of Our Lives’ è impresso nella memoria dei fan come ultimo addio di Freddie Mercury.

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