NEWS:

VIDEO | Mafia, blitz interforze contro i clan trapanesi: eseguiti 21 arresti

L'operazione, denominata 'Scialandro', arriva dopo due anni di indagini. Colpite le famiglie Custonaci, Valderice e Trapani. Indagati anche politici

Pubblicato:24-10-2023 09:59
Ultimo aggiornamento:24-10-2023 19:07
Autore:

operazione scialandro
FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

PALERMO – Operazione antimafia della Dia, della polizia e dei carabinieri in provincia di Trapani. Eseguiti 21 arresti, 17 dei quali in carcere e quattro ai domiciliari, nei confronti di presunti appartenenti alle famiglie mafiose di Custonaci, Valderice e Trapani, inserite nel mandamento del capoluogo trapanese.
L’indagine, condotta dalla Direzione distrettuale antimafia di Palermo, ha portato anche a diverse perquisizioni nei confronti di altri indagati rimasti a piede libero. L’operazione, denominata ‘Scialandro’, arriva al culmine di una indagine durata due anni e alla quale hanno lavorato la Dia di Palermo e Trapani, la squadra mobile del capoluogo trapanese e il Nucleo investigativo del Comando provinciale dei carabinieri di Trapani. L’accusa principale degli inquirenti è di associazione mafiosa l’associazione mafiosa, mentre per altri reati è contestata l’aggravante dell’utilizzo del metodo mafioso.

‘SCIALANDRO’, INDAGATI POLITICI: ACQUISITI ATTI COMUNE CUSTONACI

L’indagine ‘Scialandro’, vede indagati anche alcuni politici e ha acceso i riflettori sul Comune di Custonaci. Tra gli arrestati c’è un esponente della precedente giunta comunale, mentre tra gli indagati a piede libero ci sono anche un ex sindaco e un consigliere comunale di maggioranza in carica che hanno subito una perquisizione. Dia, polizia e carabinieri, inoltre, hanno acquisito diversi documenti tecnico-amministrativi e contabili negli uffici del Comune di Custonaci.

Le indagini hanno portato alla luce “sinergie e rapporti opachi – dicono gli investigatori – tra esponenti della vecchia amministrazione comunale di Custonaci e i clan mafiosi“. In virtù di questi legami Cosa nostra sarebbe riuscita “a imporre al Comune” i nominativi dei beneficiari dei contributi destinati ad alleviare i disagi economici provocati dalla pandemia da Covid-19, ma anche “a pilotare” l’affidamento di appalti pubblici in favore di ditte colluse o a loro riconducibili. Una di queste imprese, inoltre, avrebbe assunto fittiziamente un ergastolano per consentirgli di beneficiare della semilibertà.


Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it