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“Ciao, e grazie”: prima arruolati di corsa per combattere il Covid, poi dimenticati

A Bologna la protesta per far valere i diritti anche di chi ha lavorato con contratto di somministrazione

Pubblicato:24-07-2020 12:26
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 19:40
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BOLOGNA – “Adesso servono e ci sono, quando non servono ciao e grazie”. Chiedono “parità di trattamento” e “stabilizzazione” i lavoratori precari della sanità che sono stati “fianco a fianco” con i dipendenti diretti durante l’emergenza sanitaria da Covid-19, ma che poi sono stati “assolutamente esclusi” quando è stato il momento di erogare i bonus stanziati per il personale sanitario.

Per questo i sindacati del lavoro somministrato dell’Emilia-Romagna hanno promosso un presidio davanti alla Regione, a Bologna, in occasione dello sciopero nazionale promosso da Nidil-Cgil, Felsa-Cisl e Uil-Temp. “Nella fase dell’emergenza c’è stato un massiccio utilizzo della somministrazione– spiega Luisa Diana, del Nidil-Cgil dell’Emilia-Romagna- parliamo di più di 500 lavoratori, sicuramente con dei picchi perché nella fase acuta del Covid sono stati molti, molti di più”.


Lavoratori che “con professionalità e abnegazione si sono impegnati profondamente per cercare di dare una mano a dispetto di tutto”, aggiunge Marco Dall’Osso, segretario regionale della Felsa-Cisl. In sostanza, che “hanno lavorato per quello che potevano”, ma che “alla fine non hanno ricevuto niente- rincara la dose Laura Panzacchi, Uil Temp- sono sempre quelli che vengono penalizzati di più: quando c’è bisogno li prendono quando non c’è più bisogno li mandano via, ciao e grazie”. In questo senso, i sindacati chiedono, “siccome noi siamo una regione d’eccellenza per quanto riguarda la sanità, di dare anche il buon esempio e cercare di aiutarla, questa categoria“. Per questo esigono che “i premi che sono stati erogati ai lavoratori diretti a nostro giudizio devono per forza di cose essere anche trasportati nel meccanismo della somministrazione”, ma non solo.

Dobbiamo guardare anche un attimo oltre: dare la possibilità di una stabilizzazione vera e propria questi lavoratori, facendo in modo che possano poi successivamente poter anche attivare un percorso concorsuale”, è l’idea di Dall’Osso, condivisa anche dalle altre sigle. Inoltre, si chiede anche di “superare quelle norme di legge che di fatto impediscono la valutazione all’interno di concorsi dell’esperienza acquisita nel percorso in somministrazione. Questo è grave, fa perdere un patrimonio alla sanità, un patrimonio di esperienza importante e l’utilizzo poi dei precari all’interno di un settore così fragile e critico”, prosegue Diana. Intanto, il messaggio è stato recepito dall’assessore regionale alle Politiche per la salute Raffaele Donini, che ha incontrato i manifestanti impegnandosi a portare avanti le loro istanze.

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