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Da Sime la prima ‘Giornata della chirurgia estetica sociale’ in oncologia

Ne ha parlato con l'agenzia Dire il presidente della Società italiana di medicina estetica, il professor Emanuele Bartoletti

Pubblicato:23-12-2021 16:10
Ultimo aggiornamento:27-12-2021 11:27

seno donna
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ROMA – Al via la prima ‘Giornata nazionale della medicina sociale’ promossa dalla Società italiana di medicina estetica (Sime), accreditata presso il ministero della Salute e aderente alla Federazione nazionale delle Società medico scientifiche.

Da dove nasce l’esigenza di promuovere questa iniziativa e soprattutto a chi è rivolta? A rispondere all’agenzia di stampa Dire è il presidente Sime, il professor Emanuele Bartoletti.

“La Sime- spiega l’esperto- ha organizzato questa giornata con il patrocinio del ministero Salute anche per fare chiarezza sul ruolo ricoperto dalla medicina estetica che, ancora oggi e per tanti diversi motivi, è considerata dai più come ‘la medicina leggera’ e ‘quella delle labbra gonfie’. Al contrario questa disciplina, nata nel 1975, è contraddistinta da una evidente vocazione sociale. L’obiettivo che si perseguiva allora era proprio quello di consentire al paziente che viveva male un inestetismo di ritrovare un equilibrio psicofisico e rispondere soprattutto alle ‘richieste’ di coloro che avevano riportato traumi da incidenti, malformazioni e altre patologie con un risvolto importante sull’estetica. Tra queste non potevano essere escluse le donne affette da tumore e sottoposte perciò ad un ciclo di radio o chemioterapia. Si comprende come la medicina estetica ricopra un indubbio ruolo sociale. Già nel 2000, presso l’ospedale Fatebefratelli di Roma, fu attivato un servizio di ‘medicina estetica in oncologia’ all’interno del quale un medico estetico conduceva consulenze a pazienti che avrebbero dovuto sottoporsi a trattamenti chemioterapici allo scopo di preparare pelle a ricevere questo ‘tsunami’ di terapie. Come sappiamo la pelle, come organo superficiale, si comporta come una carta geografica è restituisce in superficie l’immagine di quello che accade nel corpo. Non è infrequente osservare la secchezza cutanea, le ulcerazioni, le occhiaie e la perdita di capelli. Epifenomeni di una condizione d’intossicazione farmacologica ovviamente imprescindibile e necessaria per le pazienti oncologiche”. “Studiando la cute del paziente prima dei trattamenti oncologici- spiega Bartoletti- riusciamo a normalizzare la pelle e metterla in condizione ottimale di poter ‘sopportare’ le cure e ritardare le complicanze che a volte incidono in modo così forte da imporne la sospensione. Si evince allora come la medicina estetica consenta di concludere i cicli e migliora l’adesione del paziente alla terapia oncologica”.

Qual è l’identikit tipo delle pazienti?


“A differenza di quanto si pensi- prosegue il presidente della Sime- oggi le pazienti ad esempio affette da cancro alla mammella hanno una età media più bassa che oscilla dai 30 ai 40 anni per cui è ovvio che soprattutto per loro ma anche per le altre, affidarsi ad un medico estetico che ti possa aiutare e ti dia la certezza di una ripresa di una vita sociale è fondamentale.

In cosa consistono i trattamenti?

“Si tratta- risponde Bartoletti- di prescrizioni cosmetiche personalizzate e adeguate per quel caso specifico dopo uno studio accurato del caso della paziente alla ricerca di una normalizzazione della cute. Noi consigliamo sempre di usare cosmetici in grado di ridurre l’infiammazione e la secchezza cutanea che sfocia quasi sempre in prurito. Per lavarsi via libera ad oli da bagno, no a detergenti pieni di tensioattivi e paraffina. Avere una pelle in buone condizioni di salute consente di vivere al meglio questo periodo”. Nell’ambito di questa iniziativa è stato aperto un contact center dedicato, medicinasociale@lamedicinaestetica.it.

Come funziona?

“Le pazienti- dice Bartoletti- possono scrivere ai medici della Sime, i quali hanno competenza in questo campo, e vedere chiariti dubbi e perplessità. All’interno di questo servizio vengono offerti anche gli elenchi dei centri medici estetica in oncologia qualificati sul territorio nazionale. L’ospedale Fatebefratelli di Roma è tra questi ma in realtà in Italia non ce ne sono molti. Per questo la Sime intende formare quanti più medici estetici possibili preparati nell’ambito dell’oncologia e spero di organizzare nel futuro delle giornate nazionali della medicina estetica sociale, aperte al pubblico, e offrire consulenze gratuite per gestire al meglio la situazione”. “Il nostro scopo è fare in modo che il paziente oncologico possa spostare l’attenzione dalla malattia alla vita intorno alla malattia e soprattutto alla vita dopo la malattia”, ha concluso il Presidente della Sime.

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