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Rimossa in Namibia la statua dell’ufficiale tedesco: “Simbolo dell’oppressione”

Secondo gli attivisti della società civile di Windhoek, il militare fu responsabile di un eccidio e non fondò affatto la città

Pubblicato:23-11-2022 18:20
Ultimo aggiornamento:23-11-2022 18:22

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(Foto credits profilo Twitter quotidiano New Era)

ROMA – Rimossa oggi a Windhoek la statua di un ufficiale tedesco responsabile di un eccidio coloniale che, secondo una tradizione contestata dagli attivisti sociali della capitale della Namibia, sarebbe stato il fondatore della città nel 1890.

CHI ERA CURT VAN FRANCOIS

Immagini e video dell’intervento per smontare il monumento sono stati diffusi dai giornali locali. La statua che ritrae il militare, Curt van Francois, era stata eretta di fronte alla sede del Comune nel 1965, quando ancora la Namibia non era indipendente. L’ufficiale servì nell’esercito tedesco tra fine Ottocento e inizio Novecento, in quella che all’epoca era la colonia dell’Africa del sud-ovest. Van Francois fu a capo del battaglione responsabile nel 1892 della strage di Hoornkrans, dove fu repressa la rivolta di una comunità Nama e furono anche uccise almeno 80 persone non combattenti, perlopiù donne e bambini. Il Namibian Sun ha citato l’attivista Alderman Job Amupanda, secondo il quale la tesi che Windhoek sia stata fondata dall’ufficiale è falsa. “Già nel 1850 e forse anche prima”, ha detto l’uomo al giornale, mostrando la placca celebrativa della statua appena rimossa, “nell’area risiedevano comunità locali”.


Nei video si vede una folla di persone che applaude e incoraggia gli operai al lavoro per sbullonare il monumento. Secondo Hildegard Titus, una visual artist di Windhoek, già firmataria di una petizione per la rimozione della statua, van Francois è un simbolo dell'”oppressione coloniale”.

GENOCIDIO DI INIZIO NOVECENTO

Si calcola che in Namibia, in particolare tra il 1904 e il 1908, furono uccise dai colonizzatori quasi 100mila persone, l’80 per cento delle comunità Herero e Nama. Lo scorso anno l’allora ministro degli Esteri della Germania, Heiko Maas, ha detto di riconoscere che quei crimini costituirono “un genocidio”.

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