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Trentasei anni fa la camorra assassinava Giancarlo Siani, il ricordo del giornalista-giornalista

Il collaboratore de "Il Mattino" fu ucciso qualche giorno dopo aver compiuto 26 anni

Pubblicato:23-09-2021 12:13
Ultimo aggiornamento:23-09-2021 12:33
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NAPOLI – “Ricordiamo sempre con grande emozione il giornalista Giancarlo Siani, assassinato trentasei anni fa per mano della camorra. La sua storia e il suo impegno professionale sono stati determinanti per far crescere, soprattutto tra i giovani, quella coscienza civile che ancora oggi anima l’attività di decine e decine di associazioni e le iniziative per la legalità e la sicurezza promosse dalla Regione Campania e dalle altre istituzioni. È questo il modo migliore per onorare e tenere viva la memoria e l’esempio di Giancarlo Siani”. Lo scrive su Facebook il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca.

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MARESCA: “PERDITA GIANCARLO FERITA ANCORA APERTA PER NAPOLI”

“Un uomo non muore mai se c’è qualcuno che lo ricorda. 36 anni dopo la sua uccisione per mano della camorra, la perdita di Giancarlo Siani è una ferita ancora aperta per Napoli e i napoletani. Oggi, il modo migliore per onorare quel sacrificio è rinnovare il nostro impegno nella battaglia per la legalità nelle scuole, per le strade, nelle istituzioni”. Lo scrive su Facebook Catello Maresca, candidato sindaco del centrodestra a Napoli.


MANFREDI: “VIVE IN IMPEGNO OGNI CITTADINO CHE SI BATTE PER LEGALITÀ”

“Giancarlo Siani vive nell’impegno di ogni cittadino che si batte per la legalità e trova il coraggio di denunciare, che sceglie di non abbassare la testa”. Lo scrive su twitter Gaetano Manfredi, candidato di centrosinistra e M5s a sindaco di Napoli.

CLEMENTE: “GIORNALISTA ATTENTO E APPASSIONATO, OGGI È OVUNQUE”

“La camorra si nutre di buoni e cattivi, di criminali e di innocenti. Versa sangue sulle strade e non gli importa di chi sia quel sangue. Alla camorra, come a tutte le mafie, non interessa la storia che interrompe quando porta via la vita a qualcuno e con la vita i sogni, le speranze, i progetti. Certo, se ne fai parte, se hai fatto (o subito) questa scelta metti in conto di morire, come lo mettono in conto certi anziani troppo stanchi per continuare. Ma quando sei giovane e ti sei limitato a fare semplicemente il tuo lavoro, come puoi pensare che la morte sia prossima e violenta? Giancarlo Siani era un ragazzo, con dei sogni, degli ideali, dei progetti da realizzare. Insomma, un ragazzo come tanti. Ma era anche un giornalista, attento, appassionato, con una scrittura delicata e al contempo tosta, proprio come lui. Raccontava il vero, raccontava il nero. Insomma faceva il giornalista e lo faceva bene. Per questo lo ammazzarono nella sua auto, auto che poi è diventata un simbolo (la sua Mehari verde). Ma adesso dove sono quelli che spararono e dove quelli che lo ordinarono? Tra carcere e cimitero, come ogni camorrista. E dov’è Giancarlo? Ovunque! È qui dove lo ricordiamo oggi, è sui muri delle scuole che ne hanno preso il nome, sui giornali che ancora lo ricordano, in teatro, in tv, in tanti libri. Ed al cinema dove a prestargli il volto è stato il compianto Libero De Rienzo. Un altro giovane la cui storia è finita troppo presto. Ecco, oggi voglio ricordare anche lui ed immaginarli da qualche parte insieme a parlare di Fort Apache e di quanto era bella e difficile la Napoli degli anni 80’”. Lo scrive sui social Alessandra Clemente, candidata sindaca di Napoli.

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