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Boss della camorra tradito dal barboncino Lapo: Cacciapuoti arrestato in piscina

È nel carcere di Secondigliano: dovrà scontare 15 anni di reclusione per associazione di tipo mafioso

Pubblicato:25-08-2023 10:04
Ultimo aggiornamento:25-08-2023 14:53
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barboncino
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NAPOLI – Luigi Cacciapuoti, considerato a capo dell’omonimo clan camorristico operante nel territorio di Villaricca (Napoli) e nei comuni limitrofi, arrestato ieri a Giugliano in Campania è stato “tradito” da un cagnolino affacciato ad una finestra semichiusa di una villa con piscina nella frazione di Varcaturo. I carabinieri, nell’ambito di un’indagine coordinata dalla Dda di Napoli, erano sulle tracce del 64enne irreperibile dallo scorso febbraio. Grazie a indagini tradizionali e tecniche, al monitoraggio dei social e dei movimenti finanziari gli investigatori sono riusciti a circoscrivere l’area dove l’uomo era verosimilmente nascosto, ma il luogo preciso rimaneva ancora poco chiaro. E lo è stato fino a quando un barboncino, fedele amico di una donna che incontrava Cacciapuoti, di nome Lapo, non ha suscitato nei militari il sospetto che quello chalet fosse il rifugio del latitante. Quindi è stato pianificato il blitz ed analizzata ogni possibile via di fuga, studiando anche l’impianto fognario comunale che correva nel sottosuolo.

Circondata la villa, bloccate le uscite, i carabinieri sono entrati: Cacciapuoti – ricostruisce una nota dell’Arma – se n’è accorto quando erano ormai ad un passo da lui, sdraiato a bordo piscina mentre sfogliava un quotidiano aperto su una pagina di cronaca della camorra di Ponticelli. Il 64enne non ha opposto resistenza e ai suoi polsi sono scattate le manette. La villa è stata sequestrata e così i documenti di identità che l’uomo portava con sé: la sua foto ma i dati di un’altra persona. Cacciapuoti è ora è nel carcere di Secondigliano: dovrà scontare 15 anni di reclusione per associazione di tipo mafioso. Per favoreggiamento e procurata inosservanza di pena, aggravato dalle modalità mafiose, è stata anche arrestata la donna che era in sua compagnia, trasferita nel carcere femminile di Pozzuoli.


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