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Patuanelli: “Alitalia pubblica parte a giugno, ma parlare di ‘esuberi zero’ è difficile”

Lo dice il ministro dello Sviluppo economico in audizione alla commissione Trasporti della Camera

Pubblicato:23-04-2020 12:24
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 18:11
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ROMA – La newco per Alitalia, controllata dal MEF, “riteniamo che possa partire entro le prime settimane del mese di giugno, con necessari passaggi”. Stefano Patuanelli, ministro dello Sviluppo economico, lo dice in audizione alla commissione Trasporti della Camera.

L’Alitalia che arrivera’ sara’ in mano pubblica “inizialmente” ma “poi ritengo che possa essere valutato in un momento successivo l’eventuale mantenimento totale della compagnia in mano pubblica”. Rispetto a un eventuale cambio di alleanza, aggiunge Patuanelli, “in questa situazione con un mercato fermo non e’ piu’ dirimente ma sara’ una valutazione che verra’ svolta da piu’ teste, con tutte le strutture competenti. Ritengo che lo stand alone possa avere un percorso ma che non possa essere un obiettivo”.

Vi saranno pero’ delle prospettive positive, una volta superata l’emergenza pandemia. “La situazione Covid e’ drammatica da ogni punto di vista“, valuta il titolare del Mise, “e’ negativa per tutti i settori produttivi ma credo che per la nostra compagnia di bandiera possa rappresentare un momento di potenziale riconquista di fasce di mercato“.


Infatti, “tutte le compagnie aeree si trovano in situazione di forte difficolta’ e se prima Alitalia era un vaso di cristallo tra vasi di ferro oggi questa situazione non e’ piu’ tale”. Con la costituzione della Newco “riteniamo che nel momento in cui il mercato aereo potra’ ripartire Alitalia ripartira’ alla pari con tutti i suoi competitor e potra’ quindi scalare fasce di mercato che prima le sarebbero state precluse”.

Per quel che riguarda Alitalia “la nazionalizzazione pro tempore o definitiva sara’ una valutazione da fare solo con la piena operativita’ della compagnia che, ne sono certo, produrra’ utili. Il Governo di allora, qualcuno parla di tre, quattro anni, potra decidere il da farsi in quel momento”.

“Secondo i dati del 22 aprile Alitalia ha subito un calo del fatturato dell’87,5%” a causa dell’emergenza coronavirus. “Questi dati in qualsiasi tipo di azienda sanissima produrrebbero un effetto dirompente e devastante, e non possiamo definire Alitalia sanissima, anzi”. Quindi, “senza l’intervento del governo l’effetto sarebbe stato davvero definitivo“.

Per quel che riguarda la newco di Alitalia “si e’ parlato di una flotta molto molto limitata. Cio’ non corrisponde al vero“, prosegue Stefano Patuanelli. Infatti “il range di aeromobili che transiteranno immediatamente alla newco e’ superiore ai 90, dai 113 di oggi”, precisa.

Il governo punta infatti a “incrementare al 30% la flotta destinata al lungo raggio, elemento mancato ad Alitalia nel recente passato”. Una compagnia che sia “piu’ sul lungo raggio che su point to point o breve raggio”, aggiunge, poco profittevoli.

Inoltre, “il settore cargo ha mostrato la sua importanza nelle ultime settimane“, aggiunge Patuanelli, quindi c’e’ “un ragionamento da fare”. Per quel che riguarda gli altri settori, “l’handling tra i tre e’ piu profittevole e anche il maintenance non e’ in perdita, la criticita’ e’ sulla parte volo”, dice il ministro.

L’intento e’ quindi quello di “rendere maggiormente profittevole l’attivita’ di volo di Alitalia”, chiarisce Patuanelli. “La discontinuita’ aziendale e’ da dimostrare affinche’ non vi sia retrocessione del debito alla newco– precisa il ministro- non deve essere vista come una separazione tra asset aziendali ma come una differenziazione societaria con asset uniti”, perche’ la compagnia “se si pensa di trasferirla cosi’ com’e’ in un altro contenitore quello avra’ le stesse criticita’ di prima”.

Ma nella vicenda di Alitalia e del suo futuro “parlare di esuberi zero e’ molto difficile”. L’impegno, ora, “tra ‘old’ e newco e’ quello di tutelare al massimo l’occupazione”, dice Patuanelli, per questo “il ruolo dei sindacati nella newco dovra’ essere molto forte, e stiamo ragionando su un board con una presenza sindacale o a doppio livello come accade in altri Paesi”.

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