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Dipendenti Alitalia in piazza: “Piano Ita è irricevibile, il governo intervenga o mobilitazione a oltranza”

Cgil: "È paradossale che il dialogo sia rifiutato da un'azienda di Stato"

Pubblicato:21-09-2021 13:17
Ultimo aggiornamento:28-09-2021 17:01

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ROMA – Dipendenti Alitalia in piazza San Silvestro a Roma per manifestare dopo la rottura delle trattative sul contratto di lavoro che la nuova compagnia, Ita, deve applicare su piloti e assistenti di volo. E il piano voluto ora dall’azienda, che non segue il contratto nazionale, “è irricevibile”. I lavoratori chiedono di essere ascoltati dal governo che ora reputano debba intervenire per sbloccare lo stallo, “altrimenti proseguiremo ancora la protesta, mobilitazione ad oltranza”, promettono accompagnati dai sindacati sotto un sole cocente che schiaccia i presenti su un lato della piazza.

I sindacati chiedono una convocazione al ministero del Lavoro “per parlare di ammortizzatori sociali e di contratto”. Dopo un’ora l’arrivo di una delegazione PD, a guidarla la presidente dei deputati dem Debora Serracchiani. I circa duecento manifestanti abbandonano l’ombra e si spostano sotto un gazebo per ascoltarla. Serracchiani conferma: il piano voluto dall’azienda, che prevede la chiamata diretta e senza l’applicazione del contratto nazionale, “è ingiusto e non rispetta la dignità del lavoro. Faremo la nostra parte all’interno del governo che ora dovrà agire da protagonista. Non può pensare di lasciare solo le parte sociali nella trattativa, ci vuole un intervento forte”. I sindacati potrebbero essere ricevuti nel pomeriggio al Senato. 

IL PILOTA: “CRISI COME NEL 2008, MA OGGI RITROVARE LAVORO È PIÙ DIFFICILE

Dei 2.800 dipendenti Alitalia che dovranno consentire il decollo di Ita, con modalità contrattuali contestate da lavoratori e sindacati, “1368 sono piloti”. A dare i numeri esatti è il comandante Daniele Pinori, ex pilota di Alitalia CityLiner, in piazza San Silvestro a Roma questa mattina per protestare dopo la rottura delle trattative tra sindacati e Ita sul nuovo contratto di lavoro. Il piano aziendale, che prevede il decollo dal 15 ottobre con 52 aerei e 61 rotte, e la chiamata diretta e senza l’applicazione del contratto nazionale “è per noi inaccettabile, non si può proprio vedere”, contesta Pinori.


Le conseguenze sono “devastanti ripercussioni sullo stipendio, si va dal -30 al -45% rispetto al contratto precedente. Oggi si dice che debbano partire le prime chiamate, forse dopo le convocazioni nelle commissioni di Camera e Senato”, spiega Pinori, da 26 anni in Alitalia. Una situazione simile, però, spiega di averla già vista nel 2008 “quando ero comandante Alitalia e mi mandarono in cassa integrazione, non hanno rispettato gli accordi sottoscritti che furono cambiati ed entrai in Alitalia CityLiner. Per la mia esperienza posso dire che la situazione attuale è simile a quella del 2008 ma ora il problema è che il mondo è in difficoltà. Perdere un posto di lavoro oggi vuol dire che poi è molto difficile ritrovarlo”, conclude.

VIGLIETTI (UIL): “PIANO ERRORE ENORME, NOSTRA AZIONE PROSEGUE

“La scelta aziendale di selezionare il personale senza condividere alcun tipo di criterio e di portare avanti un regolamento aziendale senza un contratto nazionale è un errore enorme”. A sottolinearlo è Ivan Viglietti, segretario nazionale trasporto aereo Uil Trasporti, in piazza San Silvestro questa mattina per protestare dopo la rottura delle trattative con Ita sul nuovo contratto di lavoro. “Siamo una compagnia di servizi, il personale a contatto col pubblico garantisce qualità e sicurezza- ricorda- è uno degli asset e se l’azienda non lo comprende è grave. La nostra azione prosegue, abbiamo chiesto al governo una convocazione per intervenire sulle assunzioni e per l’applicazione del contratto nazionale nel rispetto del Dl rilancio. Oggi incontreremo le commissioni parlamentari dei Trasporti, domani proseguiremo la protesta a Fiumicino e per venerdì è confermato lo sciopero generale di 24 ore”, conclude.

CUSCITO (CGIL): “ORA EMERGENZA SOCIALE, CON PIANO TAGLIO DEGLI STIPENDI DEL 40%

“Immediata convocazione dal governo”. La chiede il segretario nazionale della Filt Cgil Fabrizio Cuscito, in piazza San Silvestro questa mattina per protestare dopo la rottura delle trattative con Ita sul nuovo contratto di lavoro. “Ormai la vertenza è un’emergenza sociale che riguarda 10.500 persone“, spiega promettendo manifestazioni ad oltranza “finché l’azienda non cambia atteggiamento e non ci ascolta, è paradossale che il dialogo sia rifiutato da un’azienda di stato“. “Se l’azienda azienda va avanti con il regolamento- promette- noi andremo avanti ad oltranza con le manifestazioni, non ci fermeranno”. Quanto alle ripercussioni sulle retribuzioni “è previsto un taglio del 40%, deciso in modo unilaterale dall’azienda, oltre all’introduzione del Jobs Act per coloro che già lavoravano prima e poi non c’è tutela sindacale. Di fatto, l’azienda assume senza paracadute per i lavoratori”. L’appello è quindi al governo “che doveva battere un colpo ma non l’ha mai fatto”, osserva Cuscito. “Finora è stato assente e adesso ci aspettiamo una convocazione dal ministero del Lavoro sugli ammortizzatori sociali, poi un tavolo dove discutere della vertenza”, conclude.

CISL: “DRAGHI INTERVENGA, RIPORTARE NEL BINARIO GIUSTO LA TRATTATIVA

“È davvero inaccettabile la richiesta di Ita che, proponendo trattamenti retributivi e normativi ben al di sotto di quelli in essere nelle principali compagnie aeree europee, tende a riportare indietro nel tempo non solo i diritti fondamentali e le condizioni di migliaia di lavoratori, ma anche le relazioni industriali nel nostro paese”. Lo dichiarano in una nota congiunta il Segretario Generale della Cisl, Luigi Sbarra ed il Segretario Generale della Fit Cisl, Salvatore Pellecchia. “Occorre senso di responsabilità da parte di tutti. I lavoratori della ex Alitalia non sono merci ma persone che meritano rispetto e considerazione. Per questo chiediamo al Governo ed al Premier Draghi di scendere in campo con la sua autorevolezza per riportare nel binario giusto la trattativa, evitando fughe in avanti e scelte unilaterali di Ita che avranno come conseguenza solo l’inasprirsi del conflitto sociale. Ita, se ben utilizzata, può rappresentare un asset importante per l’economia del paese ma proprio per questo non può nascere nel solco di una deregolation selvaggia e di una penalizzazione della forza lavoro e delle professionalita’ esistenti in Alitalia. Bisogna salvaguardare i livelli occupazionali e trovare le giuste soluzioni per garantire il rispetto dei contratti di lavoro al personale della nuova compagnia. È impensabile- continua la nota- che in una stagione in cui il sindacato è impegnato a tutelare i nuovi settori emergenti come la logistica o il lavoro su piattaforma, si faccia un passo indietro nel trasporto aereo che è fondamentale per lo sviluppo del turismo ed in generale per il futuro produttivo del paese. Il Governo non può fare orecchie da mercante ma deve garantire le condizioni per un percorso regolare di confronto e negoziazione con Ita, salvaguardando i diritti sindacali e le tutele occupazionali”.

M5S-PD-LEU SENATO: “ITA SI FERMI, SERVE CONFRONTO CON GOVERNO

Sulla vicenda Ita Alitalia serve “un tavolo di confronto con il governo per capire se le scelte che sta portando avanti la governance” di Italia Trasporto Aereo “siano condivise dal governo, cosa che ci preoccuperebbe”. Inoltre, alla luce della situazione attuale, “di scontro molto forte tra sindacati e azienda, riteniamo importantissimo che il ministro Franco d’intesa con Giorgetti, Giovannini e Orlando attivino immediatamente un tavolo di trattativa per cercare una sintesi”. Visto che Ita sta “andando avanti con assunzioni a chiamata diretta chiederemmo di sospenderle”. Questo l’esito dei una riunione al Senato dei gruppi M5S, Pd e LeU con i sindacati, i sette riconosciuti in Alitalia più la CUB, nelle parole del senatore Dem Salvatore Margiotta. I sindacati sono concordi nel descrivere “un atteggiamento da parte dei vertici di Ita di dominio, senza interesse a una interlocuzione“, una chiusura netta al confronto, spiega la senatrice M5S Giulia Lupo, “hanno detto che potrebbero tornare anche il prossimo anno e sarebbe lo stesso”. Quindi “chiediamo di bloccare tutto, adesso, in attesa di un confronto con il governo”, dice Lupo, “perché se questo è il volere di Ita è un discorso, se è il volere del governo è un altro”. In base a ciò “dovremo agire di conseguenza”, aggiunge la senatrice.

“Siamo compatti come Pd, LeU e M5S”, prosegue la senatrice M5S Giulia Lupo, “adesso vediamo se anche le altre forze politiche sono d’accordo, anche perché abbiamo votato qui in Senato un parere che dava indicazioni chiare, espansive, sicuramente non riduzioni, e non si trattava di dare una non-dignità ai lavoratori”. Adesso la governance di ITA “si deve fermare: se parte il 15 o il 20 o il 30 ottobre non succede nulla, se c’è da dare soldi a Alitalia il governo desse soldi ad Alitalia”, dice la senatrice M5S, “il tema è innanzitutto la strategia industriale di questo piano, poi un’azienda pubblica, con i soldi dei contribuenti, che fa chiamate dirette senza criteri di assunzione, e non applica il contratto nazionale, a noi risulta difficile da avallare”. Le assunzioni a chiamata diretta vanno sospese in attesa che il tavolo di governo auspicato dia dei risultati, prosegue il senatore Dem Salvatore Margiotta, “in attesa di una soluzione della vicenda”. Inoltre “siamo anche perplessi del fatto che l’andamento di tutta la vicenda sia molto differente sia da come l’avevamo pensata come governo sia dal parere che le commissioni di Camera e Senato hanno dato mesi fa”, rileva Margiotta, quindi “bisogna fare chiarezza, e la faremo”. 

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