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Brescia, 13enne chiede di stare con la madre ma i giudici dicono no. Il padre ha patteggiato per violenza

L'avvocato Morace, che assiste la donna: "Visione ai limiti della misoginia, questa è vittimizzazione secondaria"

Pubblicato:23-02-2023 17:34
Ultimo aggiornamento:23-02-2023 17:34
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ROMA – Risale a poche settimane fa una sentenza del Tribunale di Ivrea che autorizza gli incontri fra un quindicenne e il padre “ad esclusivo gradimento del minore”. Una sentenza da molti definita “storica” proprio per la centralità attribuita alla volontà del minore. Eppure la strada da percorrere sembra ancora lunga, come dimostra la decisione presa dal Tribunale per i minorenni di Brescia in merito alla vicenda di S., un ragazzo di 13 anni con un passato in comunità, che oggi chiede di essere collocato presso la madre Claudia (nome di fantasia). In questo caso, i giudici hanno ritenuto impossibile accogliere la richiesta del minore, che rimarrà collocato presso la nonna materna e sarà affidato ai servizi sociali a causa di “fragilità in entrambi i genitori”.

“Come operatore di giustizia sono rimasto molto stupito e mortificato da questa sentenza, che rappresenta una visione ai limiti della misoginia ed è estremamente pericolosa. Siamo di fronte a una condotta, da parte di alcuni magistrati di alcuni Tribunali, che porta al fenomeno della vittimizzazione secondaria. Non si valuta che la madre e il figlio sono state vittime di violenza da parte dell’uomo”, è stato il commento alla Dire dell’avvocato Domenico Morace, legale dei fratellini di Cuneo, altro caso noto alle cronache, che rappresenta in questa vicenda la mamma di S.

A indurre il legale a parlare di misoginia e vittimizzazione secondaria è innanzitutto quanto avvenuto nel maggio del 2010 fra Claudia e il suo ex compagno: una denuncia, da parte di lei, per violenza sessuale, alla quale il suo ex ha risposto con un patteggiamento della pena. “Il soggetto ha aggredito fisicamente e sessualmente la moglie alla presenza del bambino – spiega l’avvocato – Ha patteggiato una pena per questo e il Tribunale ora dice che il patteggiamento non implica alcuna responsabilità“, dichiara Morace.


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