NEWS:

Affidi, scontro in commissione d’inchiesta per il caso Apadula-Massaro

Scontro durante l'udienza della commissione d'inchiesta, per le deputate Giannone e Ascari il dibattito è uscito fuori tema e si è trasformato in un "processo" a Laura Massaro

Pubblicato:22-03-2022 12:53
Ultimo aggiornamento:22-03-2022 13:13
Autore:

laura massaro imagoeconomica
FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

ROMA – È diventata un caso, fino al punto di essere stata interrotta, l’audizione in Commissione d’inchiesta parlamentare sull’affido dei minori di Giuseppe Apadula, ex di Laura Massaro, la mamma accusata di alienazione parentale decaduta per questo dalla responsabilità genitoriale che ogni giorno rischia di vedere suo figlio prelevato forzosamente. Tra i presenti a questa udienza infuocata, avvenuta mercoledì 16 marzo, c’erano la deputata Veronica Giannone (FI), la deputata Stefania Ascari (M5S), le deputate Elisa Tripodi (M5S) e Silvia Fregolent (IV) e il senatore Simone Pillon (Lega).

“Dopo aver più volte richiesto alla presidente Laura Cavandoli di fermare l’audizione visto che era diventata un processo verso una cittadina nemmeno presente e lei stessa ha redarguito sia l’avvocata Zagaria sia il signor Apadula, gli stessi hanno continuato ad accusare e condannare la signora Massaro, esprimendo opinioni sulla persona e andando fuori dal contesto dell’inchiesta della commissione” ha detto la deputata Veronica Giannone spiegando alla Dire quanto accaduto ieri, anche rispetto allo scontro con il senatore Simone Pillon che ha portato a interrompere la seduta.

“Al momento dei quesiti- prosegue la deputata- il collega Pillon ha richiesto la parola sull’ordine dei lavori e ha contestato i miei quesiti agli auditi, che erano informati sin da subito delle domande. Anche a causa di questo ne è nata una forte discussione. Apadula inoltre ha dichiarato espressamente che lo spazio neutro, ovvero la casa famiglia dove far risiedere suo figlio, sia la soluzione più giusta per il benessere del bambino. Strano però che la Commissione d’inchiesta sia nata proprio su quanto venuto fuori su Bibbiano, sulle case famiglia e sugli allontanamenti – in questo caso da una madre con la quale il minore chiede di stare – e che il vero obiettivo sarebbe indagare questo sistema. I parlamentari hanno un potere ispettivo che attraverso strumenti come le interrogazioni possono utilizzare. Per ogni interrogazione l’ufficio del sindacato ispettivo richiede fonti e documenti addirittura a volte autenticati, fino a ieri Apadula e l’avvocato non avevano fatto pervenire alcun documento a sostegno di quanto affermato in audizione, a differenza di altri casi trattati dalla Commissione che hanno inviato la documentazione a supporto di quanto dichiarato. Ciò che ha letto l’avvocato, per quanto ne so- ha concluso Giannone- poteva essere secretato come contestato a me o addirittura inventato, noi non avevamo quei documenti depositati”.


Una posizione condivisa anche dalla deputata Ascari, anche lei impegnata a difesa dei bambini e delle mamme accusate di alienazione che ha chiesto che la seduta non fosse più trasmessa. “Ho fatto mettere a verbale- ha dichiarato raggiunta dalla Dire- che si è fatto un processo bruttissimo alla signora. È stato imbarazzante. Credo che il web potesse essere interrotto perché qui si è celebrato, ripeto, un processo a una delle parti e non un commento ai processi, alle norme e alle prassi. Di mezzo c’è un bambino. Inoltre l’utilizzo della casa famiglia come luogo per il bene del minore mi lascia basita. La differenza tra me e Pillon è che io ho fatto un ddl per evitare che migliaia di bimbi finiscano in casa famiglia, mentre nel suo la casa famiglia viene prescritta come terapia”.
Un problema di merito quindi, emerso anche dell’intervento della deputata Fregolent, sul senso dell’audizione rispetto ai fini dell’inchiesta della stessa Commissione.

Proprio sulla necessità della casa famiglia prevista da giudici e periti per il bene di suo figlio Giuseppe Apadula si è espresso con nettezza. “Spero che in uno spazio neutro il bambino possa trovare la sua personalità. Se la madre capisce, io sarei il primo affinchè stesse con lei. Ho sempre chiesto l’affido condiviso e lei invece l’esclusivo”, ha dichiarato. Nel caso Massaro, anche nel periodo degli incontri protetti, è proprio il minore ad aver espresso il rifiuto ad incontrare il padre: un comportamento che in Ctu sarebbe stato spiegato come frutto appunto dell’alienazione materna verso il padre.
La decisione della casa famiglia è quindi “l’extrema ratio” a cui sono giunti giudici e periti di cui Apadula riconosce, come ha detto, “serietà e attenzione. Se persone competenti hanno stabilito che la sua salute non è a rischio, ritengono che il male minore sia quello di allontanarlo”, ha ribadito ancora. L’uomo, alle domande del senatore Pillon, ha risposto di “non vedere il minore dal 2020”; ha parlato della “terza Ctu del 2021”, e ha riferito che “ad oggi il bimbo non va a scuola, fa home school e si è arrivati a questo provvedimento di prelevamento per collocarlo in casa famiglia, dopo che, come ha riferito la sua avvocata ‘il progetto indicato dalla Corte d’appello non veniva portato avanti'”. Al bambino era stato indicato un percorso in reparto neuropsichiatrico di un ospedale romano, che il padre ha definito però “psicologico”.

La Corte d’Appello, va precisato, nel suo decreto con cui rigettava il prelevamento del bambino, prima di arrivare a questo ultimo dispositivo del Tribunale per i minorenni, espressamente parlava di bigenitorialità specificando che non potesse tradursi in un percorso coercitivo e non graduale e proprio su questo si sono concentrate le osservazioni delle deputate Giannone e Ascari.
“Ha detto di non voler togliere il figlio alla madre, ma collocarlo in una casa famiglia anche se a tempo determinato non gli darebbe un trauma devastante?”, ha chiesto Giannone.
“Ritiene che un’imposizione forzosa di una nuova collocazione possa giovare alla serenità del bambino e alla relazione con il padre? Risulta dai verbali- ha aggiunto la deputata Ascari- che Massaro abbia sempre portato il figlio agli incontri protetti e alla psicoterapia, perchè non ha atteso lo sviluppo di tale percorso e ha chiesto la casa famiglia?”.
“È un’ ultima ratio che viene da consulenti e periti”, ha ribadito ancora una volta l’uomo ad oggi sospeso dalla responsabilità genitoriale. “Se i giudici lo decidono questa è la soluzione, se pur dura”, ha ammesso.
Ha inoltre aggiunto rivolgendosi alle deputate: “Perchè c’è la politica in mezzo? Perchè due avvocate di un centro antiviolenza la seguono? Dove starebbe la violenza in questo caso?”. Queste alcune delle domande esposte da Apadula stigmatizzando il fatto che il caso Massaro sia diventato mediatico, che diverse siano state le interrogazioni presentate e ribadendo che suo figlio, oggi adolescente, si troverebbe in “situazione di gravissimo pericolo, e che il bimbo va aiutato”, ha detto a più riprese.

Le denunce di violenza presentate da Laura Massaro verso il padre di suo figlio – come risulta agli atti – sono state archiviate, ma non “false, o strumentali” così come affermato dall’avvocata di Apadula che poi si è corretta.
Il senatore Pillon ha chiesto chiarimenti se “il minore sia in casa con la madre che impedisce di eseguire il provvedimento di collocamento in spazio neutro”, e Apadula ha risposto: “Non so se sia in casa, la signora Massaro impedisce il provvedimento rendendolo difficoltoso e invasivo per bambino”.
“Ha mai ascoltato il bambino?”, ha chiesto la deputata Ascari; “Il minore è ascoltato da Ctu, tutore, curatore e giudice onorario”, ha concluso il padre.

PILLON: “INACCETTABILI LE POSIZIONI DI ALCUNE PARLMENTARI”

“Trovo inaccettabile che delle parlamentari intervengano a gamba tesa da mesi con conferenze stampa e dibattiti a senso unico in una vicenda delicatissima che riguarda un minore”, afferma sul caso il senatore della Lega Simone Pillon, componente della commissione d’inchiesta sull’affido dei minori. E prosegue: “C’è una donna che, contro tutte le disposizioni dei tribunali, sta impedendo al figlio di vedere e di sentire il padre da anni, tenendolo a casa da scuola e impedendogli di condurre una vita normale. Lo fa perché vuole evitare che sia data esecuzione all’ordine del giudice, finalizzato a riprendere gli incontri con il padre. La signora, violando la legge, si è arrogata il diritto di fare da giudice e da giuria, umiliando il diritto costituzionale del bambino a crescere con la mamma e col papà. Io non mi schiero né con l’uno, né con l’altra: io voglio schierarmi dalla parte dei bambini, che hanno tutto il diritto di crescere con la mamma e con il papà”.

“Le disposizioni dei giudici sono soggette a impugnazione ma poi vanno rispettate- prosegue-. Trovo pertanto gravissimo che le colleghe parlamentari Veronica Giannone e Stefania Ascari, e prima di loro Valeria Valente, Laura Boldrini e Valeria Fedeli prendano posizione acritica in favore di una donna che sta pur sempre violando le disposizioni del giudice e i diritti di suo figlio. Trovo altrettanto grave l’attacco cui è stato sottoposto il sig. Apadula durante i lavori della commissione e ringrazio la presidente Cavandoli dei suoi interventi corretti ed equilibrati. Il dibattito politico dovrebbe essere sempre generale, e mai entrare in una vicenda particolare come quella che sta interessando la famiglia Apadula-Massaro. Ho una domanda per le colleghe- conclude Pillon- le sentenze si rispettano sempre o solo quando fanno comodo?”.

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it