Getting your Trinity Audio player ready...
|
MILANO – Cittadini extracomunitari, per la maggioranza somali, percepivano indebitamente il reddito di cittadinanza e versavano telematicamente l’importo tramite Pos in un ‘internet point’ di un connazionale, che gli restituiva la somma in contante trattenendo su ogni transazione una percentuale del 15%, in modo tale da occultare la provenienza del denaro. Nei guai il gestore dell’esercizio, arrestato in quanto ritenuto responsabile di riciclaggio continuato e di abusiva attività di prestazione di servizi di pagamento. La somma di denaro riciclata dall’esercente ammonta a circa 213.000 euro, mentre l’indebita percezione in danno dello Stato da parte degli indagati è stata quantificata in 1,1 milioni di euro.
In realtà, tra i 244 soggetti rintracciati, 232 sono stati denunciati a sette Procure della Repubblica (Milano, Cosenza, Bergamo, Roma, Brescia, Como e Torino) per i reati di “falsa attestazione del possesso dei requisiti per la corresponsione del beneficio RDC” e “truffa aggravata“. I restanti 12 in possesso dei requisiti, sono stati invece segnalati all’Inps per l’indebito utilizzo.
Uno degli elementi che ha insospettito gli inquirenti è che rispetto all’anno precedente all’istituzione del reddito di cittadinanza, l’attività economica in questione, “che non commercializza i beni di prima necessità per cui possono essere impiegate le somme concesse con il beneficio”, ha fatto registrare un incremento delle transazioni POS pari a 215.000 euro, passando da un incasso su base mensile di euro 1.460 euro a circa 23.450 euro (un aumento del +1600%). L’esercente è ora agli arresti domiciliari, mentre gli agenti hanno provveduto a sequestrare la somma equivalente a quella “illecitamente accumulata”.
Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it