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PALERMO – Condanna all’ergastolo per il superlatitante Matteo Messina Denaro al processo per le stragi del 1992 di Capaci e via D’Amelio, in cui morirono i magistrati Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Paolo Borsellino e gli agenti di scorta Antonio Montinaro, Vito Schifani, Rocco Dicillo, Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina. La sentenza è stata emessa dalla Corte d’Assise di Caltanissetta, presieduta da Roberta Serio. Messina Denaro, figlio del capomafia Francesco Messina Denaro, morto nel 1998, è latitante dal 1993.
Accolte, quindi, le richieste del pubblico ministero Gabriele Paci, la cui tesi vede Matteo Messina Denaro tra i mandanti degli eccidi che sconvolsero l’Italia nell’estate del 1992 e che facevano parte della strategia stragista dei Corleonesi di Totò Riina. Per il figlio di ‘don Ciccio’ Messina Denaro si tratta di un ulteriore ergastolo che si aggiunge a quelli che gli sono stati inflitti per le stragi del 1993 a Firenze, Roma e Milano.
“Voglio esprimere il mio ringraziamento ai magistrati di Caltanissetta per il prezioso lavoro di ricostruzione fatto in questi anni”. Lo ha detto Maria Falcone, sorella di Giovanni Falcone e presidente della fondazione che del giudice ucciso dalla mafia porta il nome, dopo la sentenza di condanna del boss Matteo Messina Denaro per le stragi di Capaci e via D’Amelio, emessa la scorsa notte dalla corte d’Assise di Caltanissetta. “Con la condanna del capomafia Messina Denaro – ha aggiunto – è stato aggiunto un altro fondamentale tassello sugli anni bui delle stragi del 1992. Solo la verità piena sugli attentati che insanguinarono l’Italia può rendere giustizia, non solo alle vittime, ma a tutto il Paese”.
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