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Caso Lavinia Montebove, il pm: “L’asilo aveva un’organizzazione rudimentale”

Nel procedimento emerso possibile riconoscimento di lesioni stradali

Pubblicato:20-11-2023 18:58
Ultimo aggiornamento:20-11-2023 19:00
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lavinia montebove
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ROMA – È iniziata oggi pomeriggio, a udienza inoltrata, la requisitoria del Pm Giovanni Taglialatela nel procedimento che riguarda la piccola Lavinia Montebove, la bimba di Velletri investita da un’auto all’asilo quando aveva 18 mesi e da allora in stato vegetativo. Imputate per quanto accaduto il 7 agosto del 2018 sono l’investitrice Chiara Colonnelli e la maestra Francesca Rocca.

“Questo è un processo delicato, profondamente diverso da quelli efferati di cui mi sono sempre occupato. Quelle erano situazioni concluse in cui era chiaro dov’era il male e dove era il bene. Qui- ha dichiarato il Pm- aleggia la tragedia di una minore privata delle sue aspettative di vita“. Una condizione che perdura, “con pochissime speranze” di miglioramento. “Vittime sono anche i genitori della povera Lavinia. Le imputate, va detto per onestà intellettuale, sono persone che non hanno un background criminale e che non hanno fatto del delitto la loro ragione di vita”.

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Una premessa doverosa, ha spiegato, per quando “dovrò sezionare e censurare le loro affermazioni e condotte, ma lo faccio e lo devo fare”. Queste le prime parole del pubblico ministero in aula per inquadrare la complessità del caso prima di andare subito dritto al primo punto: “Non possiamo definire l’asilo Fattoria di Nonna Cocca, frequentato da Lavinia Montebove, clandestino, ma non ne era disciplinato l’esercizio. Aveva un’organizzazione rudimentale e destruttutata“, come emerso dai primi rilievi della polizia giudiziaria. Sono cose, ha aggiunto in conclusione del preliminare, che “nella vita non dovrebbero ma possono accadere, ma mentre l’omicida o lo stupratore non ci appartengono e possiamo dire noi e loro, qui non possiamo dirlo”.

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Un altro passaggio affrontato dal Pubblico ministero è quello della vigilanza. Un conto “se parliamo di ragazzi del liceo o delle superiori con un’evoluzione della giurisprudenza che ha cercato di alleggerire, un conto sui minori dove resta la giurisprudenza più rigorosa e massima”. Sembra di intravedere già in questa udienza che rende più vicina la sentenza cosa potrà un giorno rimanere a beneficio della società civile, di tanti bambini e dei loro genitori, della tragedia della piccola Lavinia.

“Oggi è un giorno importante” ha detto papà Massimo alla stampa: “Abbiamo sempre chiesto un processo e una giusta sentenza“. E sulle questioni legate all’ asilo e alla sicurezza mamma Lara ha sottolineato che la responsabilità la fanno le persone. Nessuno si aspettava l’inizio della requisitoria dopo lo stallo iniziale dell’udienza di oggi. Arrivato infatti il rigetto da parte della Corte d’appello della ricusazione della giudice Eleonora Panzironi che era stata chiesta da Anna Scifoni , difesa delle imputate, la stessa difesa ha depositato un’altra memoria per chiedere che il procedimento a carico dell’ investitrice (Chiara Colonnelli) fosse spostato alla competenza del giudice di pace. Ipotesi rigettata anch’essa dopo la camera di consiglio.

L’avvocata dei genitori Cristina Spagnolo ai giornalisti ha sottolineato l’importanza per la famiglia di Lavinia dell’accertamento delle responsabilità penali della maestra Francesca Rocca. Ma intanto, altra questione emersa nel corso dell’udienza, che diventa sempre più importante ai fini della sentenza, è quella sul riconoscimento delle lesioni subite da Lavinia: potrebbero essere considerate ‘stradali’, visto che si trattava del parcheggio di un asilo, e come tale frequentato, e non di una casa privata. La prossima udienza è fissata per il 27 novembre.

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