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Golino pornostar, Bruni Tedeschi fanatica religiosa in ‘Te l’avevo detto’ di Elkann

Cambiamento climatico e ossessioni al centro della pellicola presentata oggi alla Festa del Cinema di Roma

Pubblicato:20-10-2023 15:37
Ultimo aggiornamento:20-10-2023 15:37
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ROMA – Cosa succederebbe se il caldo torrido non terminasse neanche con l’arrivo dell’inverno? Riusciremmo a governare le nostre nevrosi e dipendenze, sfiancati da temperature estreme? A queste domande prova a rispondere il film ‘Te l’avevo detto’, dark comedy di Ginevra Elkann, presentato oggi alla Festa del cinema di Roma, nella sezione Grand Public.

COME È NATA L’IDEA

“L’idea è nata dall’ansia, sorta durante un’estate dal caldo estremo.- ha raccontato la regista in conferenza stampa- e poi durante la pandemia, insieme a Chiara Barzini e Ilaria Bernardini, abbiamo scritto la sceneggiatura. Abbiamo costruito tutti questi personaggi che come noi avevano tante ansie, che riescono a governare finché non arriva l’ansia più grande, quella del caldo”.

I protagonisti di ‘Te l’avevo detto’ sono un eterogeneo e colorito gruppo di personaggi in balia delle proprie ossessioni, capaci di generare un riso amaro. C’è la fanatica religiosa e mentalmente instabile (Valeria Bruni Tedeschi), la sua amica-nemica Pupa, pornostar in declino in cerca di riscatto che non accetta di invecchiare (Valeria Golino). Padre Bill, un prete italo-americano ed eroinomane (Danny Huston) con un’infanzia difficile alle spalle e un rapporto conflittuale con la madre, ormai defunta, da risolvere. E Caterina (Alba Rohrwacher) una madre alcolista che cerca di riallacciare un rapporto con suo figlio, affidato all’ex marito (Riccardo Scamarcio).


Le loro vite si intrecciano in una Roma soffocante, appunto. È gennaio e nelle case ci sono ancora le decorazioni e gli alberi di Natale, ma si suda, il termometro supera i 30 gradi e l’aria è rarefatta, sempre più simile a nebbia. Uno scenario che evoca l’apocalisse sia dal punto di vista climatico-ambientale, che religioso. Questo, ha spiegato Elkann, è il motivo che l’ha indotta ad ambientare il film a Roma, simbolo della cultura cattolica e al tempo stesso “città eterna, che racconta cicli di distruzione e ricostruzione”.

E la questione ambientale spiega anche il titolo della pellicola, che è un ammonimento, quello sul cambiamento climatico, che per molto tempo è stato ignorato. Ma non solo. “È irritante sentirsi dire, ‘Te l’avevo detto’- ha spiegato la regista- ma dall’altro lato piace molto dirlo. È questo è qualcosa che ha a che fare con questo film”.

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