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Lacrime e sangue o accordo? Comincia la partita di Conte in Europa

Conte e il ministro Tria sono per la trattativa ad oltranza; i due politici, Salvini e Di Maio, aspettano di vedere che cosa porteranno a casa

Pubblicato:20-06-2019 15:14
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 15:26

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«L’Italia nell’interesse dei suoi cittadini e degli altri cittadini europei, adotterà una politica di bilancio attenta e coerente, nella consapevolezza tuttavia che occorre con urgenza dotarsi di un sistema di regole più idoneo a garantire ai cittadini europei pace sociale e crescita sostenibile». È uno dei passaggi della lunga lettera che il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha inviato ai ‘controllori’ europei. Oggi Conte è a Bruxelles per discutere le ‘euronomine’ con i colleghi degli altri Stati. Sarà battaglia dura, perché al momento si marcia in ordine sparso. La Germania punta a mettere un suo uomo al posto di Mario Draghi alla Bce, posto che vuole anche il presidente francese. L’Italia dovrebbe portare a casa il Commissario alla concorrenza, posto importante, per il sottosegretario leghista, Giancarlo Giorgetti. Per Conte sarà anche l’occasione per sentire il polso e valutare quale sarà l’atteggiamento dell’Europa nei confronti dei conti italiani. Conte e il ministro Tria sono per la trattativa ad oltranza; i due politici, Salvini e Di Maio, aspettano di vedere che cosa porteranno a casa. Se alla fine ci sarà un accordo, allora il Governo potrà andare avanti. Se, al contrario, passerà la linea dura e la procedura d’infrazione, il quadro politico subirà uno scossone. E soprattutto Salvini, uscito finora vittorioso da tutte le competizioni elettorali, a quel punto avrà un colpevole e il motivo per spingere al voto anticipato. Che poi ci si andrà è tutto da vedere, considerato che stando agli ultimi risultati delle Europee il M5S dimezzerebbe i parlamentari. E, come dicono i vecchi politici, il «Parlamento è un animale che vuole vivere più a lungo possibile, costi quel che costi». Per quanto riguarda la politica interna lo scontro adesso è sull’autonomia rafforzata chiesta da Veneto, Lombardia ed Emilia-Romagna. Da una parte Salvini ha già annunciato che il provvedimento è pronto; dall’altra il M5S che nutre ancora seri dubbi e non ha ancora dato l’ok. E il Pd? Al momento si consola con i sondaggi che lo danno al 24,4%, molto avanti al M5S.

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