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Tumore della tiroide, l’esperta: “In caso di disastro nucleare farmaci che bloccano iodio radioattivo”

Colao (Sie): "Farlo in questa fase della guerra però è sbagliato, per ora il consiglio è assumere sale iodato"

Pubblicato:20-04-2022 13:17
Ultimo aggiornamento:20-04-2022 14:42

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ROMA – È scattato il 56esimo giorno di guerra in Ucraina. Secondo gli analisti è l’inizio di una fase ‘nuova’. Mentre i civili sono allo stremo e molte persone tra cui bambini perdono la vita, torna ricorrente lo ‘spettro’ e la minaccia delle armi nucleari che risvegliano alla memoria il disastro di Chernobil. È stato documentato che ha provocato un aumento del rischio di tumore della tiroide nelle zone vicine all’incidente soprattutto nei bambini. Per approfondire questo tema e le sue ricadute sulla salute della popolazione e se ci siano rimedi preventivi, come farmaci che blocchino l’ingresso di iodio radioattivo, l’agenzia di stampa Dire ha intervistato la professoressa Annamaria Colao, presidente della Società Italiana di Endocrinologia (Sie).

“Dopo il disastro nucleare della centrale di Cernobyl in Ucraina, abbiamo assistito, non solo vicino alla zona del disastro nucleare ma anche nei territori più lontani e a grande distanza di tempo ad un aumento dei tumori tiroidei in età molto precoce, cosa che prima di questo evento non era un dato evidente in letteratura. Certamente- ha confermato l’esperta- sussiste una causa-effetto tra il disastro nucleare e l’incidenza dei tumori tiroidei nei bambini. La letteratura è molto solida da questo punto di vista. Noi esperti oggi sappiamo che la tiroide è bersaglio diretto delle radiazioni, ecco perché l’argomento è tornato più di attualità per i venti di guerra che tornano a soffiare tra Russia e Ucraina”, ha dichiarato la Colao.

Che cosa aspettarci? Prosegue la Presidentessa Sie: “Per adesso non ci sono motivi che meritano questo tipo di attenzione”. Esistono però dei rimedi che l’esperta ha presentato per tutti come buona prassi di prevenzione e come riparo da possibili catastrofi nucleari: “Lo iodio è un oligoelemento che si fissa esclusivamente sulla tiroide per cui suggeriamo l’uso del sale iodato. Abbiamo redatto un documento come Società Italiana di Endocrinologia, insieme alle altre società del settore, per affermare che prendere delle capsule di farmaci che bloccano l’ingresso dello iodio è sbagliato, non va fatto in questa fase. Quello che la Sie consiglia ora a tutti è assumere adesso il sale iodato al posto di quello normale al fine di rendere la tiroide meno ‘avida’ di iodio laddove si verificasse successivamente il problema. Solo in quel preciso momento, in caso speriamo mai di un disastro nucleare, varrà la pena di assumere delle capsule per bloccare l’ingresso di iodio radioattivo all’interno delle tiroide. Adesso ripeto va supplementata l’assunzione di sale iodato per essere sicuri che ognuno di noi abbia il giusto contenuto di iodio nella propria alimentazione”, ha concluso.


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