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Gualtieri: “Roma avrà un termovalorizzatore a controllo pubblico”

L'impianto da 600mila tonnellate permetterà di chiudere il Tmb di Rocca Cencia e di abbattere del 90% l’attuale fabbisogno di discariche

Pubblicato:20-04-2022 11:46
Ultimo aggiornamento:27-04-2022 13:41

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ROMA – Roma si doterà di un termovalorizzatore da 600mila tonnellate per chiudere il suo ciclo di gestione dei rifiuti e di un’annessa discarica di servizio da 60mila tonnellate. Lo ha detto il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, nel corso della seduta straordinaria dell’Assemblea capitolina dedicata alla vicenda dei rifiuti.

“Dopo un’attenta e approfondita valutazione delle tecnologie disponibili abbiamo deciso di dotarci di un nuovo impianto per la valorizzazione energetica dei rifiuti che produca calore ed energia– ha spiegato Gualtieri- Un termovalorizzatore a controllo pubblico da attuare con le migliori competenze industriali disponibili. Il nuovo impianto da 600mila tonnellate che intendiamo realizzare in tempi molto rapidi ci permetterà di chiudere il Tmb di Rocca Cencia e di abbattere del 90% l’attuale fabbisogno di discariche, rendendo così necessaria solo una piccola discarica di servizio per il conferimento di residui inerti che potrà limitarsi a 60mila tonnellate l’anno e avrà un impatto ambientale sostanzialmente nullo. Perché le ceneri pesanti (prodotte dal termovalorizzatore, ndr) sono recuperabili al 90% e quelle leggere (da smaltire in discarica, ndr) sono pari al 4% della massa iniziale”.

ALFONSI: “A CAUSA DELLA RAGGI IL PIANO REGIONE È STATO COSTRUITO SU DATI INFONDATI”

Perché Roma intende costruire un termovalorizzatore per chiudere il proprio ciclo di gestione dei rifiuti, nonostante il piano regionale vigente non preveda la costruzione di nuovi impianti di questo tipo? La spiegazione l’ha data l’assessora capitolina ai Rifiuti, Sabrina Alfonsi, la quale nel suo intervento durante la seduta straordinaria dell’Assemblea Comunale sui rifiuti ha detto che “dal punto di vista pianificatorio il piano regionale dei rifiuti si basa su uno scenario previsionale che appare già superato. L’obiettivo del piano, costruito in parte sulla base di dati non fondati sulla realtà dei fatti fornita dalla precedente amministrazione di Roma, era quello di raggiungere il 70% della raccolta differenziata a livello regionale entro il 2025. Se consideriamo che Roma, che produce quasi due terzi del rifiuto totale della Regione, viaggia su percentuali prossime al 46% di raccolta differenziata si comprende come l’obiettivo del piano sia più un desiderata che altro”.


Insomma, l’amministrazione Raggi nel 2020 ha fornito alla Regione Lazio previsioni di chiusura del ciclo dei rifiuti di Roma inarrivabili, “contaminando” in questo modo anche il piano regionale (poi approvato dalla Pisana nell’agosto 2020) che, anche in forza dei dati arrivati dalla capitale, avrebbe scelto di abbandonare l’opzione dei termovalorizzatori per chiudere il ciclo regionale di gestione dei rifiuti. Puntando invece fortemente sulla realizzazione del “Compound” a Colleferro da parte di Lazio Ambiente. Un impianto votato prevalentemente al recupero di materia e di biocarburanti dai rifiuti indifferenziati, con annesso impianto di vetrificazione degli scarti.

“Il piano non prevede alcun incremento delle capacità di recupero di energia, nemmeno dall’organico, mentre per le frazioni differenziate affidata tutto a un impianto di recupero di materiali che produrrà comunque scarti di lavorazione da smaltire in discarica- ha aggiunto Alfonsi- Siamo di fronte a una sottovalutazione piuttosto seria del fabbisogno reale di recupero e smaltimento necessario per garantire il pieno rispetto dei principi di autosufficienza e prossimità nella gestione dei rifiuti per allineare Roma alla normativa comunitaria in materia di economia circolare. Una situazione che deve essere corretta al più presto”.

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