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La protesta degli studenti universitari del Lazio: “Tagliati fondi ai Centri Antiviolenza”

"Non rinnovato il finanziamento al Centro Antiviolenza Sara DI Pietrantonio". La risposta di Lazio Disco: "l'impegno di spesa per il 2024 sarà garantito"

Pubblicato:19-12-2023 13:05
Ultimo aggiornamento:19-12-2023 13:05
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ROMA – Gli studenti delle università Roma Tre, Sapienza e Tor Vergata si sono mobilitati davanti alla sede dell’Ente Regionale per il diritto allo studio per rispondere “al silenzio delle istituzioni regionali in merito al rinnovo del finanziamento del Centro Antiviolenza Sara Di Pietrantonio“.

“A pochissimi giorni dalla scadenza della convenzione, la Regione Lazio e Lazio Disco – ente che ha messo a bando il CAV nel 2022 insieme a quelli degli altri atenei del Lazio – ufficialmente continuano a tacere sul futuro del Centro. Il commissariamento dell’ente per il diritto allo studio non ha certamente aiutato nell’intervenire rapidamente per dare una risposta alle richieste che portiamo avanti”, scrivono gli studenti in una nota.

IL CENTRO ANTIVIOLENZA DI ROMA TRE HA ACCOLTO CIRCA CENTO DONNE

L’esperienza del centro antiviolenza di Roma Tre, in meno di un anno dall’apertura ha accolto circa cento donne, soggettività e studentesse che hanno intrapreso con le operatrici un percorso di fuoriuscita dalla violenza di genere. Il CAV, oltre alla reperibilità H24, all’assistenza psicologica e legale, porta avanti nell’ateneo e sul territorio attività di accoglienza peer to peer, di prevenzione, approfondimento e formazione tramite lo spazio della Consultoria e tramite la collaborazione con l’osservatorio sulla violenza di genere del dipartimento di giurisprudenza è coinvolto in attività di ricerca.


LA RISPOSTA DI LAZIO DISCO: “SARA’ GARANTITO L’IMPEGNO DI SPESA NEL 2024”

Durante l’azione, nel colloquio con Laura Toti e Paolo Moroni, responsabili del bilancio e dell’ufficio affari generali, è stato dichiarato da parte dell’ente erogatore Lazio Disco che sarà garantito l’impegno di spesa nell’anno 2024. “Si tratta di una conferma arrivata solamente in seguito alla nostra attivazione di questa mattina, che non ci lascia in ogni caso reali certezze rispetto al futuro dei centri antiviolenza degli atenei del Lazio, dal momento che i bandi di durata annuale mettono fortemente a rischio la continuità dei percorsi di autonomia e fuoriuscita dalla violenza che vengono intrapresi nei CAV”, sottolineano gli studenti e le studentesse.

GLI ALTRI CENTRI ANTIVIOLENZA TAGLIATI: DA CASSINO A TOR VERGATA

“Proprio in questi giorni in cui la Regione Lazio discute il nuovo bilancio regionale, ad essere nuovamente sotto attacco è l’autodeterminazione delle donne e delle soggettività: oltre ai preannunciati tagli alle misure di rafforzamento sociale destinati alle donne, nelle università del Lazio il Centro Antiviolenza nell’Università di Cassino è stato chiuso e il Centro ‘Elena Gianini Belotti’ di Tor Vergata versa, come il Centro Antiviolenza dell’Università Roma Tre, in condizioni di precarietà- aggiungono- La transitorietà relativa ai finanziamenti e le assegnazioni dei CAV colpisce tanto le soggettività che si sono rivolte ai centri quanto l3 lavoratrici dei centri antiviolenza. Servono finanziamenti adeguati per retribuire il lavoro di cura che i Centri portano avanti nei nostri atenei. Gli sgomberi delle realtà autogestite impegnate nel contrasto alla violenza, la repressione verso le contestazioni sul pinkwashing che gli atenei portano avanti dal 25 novembre, come accaduto pochi giorni fa in Sapienza, dimostrano ancora una volta l’assenza generale da parte delle istituzioni di un impegno reale nel contrastare la violenza di stampo eterocispatriarcale e il conseguente tentativo di rimozione della dimensione politica e delle esperienze dei Cav, come accade per i consultori”.

“Non accetteremo tagli sul nostro diritto alla cura: i centri antiviolenza sono troppo pochi, hanno bisogno di più fondi, di assegnazioni che non siano fondate su criteri di risparmio e di garanzie rispetto alla continuità dei percorsi di fuoriuscita dalla violenza, messi costantemente a rischio da bandi di durata annuale. Risparmiare sui CAV vuol dire risparmiare sulle nostre vite”.

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