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Libri, Benjamin Labatut vince il premio Galileo con ‘Quando abbiamo smesso di capire il mondo’

Il premio, giunto alla XVI edizione, è promosso dal Comune di Padova in collaborazione con l'Università degli Studi di Padova

Pubblicato:19-10-2022 09:16
Ultimo aggiornamento:19-10-2022 10:08

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ROMA – Benjamìn Labatut, con ‘Quando abbiamo smesso di capire il mondo’, edizioni Adelphi, è il vincitore del Premio letterario Galileo per la divulgazione scientifica, giunto alle XVI edizione, promosso dal Comune di Padova-Assessorato alla Cultura, in collaborazione con l’Università degli Studi di Padova, con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo e curato da Pleiadi. Tra i cinque autori finalisti selezionati dalla giuria scientifica, il secondo posto è stato assegnato a Telmo Pievani con ‘Serendipità, L’inatteso nella Scienza’ (Raffaello Cortina Editore), il terzo a Francesca Buoninconti con ‘Senti chi parla, Cosa si dicono gli animali’ (Codice Edizioni), seguiti al quarto posto da Piero Martin con ‘Le 7 misure del mondo’ (Edizioni Laterza) e al quinto posto da Rebecca Wragg Sykes con ‘Neandertal. Vita, arte, amore e morte’ (Bollati Boringhieri).
La cerimonia di premiazione del Premio Galileo si è svolta nell’aula magna dell’Università di Padova, a Palazzo Bo. È stata una vasta giuria composta da studenti a scegliere, tra i cinque finalisti, il vincitore del Premio. La Giuria degli studenti, composta da 10 classi quarte di istituti secondari di secondo grado e da 100 studenti universitari, è stata individuata su ampia base nazionale, per rappresentare le diverse aree del nostro Paese. La giuria scientifica, che aveva designato i 5 finalisti, è stata presieduta dalla professoressa Daniela Mapelli, rettrice dell’Università di Padova e composta da Gabriele Beccaria, giornalista e coordinatore Tuttoscienze e Tuttosalute La Stampa; Giovanni Caprara, saggista ed editorialista scientifico Corriere della Sera; Massimo Cerofolini, giornalista, conduttore Eta Beta Radio 1 Rai; Silvia Bencivelli, giornalista, conduttrice, Radio 3 Scienza; Elena Dusi, giornalista La Repubblica; professor Pier Paolo Di Fiore, vincitore Premio Galileo 2021; professor Giulio Cossu, vincitore Premio Galileo 2020; professoressa Cristina Cattaneo, vincitore Premio Galileo 2019; professor Stefano Mancuso, vincitore Premio Galileo 2018; professor Guido Tonelli, vincitore Premio Galileo 2017.
‘Quando abbiamo smesso di capire il mondo’ dell’autore cileno Benjamín Labatut è un insieme di racconti e di curiosità, ma anche un romanzo saggio che ricostruisce la nascita della scienza moderna. Un libro capolavoro in cui la scienza si fa letteratura e gli uomini di scienza, di cui si racconta, diventano personaggi letterari. Storie vere e incredibili narrate dal suo autore con tutta la curiosità dell’aneddoto: geni e vicende che hanno deciso la nascita della scienza moderna. Dalla scoperta del blu di Prussia a quella del cianuro. Nel libro di Labatut si incontrano personaggi geniali ed eclettici: fisici e matematici che con il loro acume hanno contribuito a pensare il mondo. E c’è chi si rende conto, come il giovane Heisenberg durante la sua tormentosa convalescenza a Helgoland, che probabilmente il traguardo è proprio questo: smettere di capire il mondo come lo si è capito fino a quel momento e avventurarsi verso una forma di comprensione assolutamente nuova. Per quanto terrore possa, a tratti, ispirare. È la via che ha preferito Benjamín Labatut in questo singolarissimo e appassionante libro, ricostruendo alcune scene che hanno deciso la nascita della scienza moderna. Ma, soprattutto, offrendoci un meraviglioso intrico di racconti, e lasciando scegliere a noi quale filo tirare, e se seguirlo fino alle estreme conseguenze.
Andrea Colasio, assessore alla Cultura del Comune di Padova, commenta: “Anno dopo anno, il Premio letterario Galileo diventa sempre più importante ed autorevole. Lo testimonia la qualità dei libri finalisti e in qualche misura anche la scelta del libro vincitore, che non è un affascinante testo di divulgazione scientifica quanto una stimolante riflessione sul concetto stesso di scienza, sui meccanismi che spingono l’uomo a porsi sempre nuove domande in una ossessione tale da far concludere all’autore che la scienza non è mai il riflesso del mondo, ma delle nostre menti e che appunto la follia è semmai proprio pensare che possiamo capire il mondo. Il Premio Galileo premiando questa opera, apre una finestra sul lato oscuro della scienza, sui suoi umanissimi legami con le paure le incertezze e le idiosincrasie degli uomini che, come sacerdoti nel tempio, la celebrano ma che tante volte non sanno valutare il peso e le conseguenze delle scoperte che fanno”.
“L’altissima qualità delle opere in gara ha dimostrato come il premio letterario Galileo sia diventato ormai un appuntamento di riferimento per la divulgazione scientifica – afferma Daniela Mapelli, rettrice dell’Università di Padova – Sottolineo, con molto piacere, come sempre più siano proprio gli stessi ricercatori e scienziati a cimentarsi, con ottimo successo, non solo nell’ideare e condurre i propri progetti, ma anche nel divulgarli. E in fondo non poteva esserci luogo più adeguato, nel celebrare l’atto finale del premio, dell’aula magna di palazzo Bo, a pochissimi metri dalla cattedra di Galileo”.
“Si è chiuso un percorso cominciato a gennaio. Per noi di Pleiadi è stato il primo anno, ma per il Premio questa è la XIV edizione, con ben 104 candidature di volumi dedicati alla divulgazione scientifica. Un vero successo. Il cammino è proseguito con la selezione della giuria, con le presentazioni in presenza e online e con ‘La Settimana della Scienza’, il grande contenitore di eventi scientifici della Città di Padova. L’evento che si è tenuto al Bo è solo la punta dell’iceberg di uno dei premi più importanti per la diffusione del sapere scientifico in Italia e noi di Pleiadi siamo orgogliosi di essere stati i partner operativi di tutto questo”, dichiara Alessio Scaboro, direttore scientifico Pleiadi e del Premio Piccolo Galileo.

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