
PALERMO – Salvatore Borsellino, fratello del magistrato Paolo ucciso nella strage di via D’Amelio, chiede al ministro della Giustizia Carlo Nordio “un passo indietro”. Borsellino parla poco prima della cerimonia di commemorazione delle vittime del 19 luglio 1992 e affronta di petto il nodo relativo alle ipotesi di modifica del reato di concorso esterno. “Meloni dice che quel reato non si tocca? Lo dica al suo ministro Nordio”, taglia corto Borsellino.
SALVATORE BORSELLINO: “NORDIO FACCIA UN PASSO INDIETRO”
E a chi gli chiede se, a suo avviso, sia opportuno un passo indietro da parte del ministro della Giustizia, il fondatore delle Agende Rosse risponde secco: “Assolutamente sì. Non dico che si dovrebbe dimettere ma dovrebbe riconoscere di essere stato inopportuno e dire che abbandona questo progetto che, annunciato proprio in questi giorni, significa sporcare la memoria dei nostri martiri”.
SEGNALI DI PACE PER MELONI
Borsellino lancia segnali di pace alla premier Meloni, mentre per Nordio è una pioggia di critiche. Il fratello del magistrato ucciso dalla mafia, però, pone un interrogativo alla presidente del Consiglio: “Avrei voluto chiederle come concilia le parole pronunciate durante il suo insediamento, quando ha raccontato di avere iniziato a fare politica ispirandosi ai principi di mio fratello Paolo e di essere addirittura entrata in politica dopo la strage di via D’Amelio, cosa alla quale io credo assolutamente, con le esternazioni del suo ministro, il quale sceglie proprio il momento meno opportuno per esternare questa sua voglia di cambiare un articolo fondamentale nella legislazione che ci hanno lasciato Paolo e Giovanni Falcone”.
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