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Intercettazioni, Nordio: “Non taglieremo quelle per mafia. Sequestro cellulari roba da Medioevo, si sequestra una vita”

Dalle intercettazioni all'abuso d'ufficio, il ministro della Giustizia nell'aula della Camera dice la sua su molte questioni relative a magistratura, indagini e reati. L'abuso d'ufficio abolito? "È una bestemmia giuridica, non un campanello d'allarme"

Pubblicato:17-01-2024 11:07
Ultimo aggiornamento:18-01-2024 10:51

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ROMA – Per quanto riguarda la “spesa sulle intercettazioni so di camminare su ghiaccio molto sottile, non saranno mai toccate quelle che riguardano la criminalità organizzata, il terrorismo e i reati di allarme sociale, ma una razionalizzazione è necessaria”. Lo dice il ministro della Giustizia Carlo Nordio nelle comunicazioni sull’amministrazione della giustizia in Aula alla Camera.

“SEQUESTRO CELLULARI BARBARO MEDIOEVO, SONO LE VITE DEGLI ALTRI”

“Noi rischiamo veramente di cadere in un nuovo, barbaro, Medievo, reso addirittura più sinistro e duraturo dai limiti della tecnologia o dalle risorse della tecnologia. Noi fino ad oggi abbiamo parlato di intercettazioni e per quanto sofisticate come quelle del ‘trojan’, oggi c’è molto di più. Per fortuna è intervenuta una sentenza della Corte costituzionale che ha definito il cellulare non un semplice documento ma qualcosa di ben più importante. Perchè chi sequestra un cellulare sequestra una vita, ma non è che sequestra la vita di Tizio che è proprietario del cellulare, sequestra la vita di Sempronio che parla con Martino di Pietro-Augusto che magari ha inviato al primo o al secondo o al terzo ricevente documentazioni sensibili”, dice il ministro Nordio in Aula alla Camera.
Oggi con i cellulari vengono inviati dichiarazioni dei redditi, si chiedono consigli ai propri consulenti tributari e finanziari, vengono mandate le cartelle cliniche, le fotografie e le radiografie. Chi di noi non ha nel cellulare la radiografia di una parte del corpo che un amico gli ha mandato per farla vedere a un luminare che conosciamo? Se sequestriamo i cellulari sequestriamo tutto, non sequestriamo le parole di Tizio che parla con Caio, sequestriamo le vite degli altri“.
Nordio conclude: “Se non intervendiamo su questo veramente torniamo in un barbaro Medioevo reso più duraturo dai lumi di questa tecnologia avanzata che se usata bene può essere utilissima, se usata male puo’ essere devastante”.

“ABUSO D’UFFICIO REATO EVANESCENTE, ANDAVA ABOLITO”

“L’intero sistema dei reati contro la pubblica amministrazione è un sistema obsoleto, l’esempio più eclatante è quello dell’abuso d’ufficio che è stato cambiato negli ultimi anni quattro, cinque o sei volte senza raggiungere risultati. Se fai dei cambiamenti in maniera settoriale non risolvi nulla, tanto che alla fine si è ritenuto di eliminarlo perchè non c’era verso di modificarlo in altro modo. E’ un reato evanescente e l’unica soluzione era abolirlo”, afferma Nordio, sottolineando che a chiedere l’abrogazione sono stati “anche i sindaci e gli amministratori locali”.


“L’ABUSO D’UFFICIO NON È UN REATO SPIA, È UNA BESTEMMIA GIURIDICA”

“Qualcuno dice che l’abuso d’ufficio sarebbe un reato spia? Questa stravaganza giuridica non meriterebbe nemmeno di essere presa in considerazione, dire che è un reato spia è un’astrazione dogmatica che rischia di essere pericoloso. Il reato ha in se stesso la sua giustificazione, si contempla da sè, non serve come garanzia per perseguire un altro reato, confligge con il buon senso: o c’è o non c’è”. Lo dice il ministro della Giustizia Carlo Nordio nelle comunicazioni sull’amministrazione della giustizia in Aula alla Camera.
Nordio aggiunge: “Partire dal reo che si ha in mente per perseguire un reato è una bestemmia giuridica”.

“TOGLIERE NOMI NON INDAGATI DAI VERBALI È CIVILTÀ”

“Noi siamo intervenuti con le norme all’esame Senato su quello che potremo definire il minimo sindacale, cioè la tutela del terzo: Tizio parla con Caio di Sempronio, quanto meno è giusto che il nome di Sempronio non finisca sui giornali, a me pare che sia una norma minima di civiltà”. Lo dice il ministro della Giustizia Carlo Nordio nelle comunicazioni sull’amministrazione della giustizia in Aula alla Camera.

“PROCURE SPENDONO TROPPO, SERVE UN TETTO AL BUDGET”

“I numeri e gli usi di questo strumento (le intercettazioni, ndr.), che ripeto è assolutamente indispensabile nelle indagini sulla criminalità organizzata, sul terrorismo e gli altri reati di grave allarme sociale, è eccessivo, è sproporzionato nel numero ed è sproporzionato nei costi rispetto ai risultati. E la loro spesa sfugge a ogni controllo, perchè le Procure non hanno un budget per queste spese. Un’azienda sanitaria puo’, e talvolta deve, rinunciare a interventi salva-vita perchè le disposizioni che ha di strutture, di personale, di risorse finanziarie non sono sufficienti alla diagnostica o alla cura, perchè ognuno fa la torta con le uova che ha”. Lo dice il ministro della Giustizia Carlo Nordio nelle comunicazioni sull’amministrazione della giustizia in Aula alla Camera.

“La Procura della Repubblica – aggiunge il ministro – è l’unico organo in Italia e penso al mondo che abbia una spesa incontrollata, che non abbia un tetto, che non abbia un budget e poi alla fine i conti non tornano. L’Europa ci ha messo sotto infrazione perchè siamo in ritardo nei pagamenti e lo siamo per quello che ho detto, quindi anche qui noi cercheremo di pagare nel piu’ breve tempo possibile i crediti certi, liquidi ed esigibili ai creditori e pero’ non possiamo andare avanti così: che ci siano delle strutture dello Stato che spendono senza avere un tetto di spesa, perchè alla fine se i soldi non ci sono ecco che arriva l’infrazione dell’Europa. Quindi anche questa è una riforma che ci chiede, anzi ci impone, l’Europa per attuare il Pnrr”.

“SU SEPARAZIONE CARRIERE ANDREMO AVANTI”

“Intendiamo andare avanti sulla materia della separazione delle carriere tra giudicante e requirente, su questo pendono già proposte di iniziativa parlamentare”. Lo dice il ministro della Giustizia Carlo Nordio nelle comunicazioni sull’amministrazione della giustizia in Aula alla Camera.

“MANCANO TOGHE, PROCEDURE CONCORSI LENTE E VANNO CAMBIATE”

Sulle assunzioni di magistrati ci sono “procedure così lunghe e burocratiche che direi quasi fuori dal tempo per cui anche con l’indizione di nuovi concorsi è già tanto se riusciamo a colmare” le carenze di organico “con alcuni magistrati che vanno in quiescienza”. Lo dice il ministro della Giustizia Carlo Nordio nelle comunicazioni sull’amministrazione della giustizia in Aula alla Camera.
Per assegnare la sede alla toga, sottolinea il ministro, “passano dai 4 ai 5 anni, questo è un intervallo assolutamente intollerabile, dipende dal regolamento, dalle procedure ma anche da pigrizie mentali che stiamo cercando di superare con il vice presidente del Csm Fabio Pinelli. Cerchiamo di accelerare sia le procedure di competenza del Csm sia quelle del ministero ma se non cambiamo la normativa resteranno sempre tempi biblici”.
Il ministro aggiunge che l’organico della magistratura “è sotto di 1.500” unità. E conclude: “Possiamo indire tutti i concorsi che vogliamo ma è già tanto se riusciamo a colmare i vuoti lasciati da chi va in pensioni”.

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