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Il caldo di Roma non ha fermato i Muse e i loro fan: in 40mila a cantare il rock immortale della band

Ieri la band britannica si è esibita allo stadio Olimpico per due ore a pieno ritmo. Sabato si replica a Milano con la seconda tappa del "Will of the people world tour"

Pubblicato:19-07-2023 11:12
Ultimo aggiornamento:19-07-2023 11:13

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Foto di Henry Ruggeri

ROMA – La storia d’amore tra i Muse e Roma si è rinnovata ancora una volta nonostante il caldo anomalo che ieri ha avvolto la Capitale.

E l’orario di ingresso posticipato – colpevoli i picchi di 43 gradi – ieri sera non ha fermato la festa dei 40mila presenti allo stadio Olimpico, per la prima delle due tappe italiane del “Will of the people world” che sabato 22 luglio arriverà anche a Milano (San Siro).


Matt Bellamy, Chris Wolstenholme e Dominic Howard non si sono smentiti, non hanno deluso, e alle 21.50 hanno ‘incendiato’ il palco con il loro rock distopico e immortale scandito dalla poesia di chitarre, basso e batteria.

IL FUTURO È ORA

Un sound riconoscibile sin dalle prime note quello dei Muse che – nella solita scaletta – introduce all’apertura di “Will of the people”, title track dell’ultimo progetto della band uscito lo scorso anno quando il trio è tornato con un lp arrabbiato e consapevole che i conflitti e le catastrofi non sono più ipotesi di un futuro lontano, ma minacce attuali e quotidiane.

E il racconto di una generazione che sta vivendo il cambiamento in maniera sostanziale è trasportato nel live in maniera precisa: con fuochi, fiamme, immagini sullo schermo che parlano di evasione da quanto di brutto ci circonda e mostri (più o meno demoniaci) che compaiono a seconda della canzone.

LA SCALETTA

D’impatto l’inizio con brani come “Hysteria”, “Drill sergeant” e “Psyco”. In mezzo i brani più recenti, tra cui “Compliance”, “You make me feel like it’s Halloween”, “We are fucking fucked”, “Won’t stand down”, “Verona” e “Kill or be killed”. E i grandi classici: “Thought contagion”, “Undisclosed desires”, “Supermassive Black Hole”, “Uprising”, “Madness”, “Starlight” e “Knights of Cydonia”. E in questo viaggio immancabili anche “Isolated System” e “Resistance”.

E alla fine delle due ore (entrambe vissute a pieno ritmo), la sensazione è quella di un impegno che deve essere maggiore per salvarci e salvare il pianeta. “Dobbiamo lottare per i nostri diritti” è il monito con cui i Muse hanno lasciato i romani sulle note di “Knights of Cydonia”. E un “Grazie mille Roma” che è una promessa per un nuovo ritorno. E i fan già non vedono l’ora di rivederli al prossimo tour.

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